Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, scriveva Giuseppe
Ungaretti nella più celebre e crudele sintesi della vita dei soldati in trincea. E questa sensazione di precarietà non abbandona
mai, durante la visita di
Al fronte. Cineoperatori e fotografi raccontano la Grande Guerra, la mostra appena
inaugurata al
Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Merito
dell'allestimento, che parte dalla grande aula del tempio,
trasformata in una sorta di trincea, mostra decine di fotografie e di
immagini sulla salita della rampa, in un'implicita metafora della
fatica e della precarietà, e termina poi con la Prima Guerra
illustrata da musicisti e artisti contemporanei. Il Museo del Cinema
conserva
collezioni preziosissime sulla Grande Guerra, ci sono i
fondi di
Luis Bogino, un fotografo nato in Argentina da genitori
piemontesi, al seguito dell'Esercito Italiano; ci sono
le fotografie
dei giovani soldati, scattate nella quotidianità e nelle sorprese
del fronte, spesso in trincea; ci sono
i filmati dell'epoca,
propagandistici e cinematografici, e ci sono spezzoni di film girati
in varie epoche, tra cui
Uomini contro di Francesco Rosi. Sono immagini preziosissime, che aprono
uno squarcio inedito sulla vita al fronte, che raccontano le influenze e le conseguenze di quell'evento sull'immaginario italiano, che parlano alle nuove generazioni assuefatte di violenza e guerre, sante o meno, con immagini d'impatto e teneri oggetti appartenuti ai Caduti.
La
Grande Guerra è
la prima documentata dalle immagini in movimento e
dalle fotografie. Per chi le osserva 100 anni dopo, c'è la tenerezza
della distanza, c'è l'eco dei ricordi scolastici, c'è tutta l'epica
del Piave, di Caporetto, del Presente di Redipuglia, c'è la memoria
di nonni e bisnonni segnati per sempre dalle trincee, c'è la
tristezza di una violenza che non termina mai e di una disumanità
che in questi giorni è più che mai attuale. Lungo la salita della
rampa elicoidale, si ha anche
la consapevolezza del ruolo dei media,
del forte impatto visivo della fotografia, più efficace di tante
parole.
Sette le sezioni tematiche, che raccontano il dramma della
Grande Guerra:
Il fronte geografico e i panorami di guerra,
Momenti della vita quotidiana al fronte, La trincea, La
guerra bianca sulle cime italiane,
Tecnologie della Grande
Guerra,
Feriti e prigionieri al fronte e nelle retrovie,
Vittime di guerra: corpi e luoghi devastati.
La sezione che chiude la mostra racconta
i luoghi della Grande
Guerra oggi, con un viaggio fotografico di Paola De Pietri, con le
installazioni degli artisti Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e con videoclip di musicisti di vari generi, dal pop al metal. C'è
attualità in quella violenza, in quell'epica in cui gli italiani si
trovarono al fronte per la prima volta insieme, senza ancora una
lingua comune, e in cui l'Europa perse se stessa, faticando tutto un
secolo per ritrovarsi.
Nel 2015 l'Italia ricorda
i 100
anni dal suo ingresso nella Prima Guerra Mondiale, ci saranno poi
date di avanzate e disfatte lungo la linea delle trincee e del Piave,
ma il ricordo di quella Guerra in cui l'Europa si è persa, non
poteva avere
migliore inizio, qui, a Torino, nel Museo del Cinema.
Al fronte. Cineoperatori e fotografi raccontano la Grande Guerra chiuderà il
3 maggio 2015; l'orario di apertura segue quello del Museo del Cinema: da martedì a venerdì dalle 9 alle 20, sabato dalle 9 alle 23, domenica dalle 9 alle 20; lunedì chiuso. Se intendete approfittare della mostra per salire anche sulla Mole Antonelliana, ricordate che
dal 2 febbraio al 23 marzo 2015 l'ascensore panoramico
sarà chiuso per manutenzione. Il
biglietto d'ingresso costa 10 euro, ridotto 8 euro, gratuito per i bambini fino a 5 anni, per i possessori delle tessere di Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card. Tutte le info sul sito web del Museo,
www.museocinema.it.
Una bella mosta, per non dimenticare....
RispondiEliminaPaola, scusa se non ho pubblicato prima il tuo commento, ma mi è apparso solo stamattina, insieme a tutti gli altri...
RispondiEliminaHo pensato la stessa cosa al visitare la mostra, per questo invito tutti a non perderla, soprattutto i più giovani, che poco sanno della Grande Guerra. Grazie per il commento!