Per molti secoli, lo si è ricordato varie volte su Rotta su Torino, c'è stato un solo ponte sul Po, a collegare la città con la collina e con la strada per Genova. Torino
era ancora lontana dalle sponde e il ponte si trovava tra le attuali
piazza Vittorio Veneto e piazza della Gran Madre. Per poterlo raggiungere direttamente da piazza Castello, Torino
costruì la sua prima strada 'inclinata', la Contrada di Po,
diventata poi via Po.
Il ponte sul fiume, antenato dell'attuale
ponte Vittorio Emanuele I, fu il primo ponte in pietra costruito nei
pressi di Torino, nel XV secolo. Secondo le poche notizie che lo
riguardano, era a dodici arcate, costruite un po' alla buona da
maestri locali, all'inizio del XV secolo. La sua vita fu travagliata:
le piene del Po non davano tregua e i pilastri dovevano essere
continuamente consolidati. Il tracollo avvenne il 3 novembre 1706,
pochi mesi dopo la gloriosa vittoria contro i francesi, costretti a
togliere l'assedio a Torino. Quel giorno l'ennesima piena causò il
crollo del sesto pilone, che trascinò con sé anche le ultime arcate
verso la collina. Si decise di riparare il ponte con travi e pilastri
di legno, in un singolare connubio estetico tra pietra e legno. E'
questa l'immagine che è stata tramandata a noi da un dipinto di Bernardo Bellotto, realizzato a metà del Settecento e oggi conservato alla Galleria Sabauda (guardatelo bene, in lontananza si vede il Castello del Valentino, dietro il ponte si vedono le borgate sulla riva del fiume), e da un'incisione di
Giuseppe Pietro Bagetti, datata 1795. Per quanto l'immagine fosse
suggestiva, è evidente che un ponte 'rammendato', non potesse essere
adeguato alle esigenze di Torino. Ma fu Napoleone, che, di passaggio, colpito dalle somiglianze della città con Parigi, decise che
si meritava un ponte di pietra. E come sia poi andata
lo sappiamo già.
Un'annotazione sull'aspetto della chiesa del Monte dei Cappuccini, che si
può vedere sia dal quadro del Bellotto che dall'incisione del Bagetti: "Durante l'assedio di
Torino del 1706 venne tolta la copertura in piombo della cupola
per farne munizioni per i cannoni. Nel quadro del Bellotto
conservato alla Galleria Sabauda si può vedere il progetto originale
della cupola semisferica di questa chiesa, sostituita in seguito da
una cupola con tamburo ottagonale” scrive
associazioneguarini.org, ricostruendo la storia dell'edificio. E viene da pensare a come la
preparazione alla Battaglia del 1706 cambiò il paesaggio di Torino e del territorio circostante. Argomento per
prossimi post.
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