L'ultima sentenza, polemica e mediatica, è stata quella della Corte di Cassazione, che ha annullato la condanna a 18 anni di carcere per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, condannato nei due precedenti grado di giudizio a causa del disastro ambientale che la Eternit è stata per Casale Monferrato, con decine di morti a causa dell'amianto. Il diritto difende
la prescrizione dei reati, Casale Monferrato reclama giustizia per i
suoi morti. Non sempre le sentenze corrispondono al sentire diffuso.
Si rifletterà su questo, il 25, 26, 27, 28 novembre alle 21, in uno
spettacolo al teatro del Carcere delle Vallette, intitolato
Ognuno ha la sua legge uguale per tutti. Il punto di partenza è "giudichiamo e condanniamo, talvolta in modo severo oppure
assolviamo, ma la legge alla quale facciamo riferimento è la Legge
dello Stato? Oppure i nostri codici si basano su sentimenti,
abitudini, necessità individuali, dove il 'diritto' è un po’ 'storto' per tutti tranne che per noi?" Ottimo spunto per
riflettere sulle sentenze 'giuste' e sui sentimenti che non sempre
guardano alla Legge (perché mi viene in mente Antigone, che ha
sfidato le leggi del suo tempo, in nome di leggi che "c'erano prima
degli dèi e ci saranno dopo di essi?").
Lo spettacolo
teatrale, realizzato da Teatro Società, con la regia di Claudio
Montagna, alternerà sulla scena un gruppo di detenuti del Padiglione
A con un gruppo di studenti della Facoltà di Giurisprudenza e delle
Scuole Medie Superiori di Torino. Un gruppo improvviserà storie di
illegalità, più o meno grave, ispirate alla cronaca. L'altro gruppo
dovrà condannare o assolvere, diviso in due fazioni contrapposte.
Poi un esperto chiarirà di volta in volta cosa stabilisce la legge, "fornendo uno strumento in più per comprendere la forza della
norma giuridica e il suo- a volte complesso- rapporto con i valori e
il sentire comune". Allo spettacolo assisterà un pubblico di 500
persone, già prenotate.
Alla base di Ognuno ha la sua legge uguale per tutti, e come fonte di
ispirazione, ci sono gli incontri di Teatro Società con gli studenti e, soprattutto, i
risultati di un questionario della Cattedra di Sociologia Giuridica
che ha coinvolto giovani e detenuti. E' risultato che proprio i più
giovani tendono a giudicare pesantemente i comportamenti devianti. Ma,
si chiede Claudio Montagna, "chi giudica sa poi
accettare fino in fondo le regole? Su questo interrogativo e per
approfondire il significato di alcune risposte al questionario,
abbiamo costruito il confronto. L'obiettivo è quello di far emergere
e cogliere dal vivo, com'è nostra consuetudine, abiti mentali e
atteggiamenti che spesso destano stupore non per fornire risposte ma
per stimolare piuttosto una conoscenza critica e la maturazione del
senso civico".
Uno spettacolo che si preannuncia bello e importante, per riflettere, in tempi che sembrano non prediligere la razionalità e la lucidità, su leggi e sentimenti, contrapposti da Antigone in poi, ma con codici che vanno conosciuti, prima di essere giudicati.
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