Qualche giorno fa, in un'intervista a La Stampa, l'amministratore delegato di RFI
(Rete Ferroviaria Italiana) Maurizio Gentile ha illustrato il futuro
della Stazione di Porta Susa. Entro sei mesi ci dovrebbe essere il
collaudo definitivo del complesso, finalmente terminato; da quel
momento in poi partirebbe, finalmente, la valorizzazione di Porta
Susa. Che è una delle più belle stazioni ferroviarie contemporanee
italiane (vogliamo dire la più bella? E diciamolo e mandiamo da
un'altra parte, per una volta, l'understatement).
Porta Susa è
stata in parte inaugurata nel 2013. E' stata concepita come una lunga
galleria trasparente, che corre parallela ai binari, posti al piano
sotterraneo. E' lunga 385 metri e, grazie alle vetrate che la
formano, gode di luce naturale per tutto il giorno, mentre, la parte
superiore della volta, rivestita di cellule fotovoltaiche, produce circa l'80%
del suo fabbisogno di energia elettrica. E' costruita su tre livelli:
in quello sotterraneo passano i treni e la linea 1 della
metropolitana, a livello terra e a quello superiore si trovano i
servizi per i passeggeri e, in futuro, una galleria commerciale
aperta a Torino.
L'obiettivo di Porta Susa, infatti, è di
essere una stazione aperta alla città. Un obiettivo a cui si prestano
sia la sua posizione geografica che le sue caratteristiche
architettoniche. Per decenni la ferrovia ha diviso la città in due,
impedendo di fatto il collegamento tra quartieri adiacenti. I più
giovani non lo ricordano, ma quando i binari scorrevano in
superficie, c'era un cavalcavia che portava da piazza XVIII dicembre, davanti all'antica stazione di Porta Susa, fino a
corso Inghilterra e, da lì, in Cit Turin e corso Francia. Non era un
grande spettacolo, esteticamente parlando.
La nuova Porta Susa è
stata definita un grattacielo orizzontale, date le sue lunghissime
dimensioni; in corrispondenza delle vie che si affacciano su corso
Inghilterra e corso Bolzano, ha passaggi pedonali, in modo da
permettere di nuovo il passaggio da un lato all'altro, da un quartiere
all'altro della città. E non solo: le scelte architettoniche
permettono anche la costruzione di una galleria commerciale,
indipendente dal movimento dei viaggiatori e, dunque, aperta alla
città.
Porta Susa sembra destinata a essere, insomma, un polo
d'attrazione anche per i torinesi (ed è consigliabile anche ai
turisti: se avete in mente di visitare Torino, aggiungetela agli
itinerari come esempio di architettura contemporanea esteticamente
gradevole e razionale). Le ambizioni di Gentile, raccontate a La
Stampa, sono ancora più suggestive: "Porta Susa non è soltanto
bella dal punto di vista architettonico, ma ha anche grandi spazi e
potrebbe diventare un palcoscenico naturale per eventi di carattere
culturale. Metteremo la stazione a disposizione della città magari
già a partire dal prossimo Salone del Libro".
Porta Susa e
il Salone del Libro. Vi immaginate questa lunghissima galleria
trasparente che accoglie qualche manifestazione legata al Salone, se
non, addirittura, una sua qualche versione in scala ridotta? La mente corre a Madrid, dove la Feria del Libro, la più
importante manifestazione editoriale spagnola, si tiene all'aperto,
nel Parque del Retiro: i tendoni ospitano gli incontri e le
conversazioni con gli ospiti, gli stand sono disposti lungo i viali
del parco, attrezzati anche per eventuali piogge (a Porta
Susa non si correrebbero questi rischi). Sarebbe come una sorta di
Portici di Carta al coperto. E' un'idea bella e suggestiva,
inaspettata per una stazione ferroviaria, originale e intrigante.
Speriamo ci lavorino (anche per garantire a chi arriva in ritardo di prendere un treno al volo!).