Il
Torino Gay & Lesbian Film Festival (TGLFF per i media e
Festival Cinema Gay per i torinesi
de toda la vida) inizia domani,
29
aprile 2015, alle 21, nella
Multisala Cinema Massimo, con una
cerimonia guidata dal
direttore Giovanni Minerba e di cui sarà
madrina
Carolina Crescentini; ci sarà anche un'esibizione di
Irene
Grandi, per terminare la serata con la proiezione di
4: The
Director's Cut di
Mark Christopher, presente in sala. Si chiude il
4 maggio alle 22 con
Six Dance lessons in six weeks di
Arthur Allan Seidelman, che riporta sul set l'85enne
Gena Rowlands.
Ma, in
realtà la
30° edizione del Festival è già iniziata, qualche
giorno fa, il
22 aprile, con la dedica di
una via a Ottavio Mai,
regista e fondatore del Festival Cinema Gay, insieme al compagno
Giovanni Minerba, che continua a dirigerlo.
Regista e attivista
omosessuale, si legge nella targa di via Ottavio Mai ed è
la prima
volta che la toponomastica italiana ricorda
un attivista omosessuale
in quanto tale. E il
25 aprile, a
Borgo Dora, è stata inaugurata
CasArcobaleno, che ospita numerose associazioni attive nel mondo omo
e transessuale e dirette anche a tutta la cittadinanza e anche questa
è
una prima volta in Italia: per la prima volta c'è
un polo gestito
da attivisti omo e transessuali, che permette il superamento dei tabù
e invita alla
convivenza attiva tra persone, siano quali siano i loro
orientamenti sessuali. Ci potrebbe essere regalo migliore per il 30°
anniversario del Festival? Ne possiamo aggiungere un altro: la
Regione Piemonte è tornata a dare
il proprio patrocinio alla
manifestazione, dopo gli anni bui della presidenza Cota.
In
questi giorni di vigilia del Festival, in tanti, sui media, si sono
chiesti se, 30 anni dopo, con l'evoluzione della società, è
sempre
necessario un Festival dedicato ai film a tematiche omosessuali. E
sì, senza ombra di dubbio, è sempre necessario. Non solo perché
la
società italiana è una delle meno evolute d'Europa, non
riconoscendo le unioni civili o i matrimoni omosessuali, ma anche
perché
libertà e diritti non sono mai conquistati una volta per
sempre, ma vanno difesi quotidianamente. E, comunque, esiste una
cinematografia dedicata al mondo LGBT, che non si capisce perché
dovrebbe smettere di avere
uno spazio che la diffonda e la valorizzi.
L'arte merita sempre di essere conosciuta.
Consapevole
dell'importanza dell'anniversario, il Torino Gay & Lesbian Film
Festival celebra i suoi primi 30 anni con un
bello slogan Diversi perché unici, avendo nel
30 il proprio filo
conduttore. 30 i lungometraggi in programma, 30 i cortometraggi e 30
le feste extra.
4 i premi in palio: il Premio Ottavio Mai, il Premio
Queer, il Premio al Miglior Cortometraggio e il premio The Best
Torino, assegnato direttamente dal pubblico. Continua
il sodalizio
con il Circolo dei Lettori, che presenta la sesta edizione di
A
qualcuno piace libro, l'appuntamento letterario del Festival. In
programma 4 incontri, tutti alle 18: il 30 aprile verrà presentato
Il giorno più felice della mia vita (Rizzoli) di Sebastiano
Mauri, con l'autore, interviene il Presidente del Circolo dei lettori
Luca Beatrice; il 1° maggio ci sarà
T'innamorerai senza pensare
(Mondadori) di Francesca Vecchioni, con l'autrice interviene la
giornalista Silvia Garbarino; il 2 maggio sarà la volta di
Ritratto
di famiglia con bambina grassa (Mondadori) di Margherita
Giacobino, con l'autrice sarà presente la scrittrice Consolanza
Lanza; il 4 maggio, infine, alle 17,
Il matrimonio omosessuale è
contro natura. Falso! (Laterza) di Nicla Vassallo, con lei ci
saranno la sociologa Chiara Saraceno e il giornalista Pasquale
Quaranta.
Il
Torino Gay & Lesbian Film Festival è dotato di
un bel sito web, in cui troverete tutte le informazioni
sul programma
e
sull'acquisto dei biglietti. Vi lascio con
la sigla di questa 30°
edizione della manifestazione, che riassume
il suo spirito, il
racconto di un mondo omosessuale e di una militanza fatta sempre
con
un sorriso, con allegria, con orgoglio, senza paura e senza tabù. In
questo video si capisce perché questi 30 anni
sono valsi la pena e
perché si augura a Giovanni Minerba e al suo staff che ci siano
almeno altri 30 anni. Buon compleanno, Cinema Gay!
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