La pianura piemontese è attraversata da numerosissimi torrenti,
che scendono dalle Alpi, alla ricerca del grande fiume. Il primo a
mettere ordine in questa rete di corsi d'acqua è stato il duca
Emanuele Filiberto, che, nel XVI secolo, decise di ricostruire
l'economia del Ducato rilanciando l'agricoltura, attraverso la
canalizzazione di molti torrenti; l'opera arrivò poi al suo culmine
nel XIX secolo, con la razionalizzazione che Camillo Benso di Cavour
impose all'agricoltura piemontese, con la costruzione di canali che
ancora adesso attraversano la pianura padana piemontese.
La
Ceronda è un torrente che nasce sulle Alpi e si unisce alla Stura di
Lanzo, a Venaria Reale, dopo essere passato nel Parco della Mandria
(il Ponte Verde, che dà accesso al Parco da Venaria, alle spalle
delal Reggia, è proprio sulla Ceronda). E' un torrente che ha avuto
anche una grande importanza economica per lo sviluppo delle industrie
della Torino settentrionale. Nel XIX secolo, si decise infatti di
captare parte delle acque, attraverso il Canale Ceronda: da Venaria
Reale, il Canale arrivava fino a Lucento, area industriale per
eccellenza, e da qui si divideva in due; una parte arrivava
all'attuale corso Mortara, percorreva Lungodora Firenze per poi
versarsi nel Canale Regio Parco e, quindi, nella Dora; l'altro ramo
superava la Dora Riparia, seguiva corso Regina Margherita e via San
Donato, alimentando le industrie presenti in quest'area, e si versava
poi nel Po, all'altezza di via degli Artisti. I due canali non sono
più utilizzati, sono in larga parte sotterrati, ma rimangono tracce
della loro presenza anche in superficie.
Se passate per via
Pianezza, per esempio, potete vedere, all'altezza di via Borsi (tra
corso Potenza e la chiesa dei Santi Bernardo e Brigida), la casa
del ripartitore della Ceronda; qui, infatti, c'era la divisione del
canale nei due rami e qui avvenivano i controlli sulla distribuzione
delle acque. E' scomparsa la traccia della divisione del canale, è
rimasta, come memoria visibile, questa casa di stile ottocentesco,
immersa in un giardino, che nessuno noterebbe, se non sapesse.