Probabilmente nessuna città d'Europa
ha intorno a sé una serie di parchi, fiumi, residenze reali, terreni
agricoli, come Torino. Sin dal trasferimento della capitale del
Ducato da Chambery a Torino, i Savoia si sono preoccupati di
trasformare in strumento della propria propaganda non solo la loro
capitale, ma anche il territorio che la circonda. Da Emanuele
Filiberto in poi, si potrebbe dire che ogni sovrano ha costruito una
residenza fuori città per la propria delizia. E che la loro costruzione non sia stata
casuale, ma che sia parte di un vasto progetto di controllo
del territorio e di propaganda, lo dimostra un
passo di un dialogo immaginario, in cui Amedeo di Castellamonte
racconta al Bernini la Corona di Delizie sabaude: "Sicché non vi
restava altro che questa parte a mezzanotte, senza la propria
delizia, in maniera che chi sarà partito dal Castello di Rivoli e
facendo il giro tra questi palazzi, tra loro distanti tre miglia,
avrà nella Venaria Reale compiuto il viaggio di una giornata, tra
delizie de' magnificenze di fabbriche, tra amenità di fontane,
allée
e giardini, cosa veramente rara e forse non osservata in altri Paesi
d'Italia".
Si potrebbe dire che il
Castellamonte stesse definendo sì la Corona di Delizie di Casa Savoia, ma anche quella
che tre secoli dopo sarebbe stata la Corona Verde di Torino. Sul
finire del XX secolo, e partendo dalle Residenze Reali sabaude, la
Regione Piemonte ha infatti avviato uno dei suoi progetti più ambiziosi:
trovare un filo conduttore, una strategia comune, per la
riqualificazione dell'area metropolitana torinese, attraverso l'integrazione di
parchi, fiumi, aree agricole e residenze reali che la
circondano. Il progetto coinvolge 93 Comuni della Regione, migliaia
di ettari di parchi e aree agricole, percorsi fluviali per centinaia
di chilometri. Per delineare il progetto,
spiega Paolo Castelnovi in
Paesaggio e Bellezza (ed. Celid), "si è
ribaltato l'approccio tradizionale, urbano-centrico, e si è partiti
dagli spazi aperti della campagna periurbana, per proporre nuovi
indirizzi urbanistici e infrastrutturali e nuove strategie di
sviluppo sostenibile utili anche per l'assetto urbano".
All'interno del territorio della Corona Verde, grazie ad altre iniziative, c'è stato il restauro delle
Residenze Sabaude, il più grandioso dei quali è stato, evidentemente,
quello della Venaria Reale, considerato a suo tempo "il più grande
cantiere di restauro aperto in Europa". Il risultato di questo
restauro è sotto gli occhi di tutti i turisti che visitano Torino
non più solo per il Museo Egizio e il Museo del Cinema, ma anche per
raggiungere la Reggia di Venaria e perdersi nei suoi magnifici
giardini e nelle sue architetture barocche. Il Castello di Rivoli è
stato trasformato nel Museo di Arte Contemporanea, senza però
perdere la sua identità di residenza sabauda (sarà un tema che si
approfondirà prossimamente); la Palazzina di Caccia di Stupinigi è
stata magnificamente restaurata e le sono stati restituiti i suoi
giardini, così come, in collina, la Villa della Regina è diventato
uno dei belvedere più eleganti sulla città, dotata di un terreno
agricolo e di una delle tre vigne cittadine esistenti in Europa (le
altre due sono a Parigi e a Vienna). Ma non si tratta solo della
valorizzazione del patrimonio storico-architettonico rappresentato
dalle Residenze Reali.
Corona Verde intende realizzare
un'infrastruttura verde che le integri ai parchi, ai fiumi, alle aree
agricole. "La decennale presenza dei parchi naturali di Torino e
dintorni testimonia che è possibile far convivere i ritmi e il
clamore della quotidianità urbana con i ritmi diversi di piante e
animali selvatici. Natura e paesaggio (e storia e arte) sulla porta
di casa, un mondo da conoscere: la
rul verda, una quercia
del Parco della Collina Torinese di Superga che non perde le foglie
d’inverno. I boschi di Stupinigi, la Mandria e i suoi silenzi
appena 'di là del muro', e, appena più lontana, ai margini del
Canavese, la Vauda, con i suoi impensabili orizzonti. E ancora i
laghi di Avigliana, il Colle del Lys e il Monte San Giorgio, infine
il Po, il suo tempo lento, il suo tranquillo andare" scrive la
Regione Piemonte
nella sezione del suo sito web dedicata alla Corona Verde.
I progetti in fase di realizzazione intendono valorizzare quest'area verde metropolitana e favorire
la fruizione dei cittadini. I percorsi ciclopedonali lungo la Stura, il Sangone, la Ceronda; la
Greenway del Po della Pianura; la sinergia tra i Parchi lungo il Po e sulla Collina Torinese, per migliorare la fruizione dei percorsi; la ridefinizione dei bordi urbani; il sostegno alle imprese agricole; la restituzione dei boschi a Pianezza e a Settimo Torinese; l'area umida lungo la Dora Riparia a Collegno. Un ruolo centrale lo riveste l'agricoltura nell'area metropolitana, a cui è affidato il mantenimento del sistema degli spazi aperti e del
paesaggio.
Su youtube.com c'è un documentario della Regione
Piemonte presentato al 31° Torino Film Festival e intitolato
Corona
Verde, in cui il documentarista Davide Demichelis, racconta il progetto e mostra i piccoli e grandi tesori
del patrimonio naturalistico e storico che custodiamo alle porte di
Torino e che anche molti torinesi ignorano. Non perdetelo!
Commenti
Posta un commento