Nel XVII secolo il Reggimento
Carignano dell'esercito piemontese, fondato dal principe Tommaso
Francesco di Savoia nel 1642, partecipò alla conquista francese del
Canada. Era un corpo speciale, una sorta di Legione Straniera
ante-litteram, in cui soldati piemontesi e savoiardi convivevano con
svizzeri, tedeschi, irlandesi. Il principe Tommaso pose il proprio
reggimento prima al servizio degli Asburgo, in chiave antifrancese,
quindi, in uno dei cambi di alleanza tipici della dinastia sabauda,
passò alla Francia. Una delle missioni che Luigi XIV affidò al
Reggimento sabaudo, che si era già distinto nelle lotte contro i
Turchi, fu la conquista del Canada, una terra sterminata e selvaggia, abitata da fiere tribù indigene.
Il
Reggimento Carignano lasciò il porto francese di La Rochelle il 13
maggio 1635, disposto a lottare contro gli Irochesi e i Mohawks, per
rinnovare nel Nuovo Continente l'eterna lotta tra Francia e
Inghilterra. Il viaggio fu avventuroso, con L'Aigle d'or,
l'imbarcazione che li trasportava, non sempre all'altezza delle
aspettative (mancavano persino i giacigli per tutti gli uomini).
Però, nonostante le difficoltà, l'esercito francese arrivò a
Québec, dove fu accolto da grandi festeggiamenti in onore del Re
Sole. Il Reggimento Carignano dovette fare immediatamente i conti con
il clima gelido, che fece ammalare molti soldati (il 9 gennaio 1666 si
registrarono 31 gradi sotto zero). "Privi dell'equipaggiamento
necessario, con pezze ai piedi e poche gallette nel tascapane, molti
soldati ebbero naso, orecchi e dita congelate sin dal primo giorno" scrive Massimo Centini nel libro La Cappella della Sindone.
Arrivati
al Fort Saint Louis, decimati dal freddo e dalle fatiche, i soldati
furono accolti dal tenente Courcelle, che riprese immediatamente il
cammino verso il territorio Mohawks. Era una missione disperata,
visto il clima e visti i sacrifici già sopportati da soldati che non
erano né attrezzati né abituati alle temperature rigide del Canada
settentrionale. Al comando di Courcelle, quello che restava del
Reggimento Carignano iniziò ad avanzare in territorio indiano,
trovando solo villaggi abbandonati o abitati da vecchi e bambini, con
gli indigeni in attesa e pronti a una sorta di guerriglia, così da fiaccare la morale di soldati già provati
dagli stenti.
Quando, l'8 marzo, quello che rimaneva della
pattuglia partita da Fort Saint Louis fece ritorno al forte, i
superstiti del Reggimento Carignano erano poche centinaia. Dopo
alcuni mesi, necessari agli ufficiali per rivedere le strategie
militari e ai soldati per adattarsi al clima, la marcia verso il
territorio Mohawks riprese. Però gli indiani continuarono a
utilizzare la loro tecnica: villaggi abbandonati prima dell'arrivo
degli invasori bianchi e vedette sulle colline, per seguire il
cammino dei soldati e approfittare di ogni fragilità degli europei e
ogni vantaggio del territorio. Al rientro al Forte Saint Louis, a
ottobre, i villaggi indiani erano già stati dichiarati territorio francese. Il
Reggimento Carignano fu impegnato nel Canada fino al 1668, alcune
centinaia di soldati rimasero poi nel Nuovo Mondo, contribuendo alla
nascita del Canada moderno.
E' una storia piemontese e
sconosciuta, riportata da Massimo Centini per spiegare perché
Palazzo Carignano, nella parte che si incurva verso le parti piane,
all'angolo con i corpi laterali, presenta una serie di decorazioni
simboliche, tra cui alcuni Indiani d'America. Benedetto Palazzo
Carignano, che non smette mai di sorprendere!
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