FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

#MuseumWeek 2015: Torino prima in Italia e tra le prime in Europa

Dal 23 al 29 marzo 2015, torna la #MuseumWeek, che, lo scorso anno, è stata il primo contatto di Rotta su Torino con i Musei su Twitter. Nel 2014, alla sua prima edizione, la Settimana dei Musei ha coinvolto i principali Enti culturali di Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, ma il successo, durante quella settimana, è stato così travolgente che si sono sentiti parte in causa anche numerosi musei di altri Paesi. E quest'anno la #MuseumWeek è mondiale, supera l'Oceano Atlantico e conquista l'America, per arrivare fino al Giappone e all'Australia (minore il coinvolgimento in Africa e in Asia).

Cos'è la #MuseumWeek, vi chiederete. E' un'iniziativa che permette ai Musei di presentarsi al pubblico di Twitter, con l'hashtag #MuseumWeek e con un tema diverso ogni giorno. Per esempio, lunedì 23 marzo si parlerà di #secretsMW, martedì 24 marzo di #souvenirsMW, mercoledì 25 marzo di #architectureMW, giovedì 26 marzo di #inspirationMW, venerdì 27 marzo di #familyMW, sabato 28 marzo di #favMW. Tutti i dettagli di ogni giornata li trovate su www.museumweek2015.org.

Sullo stesso sito c'è una carta interattiva che mostra i Musei partecipanti all'iniziativa. E per Torino i numeri sono bellissimi, molto meno per l'Italia. Secondo i dati della carta, i Musei torinesi iscritti alla #MuseumWeek sono il Museo dell'Auto (MAUTO), la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Museo Nazionale del Cinema, Palazzo Madama, la GAM, l'Associazione Amici del Museo dello Sport, la Fondazione Merz, Turismo Torino e Provincia, il Museo Diocesano di Torino, il Museo Egizio, il Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto; ieri, su Twitter, ha annunciato la sua partecipazione anche il Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia. Il totale degli Enti torinesi è 12, il più alto registrato in Italia; a questi bisogna aggiungere la Reggia di Venaria, il Castello di Rivoli, il Museo Piemontese dell'Informatica di Moncalieri, Palazzo Lomellini di Carmagnola, per un totale di 16 enti culturali. I numeri italiani sono davvero preoccupanti e registrano il ritardo del nostro Paese nell'uso degli strumenti digitali. A Roma i Musei che parteciperanno alla #MuseumWeek sono 3, a Milano sono 8, a Venezia 1 (Palazzo Grassi, che, volendo essere pignoli, non è neanche in mani italiane), a Firenze 4, a Napoli 2 (c'è anche il MADRE, grande protagonista della scorsa edizione!), a Palermo 1, a Cagliari 1; intere regioni, come le Marche, l'Abruzzo e il Molise, non hanno neanche un Museo iscritto all'iniziativa. Il panorama è davvero desolante.

Lascia senza parole che Roma, uno degli scrigni del patrimonio culturale mondiale, si faccia rappresentare da soli 3 musei: per darvi un'idea, solo Parigi città, senza contare i Comuni dell'Ile de France, partecipa con 63 Musei; 39 sono i Musei londinesi, senza considerare quelli della sua immensa periferia; Berlino e Madrid sono presenti con 14 Musei a testa. Il divario delle altre capitali con Roma è talmente evidente che mette, senza bisogno di ulteriori commenti, l'inadeguatezza delle politiche culturali italiane e l'incapacità di cogliere la grande risorsa che è il web per suscitare attenzione, raggiungere potenziali visitatori e interagire con chi è interessato alla Cultura. Qualche giorno fa, un'inchiesta de la Repubblica quantificava in 3,6 miliardi di euro all'anno i costi del ritardo digitale italiano.

Rimane, come un'isola nel deserto, Torino, che fa meglio di Barcellona (10 Musei), Lione (7), Amburgo e Francoforte (4), e che più di tutte le altre città, in Italia, ha compreso i vantaggi della presenza nelle reti sociali (se non ci credete, chiedete a Palazzo Madama, @palazzomadamato su Twitter, diventata, lo scorso anno, uno dei protagonisti mondiali più ricercati). Orgogliosi come torinesi, un po' meno come italiani. 


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