La visione più lirica della
Cavallerizza Reale possibile la fornisce Beppe Minello su
La Stampa,
in un articolo di qualche giorno fa: "Bar, negozi, ristoranti sotto
i portici di edifici che, ai piani superiori, quasi certamente
ospiteranno, non i temuti alloggi di lusso, ma residenze
universitarie perché è difficile ricavare altro da strutture
vincolate fino all'ultimo mattone e formate da un corridoio e
stanzette, le stesse che un tempo usavano paggi e palafrenieri.
S'incroceranno, forse, gli studenti dell'Accademia Albertina e i
ragazzi arrivati da tutta Europa ad ammirare una città ancora più
universitaria di oggi e che troveranno nel nuovo, storico, quartiere
l'ostello che Torino non ha mai avuto in centro. Per strada
v'imbatterete negli studiosi e i loro allievi impegnati nelle
ricerche all'Archivio di Stato finalmente dotato di spazi adeguati
visto che, molto probabilmente, si sarà allargato dove oggi ci sono
i genieri dell'Esercito. Nell'aria potrebbero sentirsi i
gorgheggi degli artisti del Teatro Regio impegnati nelle prove,
oppure gli accordi dei musicisti al lavoro nella sala di
registrazione. Gli attori e le comparse del Teatro Stabile, impegnati
anche loro nelle prove, saranno accanto a voi a trovare un po' di
ristoro al bar o, magari, faranno, come voi, due passi nei giardini
dei bastioni finalmente aperti a tutti".
Gli ultimi progetti del
Comune di Torino su uno dei complessi aulici più importanti e più
originali della città, pensano a una sua trasformazione ispirata
dalle Scuderie Imperiali di Vienna, diventate un polo culturale, con
gallerie d'arte, caffè, residenze universitarie. E' fattibile un
progetto di questo tipo, davvero affascinante, nel cuore di Torino,
tra l'Università e il Teatro Regio? Il progetto iniziale del Comune
prevedeva la vendita del complesso ai privati, affinché ricavassero
appartamenti di lusso e un centro commerciale. L'idea che un
complesso, progettato dagli architetti più brillanti dei Savoia e adesso Patrimonio dell'Umanità
dell'UNESCO, potesse finire fuori controllo, in mani private, ha
indignato un gruppo di cittadini, che, poco più di un anno fa, hanno
occupato la Cavallerizza; è nata così Assemblea Cavallerizza
14.45, che organizza eventi, incontri, passeggiate negli edifici
storici. Viste le proteste, il Comune ha deciso di cambiare direzione
e, qualche settimana fa, è arrivata la nuova proposta: un masterplan
in cui si spiegano destinazioni d'uso e sostenibilità economica
della trasformazione di ogni parte del complesso. Si inizierà con un
piano d'ascolto, da parte degli architetti di Homers, che valuteranno
le idee, mentre gli economisti di Equiter controlleranno la
sostenibilità delle proposte. Alle conclusioni del masterplan
dovranno poi attenersi gli investitori che parteciperanno ai vari
bandi.
In un'intervista a
La Stampa l'architetto Marco Robiglio, che guiderà lo staff di Homers per la realizzazione del masterplan, ha vagheggiato per la Cavallerizza Reale un futuro come quello delle Scuderie Imperiali di Vienna e ha assicurato una sola preoccupazione, che "la Cavallerizza torni a essere vissuta da tutti i torinesi".
Il nuovo piano del Comune, però, non convince Assemblea
Cavallerizza 14.45.
Nel suo blog si legge: "In sostanza nessuna
delle richieste sino ad ora avanzate dalla cittadinanza (no alla
vendita, destinazione e fruizione pubblica, unitarietà dell’insieme
e progettualità partecipata), con il supporto di oltre 10.000 firme
della popolazione torinese, viene accolta dalle istituzioni, neanche
negli intenti. Non c'è alcun passo indietro rispetto allo
smembramento e alla vendita del bene. Non è garantita una
progettazione e un trattamento unitario delle trasformazioni del
complesso. Il coinvolgimento di una pluralità di soggetti anche
pubblici sembra strumentale a nascondere che la progettazione non
coinvolgerà direttamente i cittadini né, aspetto inquietante,
passerà neanche attraverso il Consiglio comunale, palesando come le
decisioni rispetto ad una questione così delicata e strategica
vengano a formarsi fuori dai luoghi che dovrebbero garantire la
democrazia".
In un altro blog, Cavallerizza Bene Comune, che ha sostenuto per primo l'idea della trasformazione della Cavallerizza in un polo culturale sul modello delle Scuderie Imperiali di Vienna,
si analizzano i conflitti d'interesse di chi dovrebbe decidere il futuro del complesso aulico:
Homers è "da tempo inserito nella filiera imprenditoriale
cittadino-bancaria-politecnica torinese"; "alla Compagnia di San
Paolo viene delegato lo studio di fattibilità (ossia che si può o
non può fare) riguardo alla destinazione della Cavallerizza" si
legge "Però la Compagnia è parte in causa, in quanto una filiale
di Intesa San Paolo ha prestato soldi al Comune che, di rimando, ha
posto tra le altre garanzie la Cavallerizza. La Compagnia di San
Paolo, a sua volta, ha assoldato la società Homers, 'social real
estate developers', per fare uno studio architettonico. Lo studio
quindi è diretto e commissionato da San Paolo, che non essendo un
ente pubblico con finalità pubbliche, punta naturalmente a
realizzare il massimo guadagno possibile, legittimamente derivato
dalla cessione del bene o dalla sua messa a valore privato".
Il
futuro di questo complesso magico, situato in un triangolo di grande
fascino storico-culturale, l'Università, il Teatro Regio, i Giardini
Reali, è insomma ancora fumoso e tutto da scrivere. Per la sua
salvaguardia c'è un appello, che ha già raccolto un migliaio di firme e il cui primo firmatario è Gustavo
Zagrebelsky (con lui hanno firmato anche intellettuali di tutta Italia, a testimoniare come il futuro di questo gioiello torinese stia a cuore a tanti). La petizione chiede una moratoria di almeno un anno sulle
operazioni in corso. "In tale lasso di tempo potrà essere
avviata una iniziativa di diffusa informazione alla cittadinanza e di
coinvolgimento della stessa, nelle sue varie componenti associative,
professionali, culturali e sociali per una reale progettazione
partecipata che esamini ogni altra possibile soluzione, attingendo
anche ad esperienze europee affini e ne fissi i limiti all'interno
dei principi costituzionali di tutela del patrimonio storico
artistico e culturale" Se volete firmarlo, lo trovate
su cavallerizzabenecomune.blogspot.it