Dal
23 al 29 marzo 2015, torna la
#MuseumWeek, che, lo scorso anno,
è stata il primo contatto di Rotta
su Torino con i Musei su Twitter. Nel 2014, alla sua prima edizione,
la Settimana dei Musei ha coinvolto i principali Enti culturali di
Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, ma il successo, durante quella settimana, è stato così travolgente che si sono sentiti parte in
causa anche numerosi musei di altri Paesi. E quest'anno la
#MuseumWeek è
mondiale, supera l'Oceano Atlantico e conquista
l'America, per arrivare fino al Giappone e all'Australia (minore il
coinvolgimento in Africa e in Asia).
Cos'è la #MuseumWeek, vi
chiederete. E' un'iniziativa che permette ai Musei di p
resentarsi al
pubblico di Twitter, con l'hashtag #MuseumWeek e con
un tema diverso
ogni giorno. Per esempio, lunedì 23 marzo si parlerà di #secretsMW,
martedì 24 marzo di #souvenirsMW, mercoledì 25 marzo di
#architectureMW, giovedì 26 marzo di #inspirationMW, venerdì 27
marzo di #familyMW, sabato 28 marzo di #favMW. Tutti i dettagli di
ogni giornata li trovate su
www.museumweek2015.org.
Sullo stesso sito
c'è una carta interattiva che mostra i
Musei
partecipanti all'iniziativa. E
per Torino i numeri sono bellissimi,
molto meno per l'Italia. Secondo i dati della carta, i
Musei torinesi
iscritti alla #MuseumWeek sono il Museo dell'Auto (MAUTO), la
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Museo Nazionale del Cinema,
Palazzo Madama, la GAM, l'Associazione Amici del Museo dello Sport,
la Fondazione Merz, Turismo Torino e Provincia, il Museo Diocesano di
Torino, il Museo Egizio, il Museo di Arti Decorative Accorsi –
Ometto; ieri, su Twitter, ha annunciato la sua partecipazione anche
il Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia. Il totale degli
Enti torinesi è 12,
il più alto registrato in Italia; a questi
bisogna aggiungere la Reggia di Venaria, il Castello di Rivoli, il
Museo Piemontese dell'Informatica di Moncalieri, Palazzo Lomellini di
Carmagnola, per
un totale di 16 enti culturali.
I numeri italiani
sono davvero preoccupanti e registrano
il ritardo del nostro Paese
nell'uso degli strumenti digitali.
A Roma i Musei che parteciperanno
alla #MuseumWeek sono 3, a Milano sono 8, a Venezia 1 (Palazzo
Grassi, che, volendo essere pignoli, non è neanche in mani
italiane), a Firenze 4, a Napoli 2 (c'è anche il MADRE, grande
protagonista della scorsa edizione!), a Palermo 1, a Cagliari 1;
intere regioni, come le Marche, l'Abruzzo e il Molise,
non hanno
neanche un Museo iscritto all'iniziativa.
Il panorama è davvero
desolante.
Lascia senza parole che Roma, uno degli scrigni del
patrimonio culturale mondiale, si faccia rappresentare da soli 3
musei: per darvi un'idea, solo
Parigi città, senza contare i Comuni
dell'Ile de France, partecipa con 63 Musei; 39 sono i
Musei
londinesi, senza considerare quelli della sua immensa periferia;
Berlino e Madrid sono presenti con 14 Musei a testa. Il divario delle
altre capitali con Roma è talmente evidente che mette, senza bisogno
di ulteriori commenti,
l'inadeguatezza delle politiche culturali
italiane e l'incapacità di cogliere la grande risorsa che è il web
per suscitare attenzione, raggiungere potenziali visitatori e
interagire con chi è interessato alla Cultura. Qualche giorno fa,
un'inchiesta de la Repubblica quantificava in
3,6 miliardi di euro all'anno i costi del ritardo digitale italiano.
Rimane, come
un'isola nel deserto,
Torino, che fa meglio di Barcellona (10 Musei),
Lione (7), Amburgo e Francoforte (4), e che più di tutte le altre
città, in Italia, ha compreso i vantaggi della presenza nelle reti
sociali (se non ci credete, chiedete a Palazzo Madama,
@palazzomadamato su Twitter, diventata, lo scorso anno, uno dei
protagonisti mondiali più ricercati). Orgogliosi come torinesi, un po' meno come italiani.
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