Realizzate le grandi trasformazioni
ferroviarie, tra passanti e stazioni sotterranee, rimangono gli
edifici delle vecchie stazioni ferroviarie e il solito problema della
nuova Torino: cosa fare dei vecchi edifici senza più un ruolo? In
piazza Baldissera, la vecchia Stazione Dora è stata abbattuta, in
corso Giulio Cesare la bella Stazione di Porta Milano (tra i torinesi
è semplicemente la Ciriè-Lanzo) aspetta ancora una destinazione
d'uso definitiva.
Nella lista delle stazioni senza ruolo, c'è
anche la gloriosa Porta Susa, spodestata da una struttura moderna e
trasparente, a poche decine
di metri di distanza. La vecchia stazione di Porta Susa, inaugurata nel 1868, è in piazza
XVIII dicembre, a chiudere la prospettiva di via Cernaia; bisogna
pensare alla Torino ottocentesca in cui la piazza e la stazione sono
stati concepiti, il grattacielo della RAI non era nei pensieri della
città e l'edificio che lo precedeva era di altezza e architettura
simile a quella degli altri palazzi presenti; l'effetto della
stazione che 'chiudeva' la via, aveva dunque un maggiore e più
fascinoso impatto. Porta Susa rispondeva al gusto ottocentesco per le
stazioni: un corpo centrale più avanzato ed enfatizzato dalle
finestre più grandi rispetto ai corpi laterali, sormontate da un orologio che continua a segnare l'ora; le due ali leggermente
aggettanti e la balconata degli elementi intermedi danno movimento alla facciata, il piano terra
caratterizzato da grandi archi vetrati, che danno leggerezza a tutta
la struttura. Un'architettura semplice e sobria, una distribuzione
degli spazi interni facile e comprensibile ai viaggiatori distratti e
in cerca di rapidità per raggiungere biglietteria e binari.
Cosa
fare, dunque di questo edificio, che è uno dei perni di piazza XVIII
dicembre e alla cui presenza i torinesi sono abituati da ormai due
secoli? Non si parla di demolizione, meno male, ma di un recupero e
di un riutilizzo. In un articolo apparso su la Repubblica, nei
giorni scorsi, si parla anche delle possibili destinazioni d'uso,
considerando il fatto che la Stazione di Porta Susa, diventata la più
importante di Torino, grazie all'alta velocità e al passante
ferroviario, è a poche decine di metri e che presto troverà posto
in zona il terminal degli autobus a lunga percorrenza.
Il piano
terra dell'edificio dovrebbe mantenere quei servizi che aveva già in passato, come bar, giornalaio, ristoranti self service, così da
soddisfare la richiesta di servizi dei viaggiatori. L'assessore
all'Urbanistica Stefano Lo Russo ha ipotizzato che il necessario
sportello di Turismo Torino trovi spazio nell'edificio (un progetto
un po' macchinoso, però: molto più logico che chi scende dal treno
si trovi Turismo Torino nella bella galleria di Porta Susa e vada a
'sbatterci' contro, piuttosto che doverlo cercare, magari senza le
necessarie indicazioni stradali...). Il progetto più interessante
riguarda però i piani superiori. Un privato sarebbe interessato a
trasformare la palazzina in albergo, mentre il Comune pensa a
palestre e centro benessere per gli edifici laterali, più bassi.
Porta Susa trasformata in albergo potrebbe avere un senso, vista la
vicinanza alla stazione e la posizione centrale, quasi di cerniera
tra le attrazioni turistiche del centro e il liberty di Cit Turin. Si tratta
ancora di idee e di progetti, l'importante è che la vecchia Porta
Susa non rimanga abbandonata e che le sue linee architettoniche
ottocentesche trovino una nuova dignità, tra le trasparenze di vetro
acciaio della nuova Stazione e del grattacielo di Intesa-Sanpaolo.