Nessuna città italiana, è
stata, come Torino, legata all'automobile. Non è solo la Fiat,
ovviamente, ma proprio la capacità di creare idee, innovazione,
design legati all'automobile. Lo racconta anche la storia di Vincenzo Lancia, che,
all'inizio del XIX secolo, creò uno dei marchi più apprezzati del
made in Italy nel mondo. L'anno di nascita della Lancia è il 1906.
Prima di allora, Vincenzo Lancia, nato nel 1881, era stato meccanico
nell'officina di Giovanni Battista Ceirano, che aveva iniziato la
propria attività assemblando biciclette e aveva finito con il
progettare l'automobile Weeleyes. Il prototipo della Weeleyes suscitò interesse ed entusiasmo, tanto che un gruppo di imprenditori, tra cui Giovanni Agnelli, avrebbe poi comprato officine e know-how per fondare la
Fiat e iniziare la produzione su scala industriale.
Rimasto
nell'orbita della nuova fabbrica, Lancia fu anche uno dei suoi primi
piloti, ottenendo il primo successo della Fiat, nella corsa Torino
Sassi-Superga, nel 1902; per qualche tempo si divise tra gare
automobilistiche e lavori di progettazione, fino a quando, resosi
conto che non sarebbe mai stato un pilota in grado di vincere in modo
costante, lasciò le corse e iniziò a dedicarsi in modo
esclusivo alla sua nuova impresa, fondata con Claudio Fogolin. Quando
si pensa alla Lancia, a Torino il pensiero inevitabilmente corre a
Borgo San Paolo e al grattacielo che ancora oggi porta il nome del
marchio, ma il primo stabilimento fu in realtà a San Salvario, tra
via Ormea e via Donizetti. Fu solo qualche anno più tardi, nel 1911,
che la Lancia si trasferì nella sede entrata nella memoria
collettiva, in via Monginevro. Con una certa lungimiranza, Vincenzo
acquistò vari lotti, oltre a quello di via Monginevro, compresi tra
corso Peschiera, corso Racconigi e via Envie. Fu dopo il
trasferimento nella nuova sede che la Lancia iniziò a produrre le sue auto con ritmi industriali.
Dei primi decenni della Lancia,
guidata dal suo fondatore, quello che colpisce è la passione per
l'innovazione, la ricerca continua di motori sempre più efficienti e
di un design sempre originale, sempre capace di coniugare eleganza e
utilità. Una caratteristica che, in fondo, il marchio non ha mai
perso. Non per niente le sue berline sono entrate nel parco macchine di ricchi e potenti e le sue ammiraglie sono state tra le auto di rappresentanza più gettonate del made in Italy.
I suoi motori V8 e V12 sono stati i primi a utilizzare un basamento fuso in un solo blocco, molto più potente ed efficiente, sin dall'inizio del XX secolo. Ma
sono stati i suoi modelli a incantare il mondo. La Lambda, lanciata nel
1922, usava il primo 4 cilindri a V stretto, aveva una linea di grande
eleganza, slanciata, con fanali di forma tridimensionale mai visti
prima. L'Augusta fu la prima vettura al mondo con scocca
autoportante, l'Aprilia, una sua evoluzione, aveva le sospensioni a
quattro ruote indipendenti e un motore con camere da scoppio
emisferiche; il suo pianale fu utilizzato da Pininfarina per la
Cabriolet. Insieme all'Artena e all'Astura, l'Augusta fu la prima ad aprire le porte
come gli armadi, senza, cioè un montante centrale, così i
passeggeri potevano scendere e salire comodamente.
Vincenzo Lancia
morì nel 1937, ma la storia della sua casa automobilistica è
proseguita fino ai nostri giorni, facendo del design e dell'eleganza
il suo marchio di fabbrica. Tra le vetture prodotte dopo la Seconda
Guerra Mondiale c'è la Flavia, la prima vettura italiana con quattro
freni a disco e caratterizzata da un abitacolo per sei persone; la
sua versione Coupè è una delle vetture più famose degli anni 60.
Terminata l'epopea in Formula 1, negli anni 50, sono le Flavia e le
Fulvia, che, dagli anni 60, scrivono da protagoniste la storia dei
Rally, vincendo il Tour de Corse, il Rally di Sanremo, il Rally di
Montecarlo. La Beta, lanciata nel 1972, è la prima vettura dell'era
Fiat e presenta numerose versioni, che la rilanciano per tutti gli
anni 70. Negli anni 80 è il momento dell'ammiraglia, la Thema, poi
arrivano la Thesis e la K, che affascinano con la cura delle
rifiniture e del design. Per la città ci sono le compatte della
serie Ypsilon, che conquistano il pubblico più giovane. Non è più
solo Lancia, è un misto di saperi e conoscenze con l'Alfa Romeo,
l'altro grande marchio acquistato dalla Fiat.
Poi l'identità del marchio si diluisce negli acquisti americani di Fiat, diventata FCA. E
rimane la storia lunga un secolo, a raccontare quanto design e
innovazione siano stati importanti nelle auto made in Turin (e a
raccontare, anche, quanto sia importante la concorrenza, per
l'evoluzione e la versatilità delle proposte).
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