Un aDORAbile Parco è una bella iniziativa inserita nell'ambito
del progetto Sharing, Learning and Caring Parco Dora, che intende
valorizzare l'uso del Parco Dora da parte dei cittadini. Un aDORAbile
Parco offre
otto percorsi cultural-turistici, per scoprire
la storia,
l'arte e la cultura che ruotano intorno al primo parco
post-industriale italiano.
Tramonto al Parco Dora inizia alle
ore 19, con una
bella visione dall'alto non solo del Parco, ma di
Torino. Si sale sulla
Torre Monaco, la costruzione più alta dell'
ex
Villaggio Media Olimpico Mortara, destinato ai giornalisti durante
Torino 2006 e adesso abitato dai soci della Cooperativa d'abitazione
Di Vittorio; è stato per qualche tempo l'edificio più alto
costruito a Torino negli ultimi decenni (poi sono arrivati i
grattacieli di Renzo Piano e di Massimiliano Fuksas a portargli via
il primato). Da lassù, quasi al tramonto, si vede
l'intero Parco
Dora, una fascinosa macchia di verde, che accompagna il fiume, tra
piazze con filari di alberi, collinette verdi coronate da una ex
torre di raffreddamento, pianure di prati affiancate dall'ex tettoia
dello strippaggio e dai filari di colonne arancioni, che ricordano
l'antica fabbrica della Fiat.
La meraviglia della vista di Torino,
dalla collina alle Alpi, passando per lo skyline del centro barocco,
fino ai grattacieli, alle lontane ciminiere della Fiat di Mirafiori,
alle Prealpi di Pinerolo e alla Sacra di San Michele, con
l'inconfondibile ingresso alla Valle di Susa, affascina tutti i
visitatori, mentre la guida spiega che fino a non troppi anni fa, qui
davanti, al posto del Parco Dora,
erano tutte fabbriche. E ci si
rende conto che non si è più ragazzi quando si deve ascoltare, '
non
so se ricordate che qui prima erano tutte ciminiere e c'era un
cavalcavia' e voi sì, ricordate perfettamente il cavalcavia che da
stazione Dora saliva su e attraversava una Torino grigia e
sconosciuta!
Poi si scende giù, si ammira il Parco
dalla terrazza
di via Orvieto e si scopre il suo lato più bucolico: ci sono posti
in cui è tutto verde, si intravede il fiume e non ci sono
costruzioni, come se non ci fosse presenza umana, come se non fossimo
a pochi passi dal cuore di Torino. Si attraversa
la tettoia dello
strippaggio e si rimane sospesi tra presente e passato: ragazzi di
ogni colore e di ogni continente che giocano nei campetti di calcio,
basket e tennis, urlando e richiamandosi, mentre qualcuno spara
musica rap a tutto volume (chissà che contenti i residenti!),
proprio dove fino a pochi decenni fa c'erano
le fonderie e migliaia
di operai (migliaia davvero) lavoravano con turni e mansioni precisi.
Ed è qui, in questo spazio fascinosissimo,
uno dei più belli della
Torino contemporanea (lasciatemelo dire!), che hanno luogo eventi
importanti e diversissimi tra di loro, come il
Kappa Futurfestival,
le celebrazioni per
la fine del Ramadan della comunità musulmana, e,
in questi giorni, l'
International Street Food Parade. Sui resti in
cemento dell'antica fabbrica, ci sono
i murales di artisti giovani e
molto apprezzati, da lontano si vede
il mural dedicato a Bobby Sands,
sulle quattro torri di raffreddamento dell'ex area Vitali. La memoria
industriale si mescola alla più effimera delle arti contemporanee: i muri
che definiscono il profilo dell'ex area Vitali sono una palestra
autorizzata per i giovanissimi writer e ogni volta che si passa i
disegni sono diversi, sovrapposti gli uni agli altri e ogni volta è
un peccato aver perso cosa c'era prima.
Si arriva alla
chiesa del
Sacro Volto e si ammira tra il severo aspetto esterno, "come se fosse una fortezza" spiega la guida, e l'accogliente
calore interno, ottenuto con la luce soffusa e i colori chiari e
lignei. Il
campanile è una vecchia ciminiera, avvolta in una
decorazione luminosa, che ricorda la corona di spine di Gesù, e le
campane, per una volta, non sono lassù, in alto, ma giù, a vista. Nella piazza del Sacro Volto, il Centro Congressi sotterraneo si affaccia in una sorta di vasca, in cui c'è
la scultura di un cuore, quasi a ricordare che non è l'apparenza che conta, che l'essenza è dentro di noi e lì va cercata. Tutt'intorno, nella piazza, preziose sculture di arte contemporanea.
Si ritorna nel Parco, per finire davanti alla
misteriosa scultura
di un operaio, fermato in un gesto di lavoro, davanti alla curiosa immagine di una creatura con testa di pesce (o è un extraterrestre?), con
messaggio ecologico: non bisogna inquinare
l'acqua del fiume. Qui c'è una bella sorpresa finale,
la merenda
dell'operaio. Chi lavorava nelle fabbriche si portava da casa un panino
e un bicchiere di vino per il proprio pasto e poi riprendeva il
lavoro; il
pasto dell'operaio del tour propone un piccolissimo panino
con acciughe in salsa verde e un piccolo panino con frittata, sono
avvolti nella carta degli anni 60, il bicchiere e di vetro e il
bottiglione di Barbera ricorda quello dei nonni. Poi si torna dove
tutto è iniziato, sotto la Torre Monaco, simbolo, come l'ex tettoia
dello strippaggio di una nuova vita possibile, laddove erano tutte
fabbriche.
Il tour è organizzato da
Turismo per tutti ed è
davvero curato, sia per i piccoli regali che riserva, dalla vista
dalla Torre Monaco al pasto dell'operaio, sia per le informazioni che
cerca di offrire sul passato operaio del Parco.
Tramonto a Parco
Dora è per ora un esperimento dell'associazione, ma potrebbe entrare
nel suo catalogo a partire dall'autunno (ed è altamente auspicabile,
viste le capacità divulgative).
Non perdetevi il secondo e ultimo
appuntamento, gratuito, il 12 giugno, alle 19 (per iscrizioni e informazioni
comitatoparcodora.wordpress.com)