Ricordate quando la facciata di Palazzo Reale era
gialla? Quando Palazzo Madama sembrava come un'isola, persa in mezzo
all'enorme piazza Castello, 'circumnavigata' da binari dei tram e
traffico impaziente? Quando la piazzetta Reale era un parcheggio
affollatissimo? Quando davanti all'edificio della Regione Piemonte
c'era il capolinea del 72 e c'erano le fermate dei tram?
Non è
stato tanto tempo fa. Ricordo quando Palazzo Reale venne restaurato e
riapparse di bianco. Dissero che quello era il suo colore
originale, secondo tutti i quadri e le stampe del passato, e che il
giallo Torino era una sorta di invenzione. E a vederlo così, candido ed elegante, non sembrava un pugno in un occhio, era strano, ovviamente, ma era affascinante.
Adesso sarebbe difficile immaginarlo di nuovo giallo.
Tante cose
sono cambiate da allora. Le auto sono scomparse dalla piazzetta
Reale, a cui è stata restituita la sua dignità di spazio regale.
Palazzo Madama non è più un'isola circondata di auto, ma ha
ritrovato il suo ruolo aulico di edificio più antico di Torino, un
tempo prediletto dalla Madama Reale: sono spariti i parcheggi e i
capolinea davanti alla sua facciata juvarriana, sono apparsi gli
zampilli d'acqua, le prospettive magnifiche verso Palazzo Reale e la
chiesa di San Lorenzo. Si è scoperto il gusto di sostare in questa
zona così barocca e così studiata dai sovrani sabaudi.
Da spazio
dominato dal traffico e a esso destinato, piazza Castello e piazzetta
Reale, sono tornate alla loro vocazione storica: la rappresentanza
del potere, la cultura, l'eleganza barocca. Difficile attraversare piazza Castello
senza rimanere colpiti dalla grandiosità della facciata juvarriana di
Palazzo Madama, ammirabile nella sua completezza senza timore di
finire sotto un auto. Impossibile infilarsi in piazzetta Reale, senza
notare il fascino gentile della doppia fila di alberelli di alloro, che accompagna verso l'ingresso di Palazzo Reale e che ha sostituito le file delle auto. O senza notare la
solennità severa di Palazzo Reale, che esprime, in fondo, il
carattere dei torinesi. E, se dal centro della piazzetta Reale vi
girate intorno, cogliete l'uniformità barocca della città-capitale, che coinvolge non solo le strutture del potere antico, ma anche di
quello moderno (la Regione Piemonte si trova dietro una delle
facciate di piazza Castello), che nega la facciata a una delle chiese
più belle e più importanti di Torino, San Lorenzo, che non fa
primeggiare Palazzo Reale sugli edifici che lo affiancano e che sono
espressione del potere del sovrano.
Senza automobili, trasformata
in una grandiosa isola pedonale, non solo questa zona è stata
restituita ai torinesi e viene quotidianamente presentata ai turisti,
come elemento d'attrazione e ragione per cui visitare la città (la zona
del comando della capitale appartiene alle Residenze Sabaude,
Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO), ma è stata restituita,
soprattutto, a se stessa, le è stata restituita quella dignità
regale, quel ruolo aulico negati per decenni.
Si
vedono le foto della Torino degli anni 60, 70 e 80, si ricorda la
piazza Castello di allora, si ringrazia per la piazza Castello di
oggi.
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