L'allestimento è curioso, in
netto contrasto con la grandiosità barocca della Sala del Senato, la
grande sala che Cristina di Francia ricavò dal cortile interno della
Fortezza degli Acaja. Sotto la volta affrescata del salone, ci sono
alte impalcature, che sorreggono leggere teche di vetro, da cui
brillano, preziosissimi, miniature, calici, reliquiari, croci. La
mostra
Tesori dal
Portogallo – Architetture immaginarie dal Medioevo al Barocco,
a Palazzo Madama, a Torino, fino al 28 settembre, colpisce prima di
tutto per questo contrasto tra eterno e provvisorio e per le luci dorate, che attirano lo sguardo
sugli splendidi manufatti di oreficeria. Poi rapisce la proposta del
percorso espositivo.
L'architettura non solo nei palazzi patrizi,
negli edifici religiosi, a cantare il potere dei sovrani e della
Chiesa di Dio, ma anche come strumento per definire gli spazi e le
illusioni, per tradurre l'immaginario comune in oggetti di piccole
dimensioni, per scrivere simboli e valori estetici in cui si
riconosca l'intera comunità. L'architettura, che non organizza solo gli
edifici, ma stabilisce anche l'estetica degli oggetti, richiamando i
propri simboli anche nel disegno di un reliquiario, per esempio.
Organizzata con il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, la
mostra offre opere provenienti da musei, chiese e collezioni private
portoghesi. Sono 120 manufatti, tra dipinti, sculture, manuali,
oreficerie, disegni e trattati, che raccontano l'idea di
architettura, reale e teorica, realizzata e immaginata, di un Paese
dalla lunga storia, con frequenti rapporti, e conseguenti influenze,
con regioni lontane, grazie all'impero coloniale. Si inizia con l'età
classica e si finisce con quattro progetti di architetti portoghesi
contemporanei.
In mezzo ci sono le fonti che hanno ispirato
l'architettura portoghese ed europea, dal
De
architectura di
Vitruvio, fino a Leon Battista Alberti e Andrea Palladio, e alle loro
influenze sul portoghese Francisco de Holanda; ci sono le preziosissime
opere di microarchitettura: le croci, gli ostensori, i reliquiari,
che mantengono lo stesso linguaggio architettonico dei grandi
edifici, la stessa composizione/organizzazione degli spazi, con
pinnacoli, volute o nicchie; ci sono i limiti all'architettura
imposti dalla rigida disciplina della Controriforma (arrivata nel
Portogallo, come in tutti i Paesi cattolici del sud, senza la
precedente Riforma luterana) e anche i voli che l'architettura
immaginata permette, definendo gli spazi in modo inedito, sviluppando
la fantasia e le illusioni.
Su queste preziose teche di vetro,
illuminate da una luce che rimanda i riflessi dorati degli oggetti in
esposizione, veglia un magnifico arazzo fiammingo, che racconta la
sfida di Niobe a Latona, nel suo tempio, con la terribile vendetta
degli dèi; anche qui un'architettura fantastica, che definisce gli
spazi e i movimenti, condizionando l'azione. Una bella riflessione
sull'influenza che il linguaggio architettonico ha nel nostro
immaginario e su come il vocabolario estetico stabilito in età
classica abbia continuato a condizionare e a influenzare l'idea dello
spazio e del bello fino a oggi.
Tesori
dal Portogallo – Architetture immaginarie dal Medioevo al Barocco,
è aperta fino al 28 settembre 2014; il biglietto d'ingresso è lo
stesso che dà accesso a Palazzo Madama e costa 12 euro, ridotto 10
euro (gratuito per i possessori di Abbonamento Musei). Gli orari sono
da martedì a sabato dalle 10 alle 18, domenica dalle 10 alle 19,
chiuso il lunedì.
Tutte le info su
www.palazzomadamatorino.it
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