Monumenti,
nel centro di Torino, ce ne sono tanti, da quello
dedicato ai
Caduti del Frejus, in piazza Statuto, al
Soldato Sardo di
piazza Castello a
re Carlo Alberto, in piazza Carlo Alberto, fino
all'energico
Giuseppe Garibaldi, lungo il Po, l'unica statua italiana
del Generale che non guarda verso Roma, ma verso Genova, e tutti gli
altri
nelle varie piazze storiche. Ma quando i torinesi si danno
appuntamento al Monumento o parlano del Monumento, si riferiscono a
uno solo:
la statua di re Vittorio Emanuele II, all'incrocio tra
corso Vittorio Emanuele II e
corso Galileo Ferraris.
Il monumento è
costituito da
quattro alte colonne in stile dorico, al di sopra delle
quali c'è l
a statua in bronzo del re, in piedi e fiero, con la spada
al fianco, nell'immagine di Padre della Patria
maschio e
rassicurante. L'altezza totale del monumento è di
39 metri, alla
base delle colonne, una per lato, ci sono
quattro statue, che
rappresentano la Libertà, la Fratellanza, l'Unità e il Lavoro.
Intorno al monumento si muove oggi il traffico impaziente di
una
delle arterie più importanti del centro di Torino, corso Vittorio
Emanuele, che porta dal Po fino a piazza Rivoli, nell'area
occidentale della città. Una delle immagini più suggestive che
questo monumento regala è
dai tetti dell'antica Torino: ci sono
balconi e finestre, agli ultimi piani, in cui si può vedere il capo
del Re, spuntare dai tetti e, se state attenti,
negli skyline
classici di Torino non è difficile veder spuntare il faccione di
Vittorio Emanuele.
Se oggi noi torinesi siamo affezionati al
nostro monumento, non è stato sempre così. La costruzione del
complesso,
nella seconda metà del XIX secolo, fu piuttosto
tormentata. La statua fu voluta
da re Umberto I, che voleva onorare
il padre nella sua prima capitale, con un monumento all'altezza della
sua impresa storica. Fu bandito
un concorso, vinto dallo scultore
genovese
Pietro Costa. E qui iniziarono i guai: ci vollero
ben
vent'anni, tra incomprensioni e liti con il Municipio di Torino,
perché Costa terminasse il suo lavoro. E fu così coinvolgente e
faticoso che praticamente non ci sono stati altri lavori di rilievo
nella vita dello scultore. Superate le difficoltà, il monumento fu
inaugurato il
9 settembre 1899, in una Torino festosa e un po'
nostalgica, che ricordava il suo ultimo Re di Sardegna e il primo Re
d'Italia. Certo, nessuno si sarebbe immaginato che sarebbe poi
diventato la rotonda di uno degli incroci più importanti della
città, ma è anche vero che
vedere il Monumento da lontano, non solo
è un aiuto all'orientamento, ma
è anche Torino, una delle sue
immagini più care.
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