Una favola raccontata alle
fermate degli autobus, spingendo lo
spettatore a
muoversi nella città, diventata una sorta di
cinema
diffuso. Succede a Torino, in un
interessante esperimento, che
mescola letteratura, arti visive e architettura, per raccontare
le
notti di Tino di Bagdad. Il progetto è di
Coniglio Viola e prende il
via da
Die Nächte der Tino von Bagdad della poetessa espressionista
tedesca
Else Lasker-Schüler, che narra
la storia di Tino,
principessa e poetessa di Bagdad, capace di
rinunciare alla vita per
la poesia. Il testo, piuttosto ermetico, è sempre
attuale; tra i
temi affrontati, infatti, ci sono "la condizione e il ruolo
della donna, l’identità di genere, la fascinazione e insieme la
paura per l'esotico, la funzione dell'arte e della poesia nella
società" spiegano sul sito web del progetto.
Il Coniglio
Viola ha tradotto la trama in
31 tavole incise sul rame, ognuna delle
quali rappresenta un episodio della favola.
Fino al 30 novembre 2015,
in 31 fermate degli autobus torinesi, ci saranno i
manifesti
realizzati dalle tavole di rame (in realtà i manifesti stanno
apparendo mano a mano nella città fino a essere 30, il 31° sarà
posto in un posto segreto, svelato solo nelle prossime
settimane). Sono loro a comporre la parte visibile dell'installazione
diffusa. L'
obiettivo è che lo spettatore si muova nella città
alla
ricerca dei manifesti (si riconoscono perché i paesaggi sono
inseriti in una finestra orientale); poi, una volta individuati,
li
inquadri con l'app gratuita Tino, a questo punto "i manifesti si
animeranno per attivare sul display del cellulare, direttamente
sovrapposti alle architetture urbane,
i singoli episodi dell'opera
video di cui sono parte. Per ricomporre la storia, lo spettatore deve
dunque attraversare i punti della città in cui i manifesti sono
collocati, unirli
in maniera arbitraria per generare così tante
narrazioni quanti sono gli itinerari possibili. Al termine del tour
chiunque può
restituire e condividere la propria ricombinazione
della trama sul sito del progetto, diventando giocatore e coautore,
dando corpo così a un procedimento letterario teorizzato dalla
Letteratura Combinatoria e qui trasferito nello spazio reale, grazie
a un utilizzo inedito e significativo delle nuove tecnologie".
Il progetto delle Notti di Tino di Bagdad utilizza la favola come
filo conduttore di un esperimento nuovo e curioso,
il cui protagonista, alla fine, è lo
spettatore, diventato, a sua
volta
narratore. Ed è un esperimento che utilizza la tecnologia
mescolata alle arti tradizionali: la letteratura, l'architettura, le
arti visive e quelle digitali. Sul sito web il Coniglio Viola spiega:
"Dal punto di vista tecnico, i fondali che compaiono tanto nei
manifesti quanto nei video sono realizzati attraverso una tecnica di
incisione su fogli di rame. I video sono realizzati attraverso un
tecnica mista di animazione digitale, animazione a mano e recitazione
umana. Le performance con gli attori sono state realizzate su un
teatrino allestito con il verde screen. Molte scene sono realizzate
ispirandosi al Teatro delle Ombre e muovendo manualmente
gli oggetti. Altre caratteristiche salienti dei video sono l’assenza
di movimenti di camera e il fatto che tutti i filmati appaiano
attraverso un mascherino a forma delle caratteristiche finestre
arabe. Si tratta di un tentativo di restituire l’ambientazione
“esotica” che caratterizza l’opera originaria, tentando al
tempo stesso una riflessione sperimentale sul concetto di schermo
cinematografico come 'finestra'".
Sul sito web del progetto, trovate, oltre al video pubblicato anche qui,
tutte le informazioni, dalla genesi, negli spazi occupati della
Cavallerizza Reale, fino agli aggiornamenti e alle news. Ci sono
anche le
immagini dei manifesti e la
mappa delle fermate degli
autobus in cui potrete trovare gli episodi della storia di Tino.