Il negozio di Marika Guida è in via
Saluzzo 44g, proprio all'angolo con corso Marconi, in piena San
Salvario. Nelle sue vetrine ci sono abiti dai colori primaverili, di
tessuti quasi impalpabili dai tagli asimmetrici; ci sono accessori
dai colori contrastanti, che riprendono i disegni dei broccati e
sorprendono per la loro originalità. Il 26 giugno il negozio celebra
i suoi primi quattro anni di vita.
"L'ho aperto nel 2011, in piena crisi economica, dopo anni di
studio e precariato" dice Marika "Le cose non sono state facili, non lo sono mai
state in verità, per questo sono abituata a resistere e ad
insistere, sono una resiliente! Penso che il lavoro serio e costante
porti sempre dei risultati, a maggior ragione se in condizioni
sfavorevoli. Nel tempo ho imparato a non soffermarmi sulle difficoltà
e ne ho fatto un punto di forza, ho guadagnato credibilità e si è
creato un giro di clienti davvero speciali"
- Quanto conta
essere in un quartiere creativo e multietnico come San Salvario?
Non
saprei. C'è una bella vivacità culturale. Io sono in una zona un
po' di confine, ad un passo dal centro città, ma fuori dalla sua
confusione. San Salvario di giorno è un quartiere molto tranquillo,
condizione a me congeniale, nella vita, come sul lavoro. Sono
contenta di avere il mio negozio qui, faccio fatica ad immaginarlo
altrove.
-
Su Facebook hai pubblicato le fotografie delle
ultime creazioni, scattate a Torino. Com'è Torino, per una
designer?
Torino è una città bellissima! Piena di dettagli
preziosi. Ho la fortuna di potermi muovere senza macchina, uso i
mezzi, soprattutto cammino e quando riesco vado a correre, questo è
il modo migliore per scorgerne tutte le bellezze. Per il resto è
davvero sabauda, orgogliosa, innovativa ma di un pudore che ne
impedisce grandi entusiasmi, penso che abbia un ottimo potenziale e
tempi lunghi. Per questa ragione definisco le mie clienti delle
torinesi speciali.
- Ti rivolgi a quel tipo di torinesi? Le tue
creazioni sembrano parlare di una donna molto sensuale, che quasi esibisce la sua femminilità
Ti
riferisci alle foto. Sul set mi piace esasperare un po' gli outfit,
l'avvenenza delle modelle lo consente. E poi così i miei studi
teatrali trovano un canale di sfogo. In realtà mi rivolgo ad una
donna con esigenze quotidiane, compresa quella della femminilità, il
lavoro, lo studio, il tempo libero, le occasioni speciali, le
cerimonie. La mia è una continua ricerca verso il 'capo
universale', che deve poter affrontare tutti gli appuntamenti della
giornata, nelle diverse stagioni. Sto lavorando sempre più
sull'unisex in modo da pormi ancora meno limiti e rivolgermi anche ad
una clientela maschile che spesso attiro ma che non riesco ancora a
servire se non sporadicamente. Non amo la staticità delle
definizioni e ancor meno i ruoli imposti. Non amo quando mi chiedono
cosa va di moda, perché non me ne curo. Penso che se ti occupi di
handmade devi avere il coraggio di seguire un tuo percorso. Non so
se ci sia un tipo di donna specifico a cui mi rivolgo ma di sicuro
c'è uno specifico tipo di donna che si rivolge a me.
- Qual è questo tipo di donna che si rivolge a te?
Sono donne di tutte l'età, non solo anagrafica, con fisicità e necessità svariate. Mi piace l'idea di rappresentare per loro la 'soluzione', è uno degli aspetti di maggiore soddisfazione. Sono persone che tornano a trovarmi periodicamente, sanno che sono sempre all'opera, così mi monitorano, sanno di trovare sempre cose "nuove e inaspettate, originali o particolari" (parole loro) o per farsi anche solo un'idea, in attesa di un momento migliore, trovo del tutto naturale soddisfare la curiosità di entrare a vedere e non forzo mai all'acquisto le clienti. Le più assidue hanno seguito il mio percorso fin dall'inizio e ormai si accorgono delle mie evoluzioni e variazioni; quando mi fanno le loro recensioni acutissime o mi riportano i complimenti che ricevono mi fanno commuovere.
- Hai un modello di riferimento, nel tuo lavoro?
Vivienne Westwood, l'intelligenza, la spiritualità, l'armonia e il senso di spirito anche nelle provocazioni più ardite. Mi piace che gli elementi più contemporanei del suo lavoro provengano da una profonda conoscenza del passato e della tecnica, reinterpretati, stravolti e così attuali. Riesce a creare contrasti e riletture con magnifico gusto e coerenza. Una donna che ha sempre espresso se stessa.
- Cosa ti ispira, per creare i tuoi lavori?
I tessuti. Mi basta guardarli e toccarli per iniziare a immaginare che tipo di abito potrei realizzare. La musica. Traduce le mie intenzioni e guida l'atto creativo, diventa quasi una coreografia, spesso è un campo di battaglia... Il cinema, potrei rivedere cento volte lo stesso film o spettacolo solo per ammirarne i costumi e le scene.
- I tuoi rapporti
con Internet e con Facebook, soprattutto?
Sono su Facebook, e
su tutti gli altri social, uso moltissimo Internet e non so come ho
fatto senza, in passato. Lo considero un mondo parallelo che richiede
le stesse energie o quasi di quello reale. Di conseguenza sfrutto
pochissimo il suo potenziale. Che io sappia, Facebook mi è servito
relativamente per farmi conoscere, penso che il più l'abbia fatto il
lavoro in Atelier. Diciamo che Internet può essere un potente
acceleratore.
- La cosa di cui sei più orgogliosa, nella tua
carriera?
Aver lavorato ai costumi di Arturo Brachetti. Enorme
onore, un'esperienza bellissima, Lui fantastico e inaspettato,
scoppiettante! Straordinariamente garbato e gentile. Stargli accanto
libera quella leggerezza di pensiero che fa volare Peter Pan; è
stato come un cerchio che si è chiuso, un ritorno alle origini per
dare inizio a nuovi progetti. Un cerchio magico!
- Progetti
per il futuro?
Ho tante idee. Alcune sono già in corso.
Continuare in questo modo è già abbastanza ambizioso, poi ho un
progetto a lungo termine e sto lavorando in quella direzione.
Marika
Guida ha una pagina su Facebook,
Marika
Guida – Collezione privata, a Torino la
trovate in via Saluzzo 44g.