Tre è il numero perfetto ed
è il numero delle
mostre in contemporanea che da qualche tempo ha
scelto la
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Fino ad aprile sono in
corso, negli spazi di via Modane 16, ben tre mostre, tutte diverse per argomenti e tecniche, tutte strumenti di riflessione sull'arte contemporanea e sulla nostra società.
Picture Punish Words, a cura
del direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam
Beatrix Ruf, è la
prima personale italiana della 25enne newyorkese
Avery Singer. Presenta
una serie di opere che tendono a
confondere l'osservatore
abituato agli schemi tradizionali: i lavori di Avery sono dipinti,
sono elaborazioni digitali? L'artista newyorkese si serve dei
moderni
strumenti digitali, per realizzare
figure geometrizzate,
volumi sorprendenti e
oggetti
astratti, e spiazza lasciando i suoi quadri appesi
non alle pareti,
come ci si aspetterebbe, ma
a cavi, facendo sì che anche la
concezione dello spazio sia modificata e sorprendente. Le opere
presentate alla Fondazione Sandretto sono state
realizzate
appositamente per questa personale, già presentata
alla Kunsthalle
di Zurigo.
United Artists of Italy è
un progetto del gallerista
Massimo Minini, che raccoglie una serie di
ritratti di artisti realizzati da alcuni dei
più importanti
fotografi italiani. "L'idea" spiega la Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo “è stata quella di concepire una collezione di volti
d'artista ripresi dai grandi fotografi italiani, quasi un mondo
aiutasse l'altro, completandosi a vicenda". Iniziato qualche anno
fa, il progetto si è trasformato in una sorta di
viaggio sia nella
fotografia che
nei volti e nei modi, diventando così uno
strumento
di interpretazione della realtà, degli atteggiamenti,
dell'evoluzione degli artisti. Le fotografie sono quasi
duecentocinquanta e tra i loro autori ci sono, tra gli altri, Aurelio
Amendola, Gianni Berengo Gardin, Elisabetta Catalano, Mario
Giacomelli, Gianfranco Gorgoni, Paolo Pellion, Ferdinando Scianna.
Fobofilia raccoglie alcune opere della
Collezione Sandretto Re
Rebaudengo con un filo comune,
la paura. Perché proprio la paura
come tema e filo conduttore della mostra? "La paura è il
registro
più diffuso nell'intrattenimento, ma anche nell'informazione e di
conseguenza nel modo di
percepire la realtà. L'arte riflette questa
temperie, ne offre diverse sembianze, da quello più intimo e
psicologico” spiega la Fondazione di via Modane. Numerosi gli
artisti in mostra per questo viaggio insolito e inquietante, tra loro
Miguel Calderon, Maurizio Cattelan, Dinos e Jake Chapman, Margherita
Manzelli, Eva Marisaldi, Nathaniel Mellors, Andreas Slominski,
Marianne Vitale, Jakub Julian Ziolkowski.
Tutte e tre le mostre
saranno aperte fino al
12 aprile 2015; gli
orari di apertura sono: giovedì
dalle
20 alle 23, con
ingresso gratuito, da
venerdì a domenica dalle
12 alle 19; il
biglietto costa 5 euro, ridotto 3 euro; il sito web,
con tutte le informazioni, è
www.fsrr.org.
Commenti
Posta un commento