20 anni di Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo a Torino e viene subito in mente il tango di
Carlos
Gardel,
Volver, che ricorda come
20 años no es nada, 20 anni sono
niente. La Fondazione voluta da Patrizia Sandretto compie quest'anno
20 anni ed è più che mai
al centro della scena dell'arte
contemporanea italiana ed europea: non solo le mostre, che portano a
Torino artisti emergenti e affermati, ma anche le attività
didattiche, i rapporti internazionali e, soprattutto, lo spirito
giovane, che spinge sempre a cercare
tra i più giovani i talenti di
domani.
Un paio di giorni fa,
la grande festa per i 20 anni,
servita anche per celebrare
i 15 anni di Club to Club, e
l'
inaugurazione di tre mostre. Tutte importanti e interessanti, ma è
The man who sat on himself/L'uomo che si sedeva su se stesso, che
spiega il lavoro di ricerca della Fondazione; la mostra è a cura di
Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stànitz,
tre giovani
curatrici, protagoniste del progetto
Residenza per Giovani Curatori
Stranieri, coordinato da Lorenzo Balbi. Su
www.artribune.com
c'è
una bella intervista ai quattro, che spiega il lavoro compiuto
in Italia nei tre mesi di durata del progetto, alla ricerca di nuovi
talenti, tra palcoscenici, studi di architettura e video. Il
risultato è una mostra che illustra
una sorta di viaggio in Italia,
tra fantasia e realtà, mistero e metafisica.
L'installazione
dell'artista francese
Pierre Michelon, chiamata
Parole e Angurie,
testimonia i rapporti internazionali stabiliti in questi anni: è
frutto di una collaborazione con
L'ENSBA – Lyon – École
Nationale Supérieure des Beaux Artes. Nel suo lavoro, Michelon
riflette sulla storia, in particolare quella coloniale, attraverso
scritti, film, installazioni e performances. Con una ricerca
negli
archivi storici, l'artista ha recuperato
testimonianze e scritti dei
prigionieri politici deportati dall'impero coloniale francese e ha
inciso alcuni passi delle lettere sulla scorze di alcune angurie.
Perché le angurie? Per
una leggenda vietnamita, che narra la storia
di An-Tiem, figlio del re Jung Vuong: esiliato su un'isola deserta,
iniziò a incidere messaggi sulle scorze delle angurie, lasciandole
in mare, come messaggi in bottiglia, fino a quando venne individuato
e liberato, ottenendo anche la clemenza del re, per il suo coraggio e
la sua intraprendenza.
La terza mostra inaugurata il 10
settembre, è a cura di
Achille Bonito Oliva, si intitola
L'albero
della cuccagna e appartiene a un progetto diffuso nazionale: in
occasione di
Expo 2015, Bonito Oliva ha chiamato
30 artisti nazionali
affinché realizzassero installazioni ambientali, fino a comporre
L'albero della cuccagna. Le mostre verranno inaugurate mano a mano,
in una sorta di
work in progress, fino a fine ottobre 2015. Alla
Fondazione Sandretto c'è la scultura di
Sebastian Lloyd Rees,
costituita da 20 scatoloni da imballaggio, prodotti in alluminio e
disposti casualmente l'uno sull'altro in modo da formare una torre
monumentale che rispecchi la struttura dell'Albero della cuccagna.
Un'installazione che vuole
invitare a riflettere sulla distribuzione
del cibo nel mondo, sui valori non sempre coerenti nell'industria
alimentare e nei processi logistici. "Se l'Albero della cuccagna è il centro dei
festeggiamenti di una comunità, questi scatoloni vuoti rappresentano
un più preoccupante monumento alle paure e alle ansie legate alla
scarsità delle risorse, alle disuguaglianze e allo spreco"
riflettono in via Modane.
Tutte e tre le mostre saranno aperte
fino all'11 ottobre 2015. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è in
via Modane 16, è
aperta il giovedì dalle 20 alle 23 con ingresso
libero e il venerdì, sabato e domenica dalle ore 12 alle ore 19, con
biglietto a 4 euro (ridotto 3 euro, gratuito per minori di 12 anni,
Insieme per l'Arte e Abbonamento Torino Musei).
Tutte le info sul
sito ufficiale,
http://www.fsrr.org.