Il 20 maggio 1814, re Vittorio Emanuele
I di Savoia ritornava a Torino, dopo l'esilio in Sardegna a cui
l'aveva costretta l'occupazione napoleonica del Piemonte. I torinesi
celebrarono il ritorno del loro sovrano con la costruzione della
chiesa della Gran Madre, diventata presto una delle icone predilette,
grazie anche alla sua magnifica posizione.
Palazzo Reale conserva
un acquerello di Giuseppe Pietro Bagetti, che riproduce il solenne
ingresso di re Vittorio Emanuele nella sua capitale, dall'attuale
corso Moncalieri, attraverso il ponte di pietra costruito da
Napoleone. Di qui il re ha attraversato la grande esedra alberata,
antenata di piazza Vittorio Veneto ed è risalito lungo via Po
(allora Contrada di Po) fino a Palazzo Reale. Il quadro dà un'idea
della solennità del momento, ma anche della Torino dell'inizio del
XIX secolo.
Colpiscono le dimensioni della grande esedra
alberata, voluta dalle autorità francesi, per sottolineare e
accompagnare l'ingresso in città. A vedere il quadro, doveva andare
dall'attuale corso San Maurizio fino a via Giolitti.... immaginate
cosa doveva essere accolti a Torino da un semicerchio di alberi che
indirizzavano verso via Po, quale maestosità dovevano trasmettere.
Sul Po, alla destra del ponte di pietra, si vede il quartiere del
Moschino, di cui si è già parlato su Rotta su Torino, sia
per la sua cattiva fama sia
per il mondo che lo abitava; si trovava al
livello delle acque del fiume, mentre la futura piazza Vittorio
Veneto è stata già 'rialzata' per essere all'altezza del ponte di
pietra (in realtà tra via Po e il ponte Vittorio Emanuele c'è un
dislivello di 6 metri, che nel profilo della piazza non si nota,
grazie al gioco dei portici). Immaginate che lavori ingegneristici
devono essere stati realizzati dopo la demolizione del Moschino, per
la costruzione dei Murazzi e per la messa in sicurezza del quartiere
retrostante, portato ad un'altezza meno pericolosa in caso di piena
del Po.
Dal quadro si deduce che sì, una volta era tutto
campagna. Non solo non esistevano le vie retrostanti i Murazzi e
piazza Vittorio Veneto, ma, ovviamente, neanche la Vanchiglia,
Barriera di Milano. Si vede una campagna punteggiata di edifici,
probabilmente non solo cascine, visto che alcuni sembrano avere un
certo valore architettonico e visto che storicamente in quell'area
c'erano la Polveriera e la Manifattura Tabacchi, sorta sulle rovine
del Castello di Regio Parco.
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