Torino come sarebbe stata se non ci
fosse stata la crisi economica e finanziaria che ha travolto l'Europa
e, in particolare, il Sud del continente.
Laddove corso Lione e
corso Mediterraneo si uniscono, per dare vita alla Spina 1, sarebbe
dovuta sorgere la Porta Europa. Il punto è davvero scenografico,
soprattutto arrivando dal nord della città, in direzione sud: il
grande viale, l'igloo di Merz che si avvicina, il corso che si divide
in due. Si è pensato subito a una torre per segnalare in modo
scenografico l'inizio della grande Spina. Prima doveva esserci la
torre della Regione, disegnata da Massimilano Fuksas e poi finita al
Lingotto, poi si è progettata la Porta Europa, frutto di una
consultazione internazionale vinta dal tedesco Jan Störmer. Il
progetto di Störmer, sviluppato poi da Benedetto Camerana &
Partners per Franco Costruzioni, prevedeva la costruzione di due
torri, di altezza differente, una destinata a uffici e una di
carattere residenziale, unite da una piattaforma commerciale
sottostante.
Nel definitivo progetto di Camerana, le due torri
sono ampiamente più basse della Mole Antonelliana (e già questo è
fonte di gratitudine per il torinese medio), quella per gli uffici è
alta 95 metri, quella per le residenze 60. Al di sotto due parcheggi
sotterranei, uno per gli uffici e l'altro privato, danno posto a
oltre 500 auto. La parte più interessante del progetto, come sempre
accade negli ultimi anni, riguarda le soluzioni adottate per il
risparmio energetico. La doppia facciata delle torri ha schermi solari
mobili, in grado di adattare l'aria dell'intercapedine alle variazioni della temperatura esterna e
dell'irraggiamento; le solette, percorse dalle tubazioni,
contribuiscono al riscaldamento o raffreddamento degli ambienti,
rilasciando il caldo o il freddo; l'acqua di falda viene utilizzata per gestire le temperature
interne, con uno scambiatore di calore sotterraneo. Con questi
accorgimenti sia la piattaforma commerciale da cui partono le due
torri sia i due edifici non usano l'aria condizionata, ma
l'energia geotermica, risultando così indipendenti da un punto di
vista energetico.
Il progetto, datato 2009, ha subito numerosi
ritardi a causa della crisi finanziaria; pochi mesi fa è fallita la
ditta Franco Costruzioni, un tempo una delle più potenti di Torino,
e la Porta Europa è al momento un'operazione sostanzialmente
fallita. E' un bene, è un male? Dipende dalle opinioni personali
circa la presenza di torri avveniristiche in contesti urbani che
hanno un'altra storia. Sono davvero un segno di modernità punti di
rottura così dirompenti? Bisogna conservare il paesaggio urbano così come l'abbiamo ricevuto, con le sue proporzioni, per
le generazioni future? Personalmente considero che non siano i
grattacieli i segni di modernità di una città: probabilmente lo
sono di più la presenza di servizi efficaci, di edifici anche
antichi, dotati di tutti gli accorgimenti necessari al risparmio
energetico, di una rete di trasporti sotterranea e di superficie
veloce e utile. Alle torri, insomma, preferisco due o tre linee di
metropolitana, una rete di scuole, ospedali e servizi sociali efficiente, edifici magari sorprendenti, però con dimensioni che
rispettano la storia di Torino. Ma sono opinioni ed è interessante
vedere i progetti della Torino che sarà (o, come in questo caso, che
sarebbe stata).
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