Se tutto andrà come previsto, la Cappella della Sindone sarà
riaperta al pubblico nella primavera 2015, in tempo per l'Ostensione
del Sacro Lenzuolo. 14 anni di restauri per una delle opere più
belle e più significative del barocco europeo.
La Cappella fu
costruita nel XVII secolo da Guarino Guarini, l'architetto che ha
introdotto la sinuosità della linea curva nell'impianto ortogonale e
razionale di Torino. Quando, nel 1666, gli furono affidati i lavori, Guarini si trovò a dover risolvere tre problemi: il cantiere era già iniziato,
dunque avrebbe dovuto adattare i suoi progetti all'esistente; la
Cappella della Sindone era aperta con un grande arcone verso il
Duomo, dando un'idea dello spazio a lui non congeniale; la costruzione si trovava in
un posto strategico, tra Palazzo Reale e la Cattedrale, punto
d'incontro tra il potere temporale e il potere religioso, ma anche
tra i proprietari del Lenzuolo, i Savoia, e la venerazione dei
fedeli. Dalla brillante risoluzione dei tre problemi, Guarini creò uno dei simboli più importanti dello skyline torinese.
La cappella
è a pianta centrale, con tre ingressi, posti a 120°: due dal Duomo,
attraverso due scalinate che si affacciano nel transetto, l'altro da
Palazzo Reale, in esclusiva per i Savoia.
Il tamburo della copertura ha sei grandi finestroni ad
arco, una delle più originali
e misteriose del barocco, con chiara ispirazione orientale. Sulla
parte centrale dei sei finestroni ad arco, poggiano infatti
altrettanti archi, sulla parte centrale dei quali, per sei volte,
poggiano altri archetti. Si crea così "un sistema di trentasei
nervature arcuate, che definiscono sei esagoni, tre dei quali formano
un angolo a trenta gradi con gli altri tre. Fra le nervature si
aprono delle piccole finestre che rendono la struttura trasparente" scrive Christian Norbeg-Schulz in Architettura Barocca. La
decorazione interna esalta la luce proveniente dalla cupola,
sottolineandone la verticalità. Il visitatore arriva dalla penombra
delle scalinate e si trova in uno spazio rivestito di marmo nero, a
sottolineare il lutto della morte di Gesù; mano a mano che il suo
sguardo sale verso l'alto, la decorazione si fa più chiara, con il
marmo che da nero si fa grigio, a indicare anche, simbolicamente,
come la salvezza arrivi da Dio. Allo stupore per la luminosità, che
coglie il visitatore attraverso questi effetti, si aggiunge anche
l'illusione ottica, uno degli stratagemmi prediletti
dell'architettura barocca. Guarini dà un'altezza via via minore ai
sei ordini di archetti che formano la sua cupola, dando così
l'illusione di una cupola che si allontana, quasi evanescente. Per
Norbeg-Schulz la Cappella della Sindone "è uno degli spazi più
misteriosi e affascinanti che sono mai stati creati".
Ma non ci
sono solo i misteri architettonici, su cui sarà bello tornare, da
qui alla riapertura della Cappella. C'è anche l'uso simbolico ed
esoterico della decorazione e dell'architettura. Negli edifici sacri
la decorazione non è mai casuale, ha un significato allegorico
leggibile dai fedeli e ha un linguaggio simbolico comprensibile solo
agli iniziati. "Dal punto di vista degli esoteristi, lo spazio del
tempio contiene messaggi che convogliano significati non solo
religiosi, ma connessi all'alchimia, alle conoscenze filosofiche
occulte, al magmatico universo dei miti. Tutto ciò costituisce un
linguaggio accessibile solo agli iniziati, il cui contenuto è parte
di un progetto che la maggioranza di noi non riuscirebbe a percepire
se non opportunamente guidato" spiega Massimo Centini nel libro La
Cappella della Sindone.
Nella Cappella della Sindone la decorazione
utilizza esagoni, stelle, cornucopie, conchiglie e rievoca la
Passione di Cristo con i simboli più tradizionali, la Croce su
tutti. L'esagono è una figura geometrica complessa: può essere
inscritto in un cerchio, è associabile a sei triangoli equilateri
inscritti nel cerchio, ha la forza del sei, che è il numero dei
giorni necessari a Dio per la Creazione. Le stelle, che con la loro luce rompono la notte, hanno sempre colpito l'uomo e da un punto di vista
esoterico, grazie alla loro presenza nell'oscurità, simboleggiano la
lotta tra il buio e la luce, tra il bene e il male. La cornucopia è
uno dei simboli più antichi dell'abbondanza, la conchiglia,
associata sin dall'antichità alla donna e alla luna, è simbolo di
prosperità e generazione e, in un ambito funerario, di rinascita
dopo la morte. Da un punto di vista esoterico, il pavimento stellato
simbolizza non solo la lotta dell'uomo tra spirito e materia, ma
anche tra la luce e le tenebre, dunque, metaforicamente tra Sapienza
e Ignoranza.
Ma è nella cupola che il simbolismo si scatena. "Quell'abbraccio di archi che traggono slanci di forze telluriche,
scalando verso il cielo, dà vita a linee di forza in cui luce e
materia si fanno poesia" scrive ancora Centini, che dedica un
capitolo del suo libro ai significati simbolici ed esoterici della
Cappella della Sindone. Del significato intuitivo della luce, che
dall'alto penetra nella cappella, portando con sé la Salvezza, si è
già detto. Ma è tutto il percorso del visitatore, che dal Duomo
ascende alla Luce, attraverso le scale, ha un significato iniziatico,
presente in molte culture, da quella egizia a quella musulmana, fino
alle piramidi messicane. E, una volta arrivato al centro della
Cappella, il visitatore si trova spettatore di un fenomeno quasi
sensuale: "L'avanzata verso il centro mantiene inalterata
l'atmosfera tetra e drammatica che l'edificio intende evocare, ma poi
è la luce a dominare l'ambiente della cupola, che, filtrando
attraverso i grandi finestroni e le aperture superiori, dona allo
spazio un nuovo aspetto, che smaterializza le masse, creando un
conflitto dialettico tra luce e materia. Sensualizzando in questo
modo la luce, il Guarini è riuscito a trasferire tutta la potenza
del messaggio evocato all'interno di una struttura che unisce vita e
morte, in una metamorfosi quasi iniziatica, certamente colma di
suggestioni metafisiche" scrive Centini.
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