Se mi dicessero di indicare solo due
chiese torinesi da visitare, non avrei molti dubbi:
la chiesa di San Lorenzo, in centro, e la chiesa del Santo Volto, nel nuovo quartiere
di Spina 3. La chiesa simbolo del barocco torinese e la prima chiesa
del XXI secolo in una zona restituita alla città, dopo i decenni
dell'industria pesante.
La chiesa del Santo Volto è stata
progettata da Mario Botta, una delle grandi firme dell'architettura
contemporanea presenti in Spina 3, e rende omaggio al passato
industriale dell'area. Il suo campanile, per esempio, è un ex
ciminiera, la sua stessa struttura, così diversa dall'immagine
tradizionale delle chiese, ricorda all'esterno, per ammissione dello
stesso Mario Botta un ingranaggio, ossia uno degli elementi
fondamentali del lavoro in fabbrica.
Il Santo Volto si presenta come
una chiesa a pianta centrale formata da sette torri disposte a raggiera e
chiuse in alto da lucernai. Il numero sette non è casuale: sette
sono stati i giorni necessari a Dio per la Creazione. La scelta di un
edificio composto da torri a raggiera elimina la facciata di
riferimento: da ovunque la si guardi, in Spina 3, la chiesa del Santo
Volto appare allo stesso modo, con i volumi delle torri alternati ai
vuoti, con le luci e le ombre che il gioco dei pieni e dei vuoti
crea. La decorazione esterna è affidata esclusivamente ai
rivestimenti in laterizio, sì materiale feticcio di Mario Botta, ma
anche materiale povero e operaio, che richiama il passato industriale
di Spina 3, e anche materiale nobilitato per la prima volta in Italia
proprio a Torino, da Guarino Guarini e dal suo splendido Palazzo
Carignano, seguiti da Filippo Juvarra e i suoi Quartieri Militari. Il
filo che collega la chiesa del XXI secolo al passato torinese non si
spezza mai.
Se all'esterno il Santo Volto appare severa, fredda,
anonima, all'interno rivela un inaspettato calore, che invita al
raccoglimento e alla pace interiore. E diventa una delle chiese più
belle e più accoglienti di Torino, la più bella dell'età
contemporanea. L'effetto dei pieni e dei vuoti, apprezzato
all'esterno, qui si trasforma in una morbida alternanza di luce e di
ombra, esaltata dal legno, il materiale che riveste buona parte della
chiesa. Le sette torri, svuotate all'interno, sono in realtà come
dei lucernari, che fanno cadere la luce dall'alto verso il basso. Gli
elementi di raccordo tra le torri formano grandi nervature coperte di
legno, che si incontrano al centro della chiesa, a formare una sorta
di falsa cupola e una stella. La costruzione di questa struttura, che copre uno spazio ampio, con una luce di oltre 30 metri, senza alcun pilastro di sostegno, è
stata piuttosto complessa, a causa delle spinte centrifughe da gestire. Il tamburo centrale è stato costruito per
primo, in modo che diventasse subito l'elemento d'appoggio delle
solette inclinate, su cui si appoggiano le torri. E le torri sono
state costruite in un secondo momento, per evitare le spinte che
avrebbero altrimenti creato.
Sull'altare l'immagine sacra più
potente è il volto dell'Uomo della Sindone, riprodotta al computer
con i pixel e quindi riportata sulla parete di legno attraverso
mattoncini appositamente lavorati. E' l'immagine religiosa più
torinese che ci si possa immaginare e contribuisce alla sensazione di
calma e serenità che l'ambiente offre al fedele. In una delle
cappelle, ricavate dai vuoti delle torri, c'è il prezioso organo,
costruito dai Fratelli Ruffatti. Le atmosfere calde e le luci
soffuse creano immediatamente una sensazione di benessere e di calma:
non parlano del Dio severo e ammonitore, che piace spesso alla
Chiesa, ma fanno sentire l'affetto e il calore di Dio Padre, quello
che, secondo papa Francesco, è sempre disposto a perdonare i propri
figli.
San Lorenzo e il Santo Volto. Entrambe a pianta centrale,
con un gioco di luci soffuse che piovono dall'alto, con un piacevole
movimento di pieni e di vuoti. Una ci parla della Torino barocca,
l'altra della Torino post-industriale.
La chiesa del Santo Volto è
in via Val della Torre 11 e può essere raggiunta con i tram 9 e 3;
gli autobus 72, 72 sbarrato, 60 e 52, fermano sull'altro lato del
Parco Dora, consentendo una piacevole passeggiata di pochi minuti in
una delle nuove aree verdi torinesi.
Complimenti per la tua descrizione di questa chiesa. Molto esatta. Infatti anzi brutta dall'esterno, l'interno è una meraviglia. Ci resterei per ore.
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