Quel momento in cui le
grandi
fabbriche sono abbandonate, in attesa di riconversione o di
demolizione. E' un momento drammatico, per tutte le vite che lì sono
passate, per la pagina che viene voltata, ma è anche
carico di
poesia e di opportunità, come possiamo vedere anche a Torino. E' un
momento che la pittrice ligure
Cecilia Ravera Oneto ha immortalato in
molti suoi quadri: durante la Seconda Guerra Mondiale, il lavoro di
disegnatrice alle
Officine Ansaldo di Genova le permise di
avvicinarsi alle tematiche del
paesaggio industriale e, per tutti
gli
anni 50 e 60, le strutture
dell'Italsider e delle fabbriche furono parte essenziale del suo lavoro. In quegli anni, le grandi
città del nord divennero
capitali industriali, trasformando
inevitabilmente, e irrimediabilmente, il loro paesaggio. Ravera Oneto
ne fu affascinata, descrivendo non solo
il cambiamento repentino del
paesaggio, ma anche
i protagonisti di quel cambiamento: i capannoni,
i gasometri, le raffinerie, un mondo nuovo e inaspettato, che
cambiava paesaggio, vite, abitudini.
Per
rendere omaggio a questo
suo lavoro, alle trasformazioni delle grandi città e agli interrogativi che il mutamento del paesaggio pone, la
Sala Mostre Regione Piemonte, in
piazza Castello 165,
ospiterà la mostra
Spazi sospesi 2. Artisti a confronto con
l'opera di Cecilia Ravera Oneto. Dodici artisti proporranno la
loro visione dell'archeologia industriale, in rapporto con il
paesaggio che la presenza delle industrie e dell'azione umana ha
mutato. Sono spazi sospesi, abbandonati,
senza più una funzione e
un'identità, sono la testimonianza concreta del cambiamento delle
nostre vite e delle nostre società; sono anche spazi che
ci
ammoniscono, perché sono
in attesa di un futuro, che può essere la
demolizione, ma anche una ristrutturazione e un nuovo uso, magari
culturale o ludico (e a Torino ci sono tanti esempi di entrambe le
opzioni). Probabilmente non ci potrebbe essere città
più adatta di
Torino a questo confronto artistico sull'archeologia industriale, proprio per i
numerosi esempi di riconversione post industriale che offre, dal Lingotto al Parco Dora, dal Museo Ettore Fico alla Fondazione Sandretto fino a Eataly, per citare alcuni dei modelli più noti.
Gli artisti che presenteranno
i loro lavori sono Elvira Sanchéz, Valentina Bassetti, Elena
Tortia, Guo Liang, Wang Peng, Zhao Li, Maria Rebecca Ballestra,
Cesare Bignotti e Fabio Niccolini e i vincitori dell'ultima edizione
del Premio Cecilia Ravera Oneto Resaldo Ajazi, Mihail Valentinov
Ivanov e Zlatolin Donchev. Ci saranno anche lavori inediti di Cecilia
Ravera Oneto provenienti da collezioni pubbliche, (Museo
dell’Accademia Ligustica, Genova) e private (Fondazione Carige,
Genova; Confindustria, Genova).
La mostra
sarà inaugurata il
5
marzo 2015 alle
17.30, alla presenza dei curatori Leo Lecci, Monica
Saccomandi e Laura Valle, Marina Ravera Gennari, presidente
dell'Associazione culturale Cecilia Ravera Oneto, il Presidente
dell'Accademia Albertina Fiorenzo Alfieri e il direttore
dell’Accademia Albertina di Belle Arti Salvo Bitonti, la storica
dell’arte Colette Bozzo Dufour e la storica dell’archeologia
industriale Giovanna Rosso Del Brenna. Sarà aperta
fino al 18 marzo
2015, tutti i giorni,
dalle ore 11 alle 19;
l'ingresso è libero.
Le fotografie dal sito dell'Associazione Pentesilea,
www.pentesilea.org, partner culturale della mostra.
Commenti
Posta un commento