Finite le grandi manifestazioni internazionali, iniziano
i problemi: che fare delle gigantesche strutture costruite
ad hoc e
senza una funzione ben precisa per il dopo-kermesse?
Nel 1911,
dopo l'Esposizione Universale, molti padiglioni costruiti
appositamente furono demoliti (e, al vedere le immagini dell'epoca, è
un vero peccato). Una delle poche strutture che sopravvissero alla
manifestazione, è lo
Stadium, costruito nell'area compresa tra gli
attuali corsi Vinzaglio, Peschiera, Castelfidardo e Montevecchio. Le
sue misure erano gigantesche e le cronache del tempo ricordano con
orgoglio che era lo stadio più grande d'Europa. Più grande persino
degli stadi di Atene e di Londra, che avevano ospitato le prime Olimpiadi.
La sua capacità era di oltre
40mila persone, tutte sedute, con la possibilità di accoglierne
altre 30mila in circostanze eccezionali. "Lo
Stadium ha tre ordini
di piste. L'una, più ampia, per le gare ciclistiche (m 730,90);
l'altra - in forma di 8 - per le corse dei cavalli (metri 782); la
terza per le corse podistiche (metri 500). Di più, grazie alla sua
calcolata ed armonica organizzazione permette ancora altre gare: di
nuoto, di lotta, di lancio di dischi, di tiro a segno con arco e
balestre, di
law-tennis, di
football mentre i locali
sottostanti alle gradinate servono come gallerie per mostre sportive,
per
biffet, per spogliatoi, per dormitori destinati ai
concorrenti, oltre alle sale destinate allo
skating, agli
esercizi di scherma ed alle sezioni completamente separate destinate
alla ginnastica femminile, rispondente a tutte le più moderne
esigenze" si legge in uno degli articoli che illustravano
padiglioni e costruzioni dell'Expo 1911, ripresi
dal sito italyworldsfairs.org.
Finita la
manifestazione, però, questa grande struttura, iniziò il proprio
declino: era troppo grande per ospitare le competizioni sportive e
richiedeva enormi spese di manutenzione. Per qualche tempo ospitò i
grandi raduni e nel 1928 fu teatro di un magnifico carosello, per
celebrare la dinastia sabauda. Di lì a poco, il regime fascista
avrebbe iniziato la costruzione dello Stadio Olimpico, inaugurato nel
1933, con i giochi Littoriali, e battezzato allora Stadio Mussolini.
Era a poca distanza, anch'esso costruito in una zona nuova, a fare da
cerniera tra le città esistente e quella
in fieri. Nel 1934 ospitò
alcune gare del Mondiale di Calcio: era lo Stadio più grande
d'Italia. Così, per qualche tempo, Torino ebbe nel proprio
territorio i due stadi più grandi d'Italia. Nel 1936 si decise
l'abbattimento dell'ormai inutile
Stadium.
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