Torino ha tre storiche gallerie commerciali: la Galleria
Subalpina, che collega piazza Castello con piazza Carlo Alberto, la
Galleria San Federico, che si affaccia su via Roma, via Santa Teresa
e via Bertola, e la Galleria Re Umberto I, a Porta Palazzo. Di queste
tre, l'ultima è la più antica ed è stata a lungo la galleria
commerciale più grande della città.
La Galleria Re Umberto
appartiene al Palazzo dei Cavalieri, un edificio dalla storia
piuttosto intensa, costruito nell'isolato Santa Croce, tra piazza
della Repubblica e via Milano, e appartenente all'Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro. Dal XVI al XIX secolo,
l'edificio ha ospitato l'Ospedale dell'Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaro, il primo ospedale cittadino. Tra le numerose trasformazioni che ha subito, c'è quella realizzata durante il raddrizzamento di via Milano, in epoca juvarriana, con l'introduzione di una grande crociera,
formata dai suoi corridoi.
Quando poi, nel XIX secolo, ormai
inadeguato alle esigenze di Torino, l'ospedale venne chiuso e
trasferito in una nuova sede (adesso l'Ospedale Mauriziano è in
corso Turati), sulla grande crociera delle sue corsie, venne
realizzata una galleria commerciale. A forma di T, su progetto di
Lorenzo Rivetti, ha il braccio lungo che si apre su piazza della
Repubblica e via della Basilica, mentre, al termine di quello
perpendicolare, si trova la più antica Farmacia cittadina, la
Farmacia Mauriziana, aperta dal 1575. L'illuminazione viene garantita
dall'alto da una bella copertura in vetro e ferro; l'architettura
interna, tutta giocata sui colori chiari, ha decorazioni eclettiche,
con il ritmo stabilito dalle aperture dei negozi e dalle finestre
superiori e accompagnato dai piccoli lampioni, che rendono
l'atmosfera gentile ed elegante. Nella Galleria si trovano negozi di
vario genere, con ristorante e caffè.
Lo sguardo del passante
viene attirato anche dalle lunette nella crociera di intersezione tra
i bracci della T. Coloratissime e con figure stilizzate, catturano
l'attenzione per il contrasto evidente con i colori chiari delle
pareti. Sono state aggiunte tra il 2006 e il 2007 nell'ambito di
The Gate, un progetto di recupero di Porta Palazzo. Le ha realizzate
il pittore torinese Mauro Chessa, che ha voluto ispirarsi a persone e
luoghi intorno alla Galleria, ovvero ai Mercati e ai Negozi. Il suo
obiettivo, ha spiegato l'artista a suo tempo, è stato quello di
creare, "in assoluta libertà d'espressione, un'opera che
risultasse innovativa e, soprattutto, in contrasto con l'architettura
tradizionalmente ottocentesca del luogo in cui sarebbe stata
collocata". La soluzione adeguata, dunque, è stata quella di
raccontare cosa succede quando c'è un negozio in una strada, con la
gente che passa davanti e guarda le vetrine.
L'ispirazione, però, ha
spiegato ancora Chessa, è arrivata addirittura da Gene Kelly che
balla sotto la pioggia. Vista l'altezza in cui sarebbero state poste
le lunette, l'osservatore in basso avrebbe visto le figure disegnate come
schiacciate, perciò Chessa si è
immaginato che "se la realtà che fingevo era un gioco della
fantasia, tanto valeva fare un passo più avanti e sovrapporre le
figure alle vetrine come per caso, senza legami con la forza di
gravità e, perciò, le ho circondate con un rettangolo, come si fosse
trattato di figurine da appiccicare". La sorpresa finale è stata
così scoprire che i suoi personaggi "sembravano ballare, con la
gioiosa leggerezza e la stessa irrealtà pop di Gene Kelly con
l'ombrello, sotto la pioggia".
Magari la citazione
cinematografica sfugge, a chi passa per la Galleria Umberto I, ma la
gioiosa leggerezza delle figure che sembrano ballare è tutta
visibile e trasmette la stessa spensieratezza.
Passo spesso nella Galleria, ma non conoscevo la storia delle lunette. Grazie.
RispondiEliminaPrego! :) Sempre bello scoprire cose nuove sui posti in cui si passa tutti i giorni, no? ;)
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