Torino,
Capitale Europea dello Sport 2015, vanta uno dei
primi
edifici sportivi d'Italia. In realtà il
velodromo Umberto I è
scomparso all'inizio del XX secolo e sono
pochissime le notizie che
sono arrivate a noi (non è neanche chiara la sua esatta ubicazione,
in zona Crocetta, in un'area compresa tra via Caboto e via Vespucci). E' chiaro che deve il nome al
viale Umberto I, su cui si affacciava. Fu costruito
alla fine del XIX secolo, probabilmente nel 1895, per
ospitare soprattutto gare ciclistiche, ma qualche anno dopo fu
adattato per ospitare anche le prime partite di calcio. Di fatto
il
primo campionato di calcio italiano si svolse interamente in questo
velodromo e, nonostante la presenza di un paio di squadre torinesi,
il Football Club Torinese e l'Internazionale Torino, fu il
Genoa a
vincere il titolo di primo campione d'Italia. Nei campionati
successivi ci fu il debutto di altre squadre, che avrebbero poi
scritto la storia del calcio italiano: la
Juventus e il
Milan.
Per
qualche anno il velodromo ospitò sia
gare ciclistiche che
partite di
calcio che, persino,
competizioni motociclistiche: peccato che non ci
siano immagini che ci raccontino la sua struttura, che doveva essere
per lo meno grandiosa, visti gli spazi richiesti da questi sport.
All'inizio del XX secolo, la storia del Velodromo Umberto I si legò
in modo indissolubile alle due squadre di calcio che si sarebbero poi
affermate a Torino, la
Juventus e il
Torino.
Nel 1904, il presidente
della Juve
Alfredo Dick affittò il velodromo per le partite della
sua squadra e fece costruire
una tribuna per gli spettatori, che fino
ad allora assistevano in piedi alle partite.
Nel 1906, Dick,
allontanato dalla Juventus, fu
tra i fondatori del Torino Football
Club e, essendo il contratto di affitto del Velodromo a suo nome, vi
fece giocare la sua nuova squadra, lasciando la Juve senza un campo.
Il Toro vi giocò fino al 1910, mentre
la Juve si trasferì in piazza
d'Armi.
Il Velodromo Umberto I scomparve poi
nell'espansione
cittadina e nella costruzione degli eleganti edifici della Crocetta.
Meno male che sopravvive, in qualche modo, la sua storia, a
ricordarci
la vocazione sportiva di Torino e a ricordare ai tifosi
le comuni radici delle due squadre cittadine, perdute laggiù, all'inizio del XX secolo.