In via Milano, all'angolo con via San Domenico, appare, a
sorpresa, la facciata di laterizi e gotica della chiesa di San Domenico. E'
l'
unica chiesa gotica di Torino, probabilmente
la più antica della
città, insieme alla
chiesa della Consolata, poco distante, ed è
la
più importante testimonianza medievale arrivata a noi. E' una chiesa
insolita, in una piccola piazza, che non consente di ammirare la
facciata nella sua interezza, se non stando con il naso ben all'insù.
L'uso dei laterizi in facciata è
più unico che raro nelle chiese storiche torinesi (il laterizio è stato ripreso in questi anni
nella chiesa del Sacro Volto, progettata da Mario Botta, nei pressi del Parco Dora).
La
costruzione della chiesa
di San Domenico è iniziata
nel XIII secolo, la facciata è stata
aggiunta nel XIV secolo, il campanile nel XV. La sua storia è
una
cavalcata nel Medioevo torinese, periodo in cui la chiesa, e l'adiacente convento domenicano, sono stati uno dei poli
culturali cittadini, ma che non è stato il periodo di massimo
splendore. Nei secoli successivi, infatti, sulla chiesa di San
Domenico c'è stata
la convergenza di due interessi, non
necessariamente convergenti. I Domenicani la trasformarono nel
centro
della Santa Inquisizione (e le leggende torinesi parlano delle
gallerie segrete, che permettevano il trasferimento di vittime e
prigionieri senza testimoni). I Savoia la considerarono una delle
loro chiese predilette, con donazioni che finanziarono anche
i
profondi cambiamenti a cui furono sottoposti gli interni.
All'interno, infatti, sono
poche le tracce gotiche rimaste: non
solo in età barocca furono cancellati gli affreschi che la
decoravano, ma, le fu strappata via, addirittura la navata
destra, per permettere il raddrizzamento dell'attuale via Milano. Nel
XVII e nel XVIII secolo furono anche aggiunte cappelle, come quella
dedicata al beato Amedeo IX, realizzata per espressa volontà di
Vittorio Amedeo III; anche l'altare maggiore è di gusto barocco.
I
restauri realizzati all'inizio del XX secolo da Alfredo D'Andrade e
Riccardo Brayda cercarono di ridare alla chiesa
il suo aspetto
medievale, con il ripristino delle colonne, una nuova abside e il
ritorno dell'arco acuto nelle aperture. L'intervento più
significativo venne realizzato sulla facciata: venne aggiunto il
rosone e, soprattutto, vennero aggiunti elementi tipici
dell'architettura religiosa del Medioevo piemontese, le ghimberghe
sui pinnacoli di terracotta.
Della chiesa di San Domenico
colpiscono non solo la facciata, imponente e medievale, ma anche le
due cappelle che concludono le navate laterali,
la Cappella delle
Grazie a sinistra e la
Cappella del Rosario a destra. La prima, la
Cappella delle Grazie, è probabilmente l
'elemento più bello
dell'intera chiesa: è interamente coperta da un
meraviglioso ciclo
d'affreschi, l'unico che sia arrivato a noi al Trecento torinese; è
stato realizzato dal
Maestro di San Domenico, un artista anonimo,
probabilmente lombardo, con influenze padane e francesi e con
conoscenze della rivoluzione che Giotto stava portando alla pittura
del Medioevo. Il ciclo rappresenta i dodici Apostoli e, sulla parete
in fondo, una bellissima Annunciazione. Gli affreschi sono conservati
in
una suggestiva penombra, che sottolinea ancora di più la loro
antichità e l'espressività dei volti dipinti; insolito, a Torino,
essere trasportati nel Medioevo, un'epoca cancellata nella città
dalle profonde trasformazioni barocche. La Cappella del Rosario è,
al contrario,
una vera e propria esplosione barocca, con luci,
pitture, cupola ed effetti scenografici, tra cui spicca la
pala del Guercino.
La chiesa di San Domenico è aperta tutti i giorni dalle 7.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.30.