A Torino per il Salone del Gusto? Anche
il quotidiano britannico
The Guardian, che stila la lista dei dieci
migliori ristoranti torinesi, da frequentare in questi giorni. E ce n'è per tutti i gusti e per tutti i quartieri, a testimoniare che non è un caso se Torino è la sede del Salone del Gusto.
Alla
guida della top-ten britannica c'è il ristorante Scannabue, a San Salvario,
quartiere "di ristoranti e bar alla moda"; si trova "in un ex
salone d'auto ed è arredato come un caffè torinese del XIX secolo.
Nel menù degustazione, antipasti creativi, agnolotti del plin
ripieni di coniglio, manzo e maiale". Si va nel quartiere del Lingotto con Eataly, "un grande emporio del cibo in un'ex fabbrica, che offre il meglio
delle produzioni del Paese"; i ristoranti e i caffè di Eataly
offrono "piatti preparati con ingredienti locali e stagionali di
alta qualità, pane fresco, formaggi, salumi, pasta fatta a mano".
Il podio torinese di
The Guardian è completato dal Porto di
Savona, in piazza Vittorio Veneto; è uno dei ristoranti più antichi
della città, "aperto nel 1863, quando Torino era la capitale
d'Italia"; l'interno sembra £taverna del XIX secolo" e il
menù include "risotto al tartufo bianco e tagliatelle fatte a mano
con salsa di formaggio castelmagno". Anche in questo caso i piatti
sono preparati "con ingredienti regionali, dai peperoni alle
nocciole, utilizzate per i dolci".
Del Quadrilatero Romano si
segnala il Consorzio, "un ristorante caldo e accogliente che offre
cucina tradizionale con un tocco originale". Si sottolineano la
passione per i tartufi e i vini di famiglia dei proprietari,
provenienti dall'Astigiano;
The Guardian è rimasto colpito dal
quinto quarto, un piatto di frattaglie che richiede due giorni di
preparazione. La Top-Five è completata da Il Circolo dei Lettori, "un ex club privato in cui si riunivano intellettuali, scrittori,
poeti e artisti torinesi, come testimoniano i ritratti di artisti
sulle pareti del ristorante"; oggi ospita un'associazione per la
presentazione di libri, gruppi di lettura, laboratori. Il menù
creativo comprende "piatti regionali, tra cui la
finanziera, un piatto abbondante di carne di vitello di frattaglie e
cresta di gallo cucinato con vino Marsala, aceto ed erbe aromatiche,
reso famoso dal vicino Del Cambio, uno dei più antichi ristoranti
del mondo (ha aperto nel 1757)".
Poi nella lista ci sono
osterie, trattorie e piole, tra il centro, San Salvario, il Lingotto,
Borgo San Paolo, a testimoniare che Torino ama mangiare bene in tutti
i suoi quartieri. E, se capite l'inglese, non perdetevi la discussione tra i lettori, sotto l'articolo, tra ulteriori suggerimenti, conferme e grandi apprezzamenti per la cucina italiana. L'ego torinese apprezza e si torna a pensare che sì, tra turismo e cucina l'Italia potrebbe conquistare una buona e sana crescita del PIL.
L'articolo con la lista completa è
su theguardian.com.
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