Nonostante la fama di città severa e militare, Torino è sempre stata
molto vivace e i torinesi
hanno sempre amato molto
uscire, socializzare, divertirsi (non per
niente l'aperitivo è nato qui!). Si era già accennato a questo
tempo fa, raccontando
il rito della colazione e delle merende, che,
nel XIX secolo, fecero finalmente entrare anche
le donne da sole nei
bar. Anche il numero di
teatri dell'Ottocento,
testimonia l'interesse dei torinesi per il divertimento e per la
cultura.
In
Torino come centro di sviluppo culturale, Federico Navire scrive: "Dopo i caffè,
luoghi di vita pubblica importante erano i teatro. Al Teatro Regio in piazza Castello erano rappresentati opere e balletti, al Carignano in piaza Carignano teatro di prosa e opera, al Vittorio Emanuele in via Rossini opera, balletti e circo, all'Alfieri in piazza Solferino opera, operette spettacoli e circo, al Balbo in via Andrea Doria operette e circo, al Politeama Chiarella in via Principe Tommaso opera e spettacoli, allo Scribe in via della Zecca balletto e feste carnevalizie, al Rossini in via Po spettacoli in dialetto, al Torinese in corso Regina Margherita spettacoli popolari, al Gianduia ex D'Angennes, in via Principe Amedeo maronette burattini. (...) Anche i migliori teatri, grazie ai prezzi accessibili e ai posti in galleria, potevano essere frequentati dal popolo". Un numero davvero impressionante di teatri e una
sorprendente varietà di generi.
Molti di quei teatri
sono
andati distrutti nel corso del tempo, da demolizioni più o meno
necessarie, dal disinteresse, dai bombardamenti.
Il Teatro Balbo, uno
dei più noti e amati teatri cittadini, per esempio, fu distrutto
dai
bombardamenti del 1943. Si trovava in
via Andrea Doria 15, in pieno centro. Fu costruito
nel 1856, in legno,
per il
circo equestre. Quindi, nella seconda metà del XIX secolo divenne un
vero e proprio teatro, con galleria e platea, in grado di ospitare
fino a 1800 persone (ve l'immaginate un teatro da 1800 posti, oggi?);
sul suo palcoscenico si esibirono
le compagnie più importanti
d'Italia e persino la Divina
Eleonora Duse, l'attrice più grande di
tutte, che nel 1921 portò qui
La donna del mare di Ibsen.
Tale fu il
suo successo che, ricorda
La Stampa dei giorni del bombardamento, "gli studenti avevano staccato il cavallo dalla vettura e avevano
trainato il veicolo sul quale era la Duse fino all'Albergo Ligure, in
cui alloggiava". Nello stesso periodo, calcò il palcoscenico anche
Isa Bluette, la più brillante e
famosa soubrette italiana, al secolo
Teresa Ferrero; fu lei a portare in Italia
la passerella, su cui
sfilavano i protagonisti delle riviste, in mezzo al pubblico; fu
ancora lei a lanciare, nei suoi spettacoli, alcuni degli attori
brillanti più famosi,
da Erminio Macario a Totò (la storia di Isa
Bluette, morta giovane e bella, è molto romantica, come la sua
tomba, con una scultura davvero struggente, al Cimitero Monumentale
di Torino).
Immaginatevi questo teatro, che passa con
disinvoltura dalla prosa all'operetta alle riviste e che racconta,
così,
il gusto eclettico dei torinesi. Ma non fu solo teatro Negli
ultimo anni di vita il Belbo divenne
un cinematografo, nuova passione
dei torinesi e chissà cosa sarebbe adesso, se non ci fossero stati i
bombardamenti del 1943. Pensando a quello che sono diventati i grandi
cinema del centro, magari sarebbe
un centro commerciale dalla facciata
aulica.
A ricordo del Teatro Belbo, rimangono queste
cartoline d'epoca, che potete trovare facilmente nel web.
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