Questo post di
Torino com'era è dedicato alla
Torino di 70 anni,
fa, nei giorni immediatamente precedenti
alla Liberazione dal
nazi-fascismo. Dal 18 aprile la città era paralizzata da
uno
sciopero generale, a cui aveva aderito la grandissima maggioranza dei
lavoratori;
il 24 aprile, il Comitato di Liberazione Nazionale diede
il via
all'attuazione del piano d'insurrezione, per liberare Torino
prima dell'arrivo degli Alleati, impedendo, allo stesso tempo, che i
tedeschi in ritirata distruggessero gli impianti produttivi.
La città
venne liberata in una sola giornata, il 27 aprile: "Nel pomeriggio
del 27 aprile iniziano gli scontri a fuoco, con i partigiani che
occupano rapidamente alcuni stabilimenti della Fiat (Mirafiori,
Lingotto, Aeronautica) e si uniscono alle squadre interne di operai.
Il continuo afflusso di uomini provenienti da fuori città rende vana
la difesa tedesca, che si avvale anche dell'uso di una ventina di
carri armati, spostati da una zona strategica all'altra nel tentativo
di bloccare l’avanzata degli insorti" racconta l'
Istituto
Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia,
nel documento in .pdf preparato per la Liberazione di Torino "Il
generale Ernst Schlemmer, comandante responsabile della piazza di
Torino, apre i negoziati con il Cln (mediati dalla Curia) per la resa
delle truppe tedesche, ma nel frattempo organizza la ritirata dei
suoi soldati, che infatti riescono nottetempo ad aprire un varco tra
le linee partigiane e a ripiegare verso Chivasso.
La mattina del 28
aprile Torino è liberata e il Cln ne assume la piena
amministrazione,mantenendola fino al 9 maggio (le prime avanguardie
alleate arriveranno in città il 1° maggio, mentre la giunta
militare angloamericana sarà operativa una settimana dopo)”.
Le
foto raccolte nel web raccontano
la gioia di una città liberata,
devastata dai bombardamenti, ma
sorridente, per la fine dell'incubo
della Guerra. Ci sono i partigiani che sfilano in città, una folla
enorme in una piazza Vittorio Veneto ferita. Fa male vedere
la propria città devastata (e abbiamo ancora testimonianze dei
bombardamenti, in posti mai più ricostruiti, come, per esempio,
nell'isolato di via Verdi, tra la Mole Antonelliana e la sede della
RAI), ma provoca anche
una certa invidia il sorriso dei torinesi di
allora: c'erano sentimenti comuni, c'era
una collettività che
lavorava insieme e che aveva obiettivi comuni, c'erano solidarietà e
comprensione, valori che dovremmo ritrovare con una certa urgenza, 70
anni dopo.
Il
23 aprile, alle
ore 18.30, sarà presentato alla
Bibliomediateca Mario Gromo di
via Matilde Serao 8A, il libro
Torino dopo la guerra. Vita
quotidiana dei torinesi dalla ricostruzione a Italia ‘61 di
Pier Luigi
Bassignana, che racconta
la vita dei torinesi nell'immediato
dopoguerra. Le epurazioni, le rappresaglie, la ricostruzione, il
Grande Torino e la sua tragica fine, con il grande momento collettivo
che furono i funerali dei morti a Superga, l'arrivo degli immigrati
dal Sud e da molte Regioni d'Italia.
Un viaggio nella Torino degli
anni '40 e '50, fino a Italia 61, la grande festa per
i primi 100
anni di questa Italia migliorabile, senza dubbio, ma nostra,
finalmente. Un'occasione per conoscere meglio
l'epopea dei nostri
nonni e della nostra città, in anni fondamentali per la nostra
Storia.
Aprile è
il più crudele dei mesi, sosteneva T.S. Eliot, e a Torino, negli anni della Seconda Guerra Mondiale lo è stato, con
i bombardamenti e le stragi naziste. Ma è anche stato il mese
del riscatto, della libertà conquistata e di un nuovo futuro. Un futuro che ha visto il voto per le donne e le migrazioni degli italiani, le mescolanze di dialetti, sangue e culture, che, faticosamente o meno, stanno dando vita all'Italia unita.
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