Diventata capitale del Ducato di
Savoia, nel XVI secolo, Torino dovette affrontare ampliamenti e
abbellimenti dovuti al suo nuovo
status. E i Savoia dovettero adeguare la nuova capitale e il suo territorio al proprio stile di vita e alle proprie esigenze d'immagine, con la realizzazione non solo di un nuovo Palazzo Ducale, ma anche di una serie di residenze extraurbane per la
caccia e lo svago.
Tra le prime tenute a entrare nel patrimonio
della dinastia, ci fu quella della Spinetta, che nel 1585 il duca Carlo
Emanuele I regalò alla moglie, l'Infanta Caterina, figlia di Felipe
II di Spagna. Si trovava su un terrazzamento del Sangone, un torrente
che oggi segna il confine meridionale della città e che alla fine
del XVI secolo era a poco più di 5 km dalle sue mura. Fu grazie a Caterina che la
tenuta cambiò nome e divenne
mira flores (guarda i fiori),
italianizzato poi in Mirafiori. Il nome spiega già il forte legame
della nuova residenza sabauda con i fiori e, quindi, con il parco: il castello che i duchi si fecero costruire era famoso, a suo
tempo, soprattutto per i suoi magnifici giardini, 'rubati' al Sangone
con lavori mirati di deviazione e di consolidamento. Il castello
sorgeva infatti su un terrazzamento naturale, creato da un meandro
del torrente: dalla residenza si scendeva nel giardino che era
collocato proprio nello spazio definito dal meandro e che, dunque,
era fortemente condizionato dal comportamento del torrente, ora in
piena, ora con grandi capacità erosive. Per questo sin dall'inizio
del XVII secolo ci furono numerose operazioni di consolidamento del
terrazzamento. Ma nel 1810 il
Sangone cambiò il proprio corso, tagliando il meandro e separando così
il castello dai suoi giardini: fu il colpo di grazia alla sua
decadenza.
Ma prima di arrivare a questo triste finale, bisogna
ricordare gli anni di splendore di Mirafiori. Il
Theatrum Sabaudiae
racconta un castello grandioso, dotato di un corpo centrale con due
ali, rivolto verso i magnifici giardini. L'ingresso da Torino
avveniva da un monumentale cortile rotondo, definito da un edificio
porticato, che si univa al corpo centrale del castello. In realtà il
palazzo del
Theatrum Sabaudiae non venne realizzato completamente:
furono costruiti il corpo centrale e i giardini, che furono
prediletti più di Carlo Emanuele che di Caterina. La duchessa si
stancò infatti presto della nuova residenza e preferì spendere il
proprio tempo in altre delizie, mentre il duca amava passeggiare nei
giardini e ricevere i propri ospiti a Mirafiori.
Ma la
descrizione del
Theatrum Sabaudie, riportata
dal sito museotorino.it,
dà un'idea dello spettacolo che dovevano essere la residenza e il suo
parco: "Il Castello di
Millefiori, residenza suburbana del duca di Savoia, che sorge a circa
tre miglia da Torino, è veramente degno del suo nome, perché
permette di godere le gioie della primavera e le delizie di Flora,
data la meravigliosa varietà dei suoi fiori […]Da una parte si
gode una vista amplissima sulle selve e sui prati sottostanti; da
un’altra si osserva con animo gioioso la vasta pianura che si
estende in basso […] su boschetti con alberi disposti in
bell'ordine, sui campi ubertosi coperti di fiori, su vigneti, su
grandi distese di prati: ovunque si stende insomma un vero labirinto
di delizie. Nel cuore di questa reggia di bellezza si eleva il
Castello, degno della regale magnificenza del Principe. Tutte le sue
parti, distribuite con arte mirabile, affascinano talmente lo
sguardo, che non sai se ammirare di più la grandiosità degli
edifici dovuti al fasto principesco, oppure lodare la geniale abilità
dell’architetto nel creare una così maestosa bellezza. Vi si
aprono immensi saloni, sui quali lunghe serie di stanze comunicanti
si schiudono in fuga via via che ci si addentra. Le pareti e i
soffitti brillano per preziose tappezzerie, o per eleganti pitture, o
per oro profuso qua e là con sovrana non curanza".
Il
castello venne molto apprezzato anche da Cristina di Francia, la
prima Madama Reale, che usava spendervi molto tempo. Ma fu proprio
durante la sua reggenza che iniziò la decadenza: il castello fu
pesantemente bombardato dai francesi durante la guerra che
contrappose Cristina ai cognati Maurizio e Tommaso. Con l'avvento
della Reggia di Venaria e della Palazzina di Caccia di Stupinigi,
Mirafiori smise di interessare i Savoia, per cui non ci furono
particolari lacrime quando, nel 1706, durante l'assedio, fu
ulteriormente danneggiato dai Francesi. Nel 1866 la proprietà arrivò
a Rosa Vercellana,
la bela Rosin di Vittorio Emanuele II, che di
Mirafiori portò il titolo di contessa. Fu l'ultimo sprazzo.
Alla fine del secolo, a causa delle continue piene
del Sangone, il castello fu definitivamente abbattuto. Oggi rimane
poco o niente dell'edificio e rimane un quartiere, per decenni il più
famoso e più mediatico di Torino, capace di evocare epiche e
leggende, che però niente hanno a che vedere con il castello, al
solo pronunciare il suo nome.
Complimenti
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