Se pensavate
che nel 2015 l'agenda culturale torinese fosse già densa di grandi
eventi culturali, dall'apertura del nuovo Museo Egizio alle mostre su
Amedeo Modigliani e Claude Monet alla GAM, ecco un
altro appuntamento imperdibile. Dal 19 marzo al 28 giugno, la Pinacoteca Giovanni e Marella
Agnelli ospiterà la
Madonna del Divino Amore di Raffaello,
proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli.
E' la prima volta che
il celebre dipinto verrà esposto a Torino e lo farà all'interno di
una mostra organizzata per presentare i lavori di indagine e restauro
compiuti sulle opere di Raffaello. Sono stati studi che hanno aiutato
a comprendere i processi creativi ed esecutivi dei suoi quadri. E per
aiutare il grande pubblico a comprendere la complessità degli studi
condotti, il percorso espositivo sarà arricchito da supporti
multimediali, che permetteranno di apprezzare la struttura interna
del quadro, con i vari cambiamenti apportati da Raffaello in corso
d'opera. Sarà, insomma, una mostra un po'
sui generis, perché non
si limiterà a mostrare il quadro compiuto, ma spiegherà come il
pittore è arrivato a realizzarlo e come le attuali tecniche aiutano
a studiarlo e a comprendere meglio il processo creativo di un artista
rinascimentale.
La Madonna del Divino Amore è un dipinto della
sua bottega, non solo di Raffaello: alla sua realizzazione sembra
abbiano preso parte anche Giovan Francesco Penni e Giulio Romano. E'
stato dipinto intorno al 1518 e rappresenta una Madonna con Gesù
Bambino in grembo: il bambino gioca con San Giovanni Battista, pure
lui bimbo, alla presenza di Sant'Elisabetta. Una buona descrizione
del quadr, scritta con linguaggio divulgativo, si trova
su Wikipedia: "In primo piano si trova il gruppo della Madonna col Bambino in
grembo che gioca con san Giovannino, all'ombra di sant'Elisabetta.
Al posto della tradizionale composizione piramidale, il gruppo è
composto secondo un'innovativa disposizione in diagonale, imperniata
sulla gamba sinistra distesa della Madonna che ricorda la
Madonna
del Belvedere e che s'ispira probabilmente alla
Sant'Anna,
la Vergine e il Bambino con l'agnellino di Leonardo.
Gesù sembra attratto dalla croce di san Giovanni, ribadendo la sua
accettazione del destino della Passione. Come nella Madonna del
Belvedere, si ritrova a far da tramite tra i due bambini la croce di
canne, che da elemento ludico nella tavola di Vienna, assume qui una
valenza teologica più marcata, segnata dal gesto benedicente di Gesù
diretto verso il san Giovannino genuflesso. In questo contesto, gli
studiosi si soffermano sul gesto di sant'Elisabetta (o secondo alcuni
sant'Anna)
che con estrema delicatezza e attenzione sorregge il braccio destro
di Gesù".
Se ne tornerà a parlare a marzo.
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