Non erano di quelle dinastie che decidevano il futuro d'Europa,
anzi, dovevano difendere continuamente il loro Ducato dalle mire
dello Stato della Chiesa, pronta a sfruttare ogni occasione per
riprenderselo. Ma non si può immaginare il Rinascimento italiano
senza gli Este e senza Ferrara. Le loro intelligenti politiche
matrimoniali e, soprattutto, il mecenatismo, li resero tra i
protagonisti della vita politica e culturale della penisola. E a
loro, allo stile raffinato della loro Corte, agli artisti da loro
protetti è dedicata
Splendore delle corti italiane: gli Este. Il
Rinascimento e il Barocco a Ferrara e a Modena, la bella mostra
in corso alla Reggia di Venaria fino al 6 luglio 2014, da cui si esce
con una convinzione. Bisogna andare a visitare Ferrara e Modena
quanto prima.
Un lungo itinerario, che parte dalle origini
mitiche della famiglia, cantate da Matteo Maria Boiardo e da Ludovico
Ariosto, con le saghe dell'
Orlando Innamorato e dell'
Orlando
Furioso, e arriva fino al declino a Modena, che può essere
identificato con la cosiddetta
vendita di Dresda, che, nel
1746, disperse la collezione estense, cedendo i principali cento
capolavori della galleria ducale di Francesco I ad August III di
Sassonia (oggi sono conservati alla Gemäldegalerie Alte Meister di
Dresda). In mezzo ci sono due secoli di storia e di cultura italiana.
I camerini d'alabastro, le camere segrete di Alfonso I, sono
ricordati attraverso i quadri di Tiziano, Antonio Lombardi e Dosso
Dossi che li decoravano. Dipinti di grandi dimensioni e di temi
mitologici e religiosi, che portano nel cuore del Rinascimento,
rappresentato anche dai volumi dell'Ariosto, conservati nella
Biblioteca Estense. Di Tiziano è anche il ritratto di Tommaso Mosti,
appartenente a una delle più importanti famiglie della corte
ferrarese, che fissa l'osservatore, tre secoli dopo, con la serenità
del gentiluomo rinascimentale.
Raffinati collezionisti, gli Este
avevano a Ferrara una delle corti più colte d'Italia, con uno stile
di vita elegante, che traspare anche nei preziosi strumenti con cui le
dame più importanti suonavano i madrigali; l'Arpa Estense,
impreziosita da eleganti decorazioni, introduce in un mondo nobile,
di buone maniere, di stile gentile, almeno all'apparenza. Ma i giorni
del paradiso estense sono destinati a terminare, proprio alla fine
del secolo iniziato da Alfonso I.
Nel 1598, alla morte di Alfonso
II, senza eredi diretti, lo Stato della Chiesa non riconosce la
successione di suo cugino Cesare, figlio di un ramo bastardo della
dinastia, e pretende la restituzione del feudo. Così gli Este sono
costretti a lasciare precipitosamente Ferrara, riuscendo a portare
con sé parte della prestigiosa collezione artistica. Riparano a Modena, da cui riparte la loro fortuna, anche artistica.
E' durante il regno di Francesco I, dal 1629 al 1658, che gli Este
tornano a essere protagonisti della vita culturale italiana. Se
Alfonso I è una delle figure imprescindibili del Rinascimento,
Francesco I lo è del Barocco. "Primo nato degli Este nella
nuova capitale, trasformò la città in un enorme cantiere. A lui si
devono l'avvio dei lavori della nuova immensa reggia, progettata
secondo aggiornati modelli romani, del teatro (che servì come
modello per quello delle Tuileries a Parigi) e della cittadella
militare, una delle maggiori in Europa. Una sua creatura fu anche il
palazzo ducale estivo di Sassuolo, decorato da affreschi e stucchi
barocchi di stupefacente bellezza ad opera di una squadra di artisti
coordinati da Jean Boulanger, Agostino Mitelli e Michelangelo
Colonna. Bernini, che scolpì il celeberrimo busto ritratto del duca,
uno dei capolavori di tutta la scultura del Seicento europeo,
contribuì anche alla costruzione del palazzo di Sassuolo inviando da
Roma disegni per le fontane, eseguite poi dal suo allievo Antonio
Raggi" spiegano gli organizzatori della mostra.
Durante un
viaggio a Madrid, Francesco viene ritratto da Diego Velazquez, mentre
Bernini scolpisce il suo busto senza averlo mai visto; entrambe le opere sono tra i capolavori europei del barocco, l'immagine ideale del sovrano assoluto.
Il duca modenese, appassionato e avido collezionista, riesce a
restituire alla collezione estense il prestigio che aveva avuto a
Ferrara. Nella Galleria di pittura si raccolgono dipinti di
Correggio, Tintoretto, Guido Reni, Jean Boulanger. Essendo chiusa la
Galleria Estense di Modena, a causa del terremoto del 2012, buona
parte delle opere è alla Reggia di Venaria, per un prestito
straordinario, che altrimenti non sarebbe stato possibile: l'Arpa
Estense o il Violoncello barocco, che testimoniano la passione degli
Este per la musica, sono in genere esclusi dal prestito.
Splendore delle corti italiane: gli Este. Il Rinascimento e il Barocco a Ferrara e a Modena è aperta al pubblico fino al 6 luglio, c'è dunque ancora un mese per visitarla. L'orario di apertura coincide con quello della Reggia: da martedì a venerdì dalle ore 9 alle 17; sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.30; l'ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura. Dal 24 giugno 2014 la Reggia adotterà l'orario estivo e sarà aperta da martedì a venerdì dalle ore 10 alle 16; tutti i giovedì e venerdì riaprirà anche dalle 19 alle 24 (per la Reggia) o alle 23 (per le mostre); il sabato e la domenica l'apertura è dalle 9.30 alle 19.30; anche d'estate l'ingresso sarà possibile fino a un'ora prima della chiusura.
Il biglietto per la sola mostra costa 10 euro, ridotto 8 euro (per over 65 e gruppi) o 6 euro (per ragazzi dai 6 ai 20 anni), gratuito per i possessori della tessera Abbonamento Musei. La mostra rientra anche nel pacchetto
Tutto in una Reggia, che costa 25 euro, permette di visitare la Reggia, i Giardini e le mostre e offre anche il 10% di sconto nelle caffetterie, ristoranti, punti di ristoro e bookshop, all'interno della Reggia. Tutte le info sui vari biglietti
nella pagina apposita del sito web della Reggia di Venaria.
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