Preraffaeliti. L'utopia della
bellezza è uno dei
grandi eventi culturali di questa Torino avviata verso l'estate. Fino
al 13 luglio 2014 sono in mostra a Palazzo Chiablese, in piazzetta
Reale, settanta opere della Confraternita dei Preraffaelliti,
appartenenti alla Tate Gallery di Londra e di ritorno nel loro Museo
dopo un tour mondiale, che ha in Torino l'ultima tappa.
La
Confraternita dei Preraffaelliti nacque nell'Inghilterra vittoriana e
si sviluppò nella seconda parte del XIX secolo; tra i suoi massimi
esponenti, Dante Gabriel Rossetti, considerato il suo fondatore,
William Hunt, John Everett Millais, William Morris, Edward
Burne-Jones. Tra le caratteristiche più evidenti della sua pittura,
l'interesse per la realtà, lo studio della natura, riprodotta con
attenzione, il realismo della figura umana, i colori vividi,
l'attento studio delle luci e delle ombre; l'obiettivo dei preraffaelliti era riportare
la pittura all'epoca rinascimentale e addirittura prerinascimentale,
al tempo precedente a Raffaello, quando c'era più attenzione per la
rappresentazione reale delle figure e dei paesaggi e meno sforzo per
una loro idealizzazione, così come imposto, secondo i
Preraffaelliti, dal pittore urbinate.
La mostra torinese è
divisa in sette sezioni: La
storia, La
religione, La
società moderna, Il
paesaggio, La
poesia, La
bellezza, Il
simbolismo. In ognuna di
esse sono esposti i più importanti capolavori, che permettono di
approfondire i rapporti dei pittori preraffaelliti con letteratura,
religione, paesaggio, capitalismo. La
storia espone opere
ispirate alla letteratura, in particolare a William Shakespeare e ai
miti medievali. Ci sono la celeberrima Ophelia
di John Everett Millais, in cui per la prima volta in mostra si vede
il volto di Elizabeth Siddal, una delle muse del movimento, il
Claudio e Isabella
di William Holman Hunt, La
belle Iseult di William
Morris; sono tutti quadri che colpiscono per i loro colori e le loro
atmosfere e in cui, però, ogni dettaglio è simbolo di stati
d'animo, eventi, storie. Bisogna essere dotati di cultura e
conoscenza, per poter apprezzare davvero a fondo un quadro di un
Preraffaellita, proprio per il forte simbolismo, e meno male che viene in soccorso l'audioguida fornita
in biglietteria e compresa nel prezzo del biglietto.
La stessa
cura dei dettagli si trova anche nella sezione successiva, tutta
dedicata alla religione, in cui si trovano gli iper-realisti Gesù
lava i piedi di Pietro
di Ford Madox Brown e Gesù
nella casa dei genitori di
John Everett Millais; per dare un'idea dello sforzo dei pittori nella
descrizione della realtà: per dipingere San Giuseppe, Everett
Millais ritrasse un vero falegname a cui diede il volto suo padre.
Nella stessa sala, il luminoso Ecce
ancilla Domini, primo
incontro con Dante Gabriel Rossetti nella mostra e uno dei quadri più
famosi del movimento, con una Madonna fanciulla e smarrita davanti
all'Annuncio portatole dall'arcangelo Gabriele.
La
vita moderna è una
sorta di critica alle disuguaglianze prodotte dal capitalismo, una
sorta di rimpianto delle epoche passate, in particolare del Medio
Evo, che fu epoca rifugio anche del movimento romantico. Si pensa al
romanticismo anche nella sala dedicata al paesaggio, in cui si
prediligono le visioni selvagge e quasi mai pacate della campagna e
delle scogliere inglesi, sempre con un'attenzione ossessiva per il
dettaglio, per la realtà, per la rappresentazione il più possibile
naturale di boschi, cottage, campagne, mare. La parte finale della
mostra è il trionfo di Dante Gabriel Rossetti e della sua musa,
Elizabeth Siddal, che fu sua moglie e che fu malinconica presenza
nella sua vita anche dopo la sua morte prematura; eroina ottocentesca
quasi letteraria, consumata dalla depressione, dalla malinconia e dal
laudano, si suicidò poco più che 30enne, non senza aver prima
conquistato l'immortalità nei quadri di Rossetti: per lui è stata
Proserpina,
L'amata (La sposa),
Beata Beatrix,
con una bellezza sempre sensuale e lontana, esaltata dai suoi
magnifici capelli rossi e dalle labbra sempre carnose e vermiglie.
Sono queste opere che avranno poi influenza nel Simbolismo e
nell'estetica degli anni a venire. Un'influenza arrivata fino ai
nostri anni, come mostra il bel video curato da Luca Beatrice, in cui
si parla di quanto moda, costume, musica, cinema contemporanei
debbano ai Preraffaelliti (non saltate il video, è molto istruttivo
e offre sorprendenti spunti di riflessione).
A esaltare i colori
e le atmosfere dei preraffaelliti anche l'allestimento, che punta
sull'oscurità, esaltata dalle pareti scure, in modo da concentrare
l'attenzione solo sui quadri illuminati.
Anche se appartiene al
Polo Reale, Palazzo Chiablese ha una propria biglietteria; gli orari
di apertura sono lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì e domenica
9.30-19.30, giovedì, venerdì, sabato 9.30-22.30. Il biglietto
intero costa 13 euro, il ridotto 11 euro, gratuito per i possessori
delle tessere di Abbonamento Musei, Torino Piemonte 2014, e Torino +
Piemonte Card; c'è anche un Prezzo Speciale Famiglia, per 1 o 2
adulti più bambini, per cui gli adulti pagano 11 euro e i bambini
6,50 euro; nel prezzo del biglietto, come già detto, è compresa
l'audioguida (prendetela, se volete apprezzare davvero la mostra e la
ricca simbologia dei quadri!). In tutto il percorso espositivo,
compreso il bookshop, è vietato fare fotografie: una
peccato, adesso che molti Musei torinesi stanno offrendo questa
possibilità (anche per promuoversi sulle reti sociali).
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