FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Quando a Torino c'erano gli idrovolanti per Trieste

C'è stato un tempo in cui il Po era una pista d'atterraggio (o ammaraggio?) per piccoli idrovolanti, in servizio sulla linea Torino-Pavia-Venezia-Trieste. Era la prima linea aerea commerciale italiana, fu lanciata nel 1926 dalla triestina SISA (Società Italiana Servizi Aerei) e nel periodo di maggior splendore, arrivò a essere anche internazionale, 'allungandosi' verso Barcellona sul lato occidentale e verso Zara sul lato orientale. I piccoli velivoli lasciavano l'Idroscalo, all'altezza del Borgo Medievale, raggiungevano il ponte Isabella e da qui iniziavano la loro rincorsa, per prendere il volo, prima del ponte Umberto (il ponte di corso Vittorio Emanuele II); all'atterraggio, l'operazione era inversa: toccavano acqua dopo il ponte Umberto, frenavano entro il ponte Isabella e tornavano indietro, verso l'Idroscalo. Vi immaginate assistere all'arrivo o alla partenza di uno di questi piccoli idrovolanti? Doveva essere una bella emozione!

Idroscalo Trieste Torino Idroscalo Trieste Torino

Sui velivoli in servizio sulla linea, probabilmente oggi non salirebbe nessuno: erano piccoli monomotore, con il posto del pilota all'aperto e con soli cinque posti per i passeggeri. Siccome le carlinghe non erano esattamente quelle di oggi, spesso c'erano spifferi, per cui i passeggeri venivano dotati di coperte e borse dell'acqua calda, per tenersi al caldo, e il rumore dei motori era assordante, per cui alle persone a bordo venivano consegnata un po' di ovatta per le orecchie. Gli aerei erano all'epoca (e in fondo lo sono stati fino all'avvento delle compagnie low-cost) cosa da ricchi: un biglietto costava intorno alle 300-375 lire, che erano più di uno stipendio medio.

La linea fu un successo: nel primo anno garantì 575 collegamenti, per un totale di 1589 ore di volo e 1588 passeggeri trasportati (il Torino-Trieste, con le tappe a Pavia e a Venezia, durava circa 5 ore). 
Il primo volo, il 1° aprile 1926, è raccontato da Mario Veronesi in un bell'articolo apparso su La Provincia di Pavia: "L'idrovolante era un Cant 10, (un monomotore da trasporto civile che apparve nella primavera del 1925. Il prototipo, di costruzione lignea, era dotato di un motore Fiat A 12 bis da 300 cv, azionante un'elica bipala in legno propulsiva). In quel giorno nasceva l'aviazione commerciale. La cronaca di quel giorno ci racconta che già dalle prime ore del mattino iniziò a soffiare su Trieste una forte bora che rese le condizioni del mare tali da impedire l'operatività degli idrovolanti e fu necessario utilizzare la base di Portorose per il decollo dei due Cant 10 (pilota Luigi Maria Ragazzi, motorista Giannetti) e (pilota Antonio Majorana, motorista Ferrari) alla volta di Torino, mentre dal capoluogo piemontese decollavano i Cant 10 (pilota Mario Ceroni, motorista Inghingolo) e (pilota Bruno Pascoletto, motorista Casnaghi) per compiere il tragitto inverso. Alle 11.45 ammarava a Pavia il primo idrovolante, seguito dopo pochi minuti dal secondo, mentre i due idrovolanti decollati da Trieste, dopo una sosta a Venezia, ammaravano nel primo pomeriggio, intorno alle ore 15. Dei quattro velivoli, solo quello pilotato da Ragazzi avrebbe effettuato nella giornata l'intero percorso, mentre Majorana, Ceroni e Pascoletto attardati da modesti incidenti tecnici, avrebbero terminato il collegamento il giorno successivo. Ma il risultato poteva considerarsi raggiunto, la fattibilità dei collegamenti aerei era stata dimostrata e per giunta impiegando degli idrovolanti".

La linea funzionò fino alla fine degli anni 40; l'Idroscalo torinese fu trasformato prima un ristorante e quindi fu abbattuto. Triste destino.

Commenti

  1. Rodolfo Bario@gmail.com11/10/2016 5:42 PM

    Ricordo di aver visto l'idroscalo di Torino da bambino e non capivo come un aereo potesse entrarci; parecchi anni dopo ho visto pure quello di Pavia: parecchi anni dopo volevo farli vedere ai miei figli ma non li ho più trovati.
    E' stato un peccato, almeno quello di Torino potevano conservarlo.

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