In queste ultime settimane si è parlato spesso della
pedonalizzazione dell'intera piazza Castello, lasciando alle auto
solo il passaggio tra via Po e i Giardini Reali. Piazza Castello è
oggi
l'ombelico di Torino, il suo cuore pulsante. Qui confluiscono
tutte le vie più importanti del centro:
via Po, che la collega con il fiume Po e con la collina,
via
Roma, che porta alla Stazione di Porta Nuova e ai quartieri
meridionali,
via Pietro Micca, che conduce verso la Stazione di Porta
Susa,
via Garibaldi, che è la grande arteria pedonale del centro e
porta verso piazza Statuto, corso Francia e la Torino occidentale.
Qui si trovano da secoli
i palazzi del potere:
Palazzo Madama, che fu
residenza degli Acaja, i governatori di Torino; la
sede del Vescovo,
trasformata
da Emanuele Filiberto in Palazzo Ducale e diventato poi
Palazzo Reale con il Regno di Sardegna; i
Palazzi della Regione e
della Prefettura nell'attualità. Perché piazza Castello è
diventata
il centro di Torino, essendo stata, in età romana, una
piazza periferica, davanti alla porta Eridania, posta verso il fiume?
Probabilmente proprio
a causa di questa porta, che fu fortificata
fino a diventare il Castello degli Acaja, sede del potere politico
riconosciuto, contrapposto a quello del Vescovo, anche lui affacciato
sulla piazza e adiacente al Duomo.
Quando,
nel 1560, Emanuele
Filiberto arrivò a Torino, piazza Castello era
molto più angusta di
quella che vediamo oggi. Palazzo Madama aveva ancora l'aspetto di una
fortezza medievale ed era collegata a Palazzo Reale da
una manica
oggi scomparsa; l'attuale piazzetta Reale era separata da piazza
Castello da
un muro porticato. L'aspetto, insomma, non era così
ampio ed elegante come si vede oggi (del resto, ricordate
com'era Torino, all'arrivo di Emanuele Filiberto?). Eppure quella piazza fu teatro di
grandi eventi e di
grandi feste. I Savoia
si mostravano in pubblico dal balcone dei
portici che separavano il loro Palazzo dalla piazza; le
Ostensioni
della Sindone avvenivano nello stesso luogo. I quadri arrivatici dal
passato mostrano l'arrivo di
Cristina di Francia, con i balconi
decorati a festa, la facciata severa e medievale dell'attuale Palazzo
Madama imbandierata, decine di persone affacciate, i soldati
schierati. E la sensazione è di un luogo davvero angusto. Solo pochi
decenni dopo il
Theatrum Sabaudiae avrebbe raccontato un'altra piazza
Castello, più spaziosa e decisamente barocca.
Durante il
Regno di
Carlo Emanuele I, figlio di Emanuele Filiberto e suocero di Cristina
di Francia, si decisero
l'espansione e l'abbellimento di Torino,
diventata capitale di un Ducato ambizioso e deciso a sopravvivere,
tra Francia e Italia. L'espansione verso sud e verso est, continuata dai suoi eredi, diedero a
piazza Castello
un ruolo centrale, non più solo politicamente, ma
anche geograficamente; la sua
identificazione con il potere si
accentuò con l'ampliamento del complesso di Palazzo Reale: vennero
costruite le maniche in cui trovavano posto gli uffici per
l'amministrazione dello Stato, i padiglioni della Cavallerizza. Reale, per la preparazione della futura classe dirigente. Anche
sotto la
Reggenza di Cristina, piazza Castello fu teatro di
feste e
celebrazioni. E' passato alla storia quello per le nozze di sua
figlia
Entichetta Adelaide con Fernando Maria di Baviera, nel 1650;
il regista fu ancora una volta il conte Filippo di Agliè,
appassionato coreografo e artista, prediletto di Madama Reale non
solo nel privato, ma anche per la gestione delle feste di corte. Gli
Hercoli domatori de' mostri et Amore domatore degli Ercoli è il
titolo dello spettacolo, a cui la sposa assistette dal balcone di
Palazzo Madama (all'epoca appartenente al complesso di Palazzo Reale,
sempre attraverso la manica oggi scomparsa).
Nel secolo
successivo
Filippo Juvarra trasformò
Palazzo Madama, dotandolo della
grandiosa
facciata barocca che vediamo ancora oggi e unendolo
all'antica fortezza medievale attraverso un intercapedine, in cui
trovano posto le
magnifiche scalinate che portano al piano nobile
(potete ammirarle gratuitamente dall'atrio del Palazzo). In età
napoleonica venne abbattuta la manica che univa Palazzo Madama al
complesso di Palazzo Reale e ci andò bene, perché i Francesi
volevano abbattere anche Palazzo Madama e Palazzo Reale, per ricavare
una piazza d'armi nel cuore di Torino. Così Palazzo Madama si trovò
isolata
nel centro della Piazza, diventando una sorta di
isola,
intorno alla quale tutto gira. Un incendio costrinse all'abbattimento
del muro porticato che separava il Palazzo Reale dalla piazza e
Carlo
Alberto lo fece sostituire con
l'elegante cancellata che conosciamo
ancora oggi (lo stesso sovrano si occupò di sanare la 'ferita' della
separazione tra il Palazzo Reale e Palazzo Madama, facendo costruire
la
Sala della Rotonda, con cui si conclude oggi l'
Armeria Reale).
Alla fine
dell'Ottocento apparvero nella piazza
i tram e le automobili; nel
Novecento, dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, e in
pieno boom economico,
le auto si impadronirono di piazza Castello,
spogliandola dell'immagine secolare di salotto del potere. Ci furono
parcheggi davanti al Palazzo della Regione, in piazzetta Reale,
davanti alla Prefettura; tra via Po e via Roma trovò posto persino
un benzinaio; il traffico girava
intorno a Palazzo Madama, preso come
una specie di
rotonda ante litteram. Furono necessarie le
Olimpiadi
del 2006 e i piani di abbellimento della città per restituire
una
certa parvenza di dignità regale alla piazza: furono pedonalizzate
piazzetta Reale e il tratto di piazza Castello davanti a Palazzo
Madama, mentre il traffico fu spostato sull'asse che andava dai
Giardini Reali a via Pietro Micca, passando sul lato di via Po e via
Roma.
E siamo a oggi: il centro di Torino sta abbandonando
la
centralità delle automobili, con il consenso ammirato dei torinesi,
che si sono reimpossessati di
piazza San Carlo, di
via Lagrange e via
Carlo Alberto,
del lato occidentale di piazza Castello. Adesso c'è
l'idea di rendere pedonale l'intera piazza Castello e persino via
Roma, fino a piazza Castello. Un centro pedonalizzato, come
in tante
città europee, come piace ai torinesi e persino ai commercianti,
dopo le prime proteste. Si potrà rendere pedonale piazza Castello,
vista la sua posizione di ombelico cittadino?
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