E' stata aperta ieri,
5 febbraio 2015, e continuerà fino al
22 maggio 2015,
Ayrton, la bella mostra dedicata al tre volte campione
del mondo brasiliano di Formula1 Ayrton Senna Da Silva da
Adplog, lo spazio
espositivo che Alessandro Del Piero ha aperto circa un anno fa in
via
Gobetti 10.
Per molti anni non ho potuto parlare di Ayrton Senna
senza sentirmi, dopo pochi secondi,
gli occhi lucidi. Ancora adesso,
pensando
al 1° maggio, il pensiero automatico è
'Ayrton', poi la Festa del Lavoro (come l'8 maggio continua a essere
Gilles Villeneuve
e lo sarà per sempre). La mia adolescenza e la prima giovinezza sono
state
scandite dalle domeniche pomeriggio passate a guardare i
Gran
Premi; c'è stato un periodo in cui conoscevo a memoria i risultati
di vari campionati. Non ho mai tifato per Ayrton Senna, anche se l'ho
sempre preferito ad Alain Prost (e nelle
notti di Suzuka il tifo era
per il brasiliano, non certo per il francese, quali fossero i
colori della sua monoposto) e alla fine, quando si è costretti a
scegliere tra i due che lottano per il titolo,
ho sempre preferito
lui (i miei piloti del cuore erano sempre lontani dalle posizioni di
testa, ho dovuto aspettare
Jacques Villeneuve, per avere le mie
soddisfazioni). Ricordo ancora, come se fosse adesso,
il pomeriggio
di Imola, l'insofferenza per l'ennesimo Gran Premio buttato via al
Tamburello, l'incredulità perché
non usciva dalla Williams, l'ansia, la gratitudine per i telecronisti, che, consapevoli della tragedia in corso, mantenevano la
calma, in modo da non provocare infarti davanti alla tv (quanti lo
farebbero, oggi?). E poi
le lacrime, che non mi hanno più
abbandonato ogni volta che parlo di Ayrton (neanche adesso).
Sono
passati vent'anni. Il tempo cura tutte le ferite, dicono i saggi. Ed
è vero che al dolore si sostituisce
una dolcezza malinconica. La
stessa che ha sempre caratterizzato
il volto di Ayrton, persino nei
sorrisi. La stessa che si ritrova nelle
foto pensierose rubate ai box
e in quelle sorridenti dopo un successo. Non ci sono foto che siano
proprio inedite, lungo il
percorso espositivo di Aplog, molte si
ricordano, altre si sono viste sulle riviste specializzate, altre
rievocano un momento della vita di Ayrton, che è stata parte della nostra e strappano un sorriso. E
poi ci sono l
e monoposto, le tute, i caschi, c'è tutta
l'epopea di
un campione che aveva dato tutta la sua vita alle corse, che aveva
sacrificato la sua età alla velocità, che aveva la sfrenata
ambizione di essere il migliore (perché scrivendo adesso di Ayrton
mi viene in mente
Cristiano Ronaldo?!). Ci sono
i video di quegli
anni, che riportano indietro nel tempo. E ci sono i risultati
ottenuti dall'Istituto Ayrton Senna, presieduto da
Viviane Senna, che
nel nome del fratello salva
migliaia di bambini di strada brasiliani,
dando loro un futuro (anche i biglietti venduti per questa mostra contribuiranno a finanziare le attività dell'Istituto).
Alla presentazione della mostra,
Alessandro
Del Piero, comprensibilmente orgoglioso per questa collaborazione con
l'Istituto Ayrton Senna e per questa mostra, ha detto che non rende campioni tanto il numero delle coppe
sollevate, quanto
il legame stabilito con i tifosi. E' vero. In
quegli anni Ayrton Senna era
il pilota più amato d'Italia, dopo i
ferraristi: un risultato non facile, in una terra rossa come la
nostra, capace di festeggiare un connazionale perché esce di pista,
lasciando la strada libera a una Ferrari guidata da un francese.
Ancora oggi è
uno dei piloti ricordati con maggiore affetto. La
mostra lascia una dolcezza malinconica a chi ha visto correre Ayrton
Senna Da Silva e fa pensare all'attuale Formula 1. Cosa non si sono
persi i ragazzi di oggi, che
non hanno mai visto un Gran Premio con
Ayrton Senna Da Silva in pole position.
Fino a domenica la mostra
sarà aperta dalle 11 alle 19; dal 10 febbraio al 22 maggio
gli orari
saranno da martedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica
dalle 11 alle 19;
biglietto d'ingresso 5 euro, ridotto a 3 euro per i
possessori della tessera Abbonamento Musei, gratuito per gli under 13
e over 65.
Tutte le info su
www.adplog.com. Le due fotografie inferiori, dalla gallery
di repubblica.it.
Grazie, Alessandro, per aver portato a Torino il ricordo speciale
di Ayrton.
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