Fino a pochi decenni fa, la
Chocolat
Tobler aveva
una sola sede estera, in cui produceva il suo mitico
Toblerone. Si trovava a
Torino, in
via Aosta 8. Smantellata la
produzione, è rimasto l'edificio industriale, firmato da
Pietro Fenoglio, il
padre del liberty torinese (in realtà l'architetto
aveva disegnato l'edificio per il marchio Gilardini, che vi si era
installato ancora prima della Tobler). Lo scorso decennio l'edificio
è stato
riqualificato e trasformato in un condominio, con
appartamenti di diversa metratura, abitati in larga parte da
intellettuali e liberi professionisti.
Ho avuto modo di scoprirlo
proprio ieri, durante il tour
Camminare per Fabbriche, organizzato
dalla
Fondazione dell'Ordine degli Architetti di Torino e dal
Circolo
dei Lettori. Sono rimasta affascinata dal cortile, dai suoi percorsi
interni, dall'uso dell'acqua e delle piante, dalle grandi (e immagino
luminose) finestre che vi si affacciano, in contrasto con il ritmo
severo delle aperture in facciata. Cercare
maggiori notizie su questa
ristrutturazione è stato
inevitabile. Il complesso è costituito da
due maniche, su via Aosta e su via Parma; i vincoli imponevano alla
ristrutturazione il
mantenimento della facciata, per cui la
trasformazione è stata tutta nell'architettura interna e nella
concezione del cortile. Ed è una trasformazione che gioca
sul
rapporto flessibile tra spazi interni ed esterni: le grandi finestre
incorniciate dal blu intenso delle strutture aggiunte all'esistente,
sono come uno schermo verso l'interno, anch'esso giocato sulla
flessibilità. Il contrasto con i colori crema e rosati, presenti in
facciata e anche nei volumi preesistenti all'intervento nel cortile,
è evidente, ma non crea disagio e affascina, anche per
la diversa
interpretazione dei materiali.
Ma,
spiega lo Studio Cucchiarati,
che ha firmato il progetto per De.Ga Spa, è "il concetto di
vivibilità a costituire il tema portante di tutto l'intervento: il
progetto infatti propone una reinterpretazione dell'abitare,
attraverso un uso flessibile degli spazi degli alloggi, secondo nuove
e stranianti logiche e in un gioco di incastri che non è funzionale
a se stesso, ma permette di occupare al meglio tutto il volume
disponibile". Un concetto che si ritrova
nel cortile, verso il
quale convergono gli spazi interni. Più che un cortile di memoria
torinese, sembra, per concezione, uno spazio in cui ci si ritrova
per
condividere tempo e interessi e in cui si è lasciato
grande protagonismo agli elementi naturali: i percorsi pedonali sono in legno, una
piccola vasca dalle vivaci pareti in turchese ricorda l'estate, il
fresco e, di rimando, persino
l'uso dell'acqua in Andalusia, il
garage sotterraneo è sottolineato da
un bambù, che arriva da uno
spazio posto più in basso. Tutt'intorno piante e verde. Un verde che diventa anche interesse per l'ecologia.
In linea con le tendenze contemporanee dell'architettura, il complesso è
ecosostenibile, progettato per il
risparmio energetico:
al centro del cortile c'è un pozzo da cui viene prelevata l'acqua di
falda che alimenta la centrale termica; il sistema di calore e
raffrescamento ha un'alta efficienza energetica, che permette
notevoli risparmi sia nei costi di gestione che nell'emissione di gas
nocivi.
Numerose foto sull'intervento, anche ai piani superiori,
su divisare.com
Pietro Fenoglio.
RispondiEliminaCorretto, grazie!!
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