L'area ex Westinghouse si trova nelle adiacenze di
Spina 2, di fronte al Palazzo di Giustizia e a
pochi passi dalla stazione di Porta Susa. Qui, fino alla fine del secolo scorso, si trovavano gli
stabilimenti della Westinghouse e della Nebiolo, due imprese legate
rispettivamente all'indotto automobilistico e alla produzione di
macchine tipografiche.
I tentativi di
riqualificazione di questa zona sono iniziati nel 2000. E' stato allora che la
Città di Torino ha bandito un concorso internazionale per realizzare un polo culturale. Il nucleo del progetto
doveva essere infatti una nuova Biblioteca Centrale, circondata da altre
strutture, tra cui una grande sala teatrale da 1200 posti. Coronare
la Spina 2 con un Centro Culturale, affacciato su corso Vittorio Emanuele,
vicinissimo alla nuova stazione ferroviaria di Porta Susa, sembrava
una bella idea, un segno forte, sia simbolico che pratico, nella
città. Il progetto vincente, firmato da Mario Bellini, con un'area
verde dotata di laghetto e una moderna struttura curvilinea e
luminosa per la Biblioteca, è stato però abbandonato, pochi anni fa,
per mancanza di fondi.
Cosa fare, dunque, dell'area
Westinghouse?
Arresasi all'impossibilità
di realizzare la Biblioteca Centrale, per mancanza di risorse
finanziarie e per lo scarso interesse di soggetti privati a fornirle,
la Città di Torino ha diviso la zona da riqualificare in due
aree: l'area A, comprendente i giardini affacciati su corso Vittorio
Emanuele e l'area ex Westinghouse, e l'area B, affacciata su via
Vittorio Ferrero. Per la prima è stata indetta un'asta pubblica, per la
seconda si prevede la costruzione dell'Energy Center del Politecnico di
Torino. Per l'area A il Comune impone ai partecipanti all'asta una
serie di vincoli, a salvaguardia del verde e degli edifici storici
esistenti, come la ex caserma La Marmora. Il progetto dev'essere
unitario, deve tenere conto del contesto, deve essere sostenibile e
deve essere edificato contemporaneamente in tutte le sue parti. I
parcheggi devono essere solo sotterranei, gli spazi verde devono
essere mantenuti almeno al 50% e deve essere trovata una nuova
collocazione alle strutture presenti negli attuali giardini (area
bambini, recinto per i cani, colonie feline, bocciofila); devono
anche essere presenti percorsi pedonali e ciclabili e dev'essere
salvaguardato il viale alberato di via Borsellino. Al centro del
progetto ci dev'essere un Centro Congressi polifunzionale di almeno
16.500 mq, dotato di spazi espositivi e sala conferenza flessibile di
almeno 5000 posti a sedere (il Centro Congressi del Lingotto è dotato di 1900 posti, dunque si chiede la costruzione del Centro Congressi più grande di Torino).
A dicembre il vincitore dell'asta
pubblica risulta essere anche l'unico partecipante, l'Amteco&Maiora, il cui progetto offre un
investimento da 100 milioni di euro e la realizzazione di un centro
polifunzionale, una torre-albergo di 90 metri e un centro commerciale. Amteco&Maiora è una società creata ad hoc da Amteco, nell'orbita di Esselunga, e Maiora, una controllata di uno dei più importanti gruppi edili baresi; il progettista è lo studio di Alberto Rolla, che aveva già collaborato alla proposta della Fondazione CRT, naufragata poi a causa dei problemi di uno dei partecipanti all'operazione. L'area commerciale sarà ovviamente gestita da Esselunga e, secondo il progetto, dovrebbe occupare una superficie di circa 4mila metri quadrati.
Poche settimane fa il Comune
ha approvato una modifica all'accordo di programma in variante al
Piano Regolatore, per garantire all'area A una capacità edificatoria
di 40mila metri quadrati, di cui 30mila destinati ad Attrezzature di
interesse generale (Centro Congressi, Sale, Centri di Ricerca) e
attività turistico-ricettive, e 10mila per Attività di Servizio a
Persone e Imprese. In questo modo il Comune ha dato il via libera non
solo alla costruzione del Centro Congressi, ma anche all'albergo e al
centro commerciale del progetto vincitore. Amteco&Maiora ha tempo due anni per proporre il proprio progetto
esecutivo, attraverso un concorso di progettazione che coinvolga
anche i giovani architetti.
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