Ieri si sono celebrati i 300 anni della nomina di Filippo Juvarra a Primo Architetto Civile del Regno di Sicilia. Era il 15
dicembre 1714, Filippo Juvarra era appena arrivato a Torino, invitato da
Vittorio Amedeo II. Nato a Messina,
Juvarra aveva conosciuto Vittorio Amedeo pochi mesi prima, durante il
viaggio del neo-sovrano in Sicilia, la terra che dava il nome al suo
Regno (poco dopo la Sicilia sarebbe stata scambiata con la Sardegna e
il Regno di Sardegna sarebbe stato protagonista della riunificazione
d'Italia). Narrano le cronache che tra il 48enne sovrano e il 36enne
architetto fu subito simpatia e chimica, tanto che Vittorio Amedeo
volle il siciliano a Torino, per cambiare il volto della capitale del
nuovo Regno. E se Filippo lo cambiò!
A lui Torino deve ancora
oggi buona parte dell'immagine bella che ha di se stessa e i torinesi
gli devono alcuni dei simboli più importanti della propria identità
e del proprio immaginario. Vi potete immaginare Torino senza lo
sguardo materno e affettuoso della Basilica di Superga? Potete
immaginarvi di arrivare a Torino e di non vedere da lontano la sagoma
di Superga, che piano piano si fa più definita, e non sentire quel sorriso
dentro perché casa è vicina? Potete immaginarvi di percorrere corso
Unione Sovietica e non vedere in lontananza il cervo, sulla Palazzina
di Caccia di Stupinigi, su cui vegliano le Alpi? E sarebbe davvero
via Garibaldi, se al fondo non ci fosse la facciata sontuosa di
Palazzo Madama? E San Filippo Neri? E la chiesa di Sant'Uberto, nella
Reggia di Venaria? E il Castello di Rivoli, a controllare la pianura
e l'incipiente Valle di Susa? Dal sole della Sicilia, Filippo Juvarra
portò a Torino un barocco sensuale, rigoglioso, appassionato, mai in
contrasto con il rigore architettonico della città, ma, capace di
completarlo, di dargli nuove letture e nuove interpretazioni.
Da
qualche mese, Palazzo Madama sta celebrando i 300 anni dall'arrivo di
Filippo Juvarra a Torino con numerose iniziative, reali (
le colazioni prima e
le merende adesso, nella veranda juvarriana della sua
caffetteria) e virtuali (l'hashtag #juvarra300 per condividere
disegni e curiosità sul grande siciliano). L'ultima proposta in
ordine di tempo (ma proprio stamattina si annunciava una nuova
sorpresa...) è una mostra virtuale,
Filippo Juvarra. Fantasia barocca, organizzata grazie alla
collaborazione del Google Cultural Institute: disegni, bozzetti,
dipinti raccontano la poetica di Filippo, i suoi interessi, la
passione per l'architettura classica e per i dettagli; ci sono i suoi
capricci architettonici, i suoi pensieri per facciate, chiese e
piazze torinesi, i confronti tra i suoi progetti e gli edifici poi
realizzati. Le immagini sono accompagnate da brevi didascalie che
raccontano, spiegano e approfondiscono la figura del grande
architetto siciliano, capace di regalare a una capitale un nuovo
immaginario e una nuova identità. Non perdetela, su
www.google.com/culturalinstitute.
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