FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Dino Del Corso: con Victorian Tea vi propongo 3000 anni di tè

È sorprendente come Torino, città del cioccolato e del caffè per eccellenza, abbia tante proposte per scoprire il tè, bevanda apparentemente lontana dalla sue tradizioni, Poi si parla con Dino Del Corso, fondatore di Victorian Tea – Design del Gusto e tutto assume un tono più naturale. Da alcuni anni Dino, pisano di nascita e torinese per scelta, offre corsi e workshop, per imparare a degustare il tè nella sua cornice più appropriata ,e organizza pomeriggi tematici, per unire tè, curiosità e cultura.


- Come è nata la passione per il tè?
E' stata una conseguenza del mio interesse per il galateo. Quando ero ragazzino, un'amica di mia madre organizzò un pranzo con una tavola apparecchiata, con tutte le posate e i bicchieri del caso, e ne rimasi affascinato. Di lì iniziai ad approfondire il galateo e me ne sono appassionato: mi piace accogliere bene le persone, farle sentire a proprio agio, all'interno delle regole dell'accoglienza. Il tè appartiene a questa logica: le sue regole e il suo cerimoniale servono per degustarne le qualità e riconoscere le differenze. Il tè ha 3000 anni di storia, ogni cultura ha tradizioni proprie, noi abbiamo adottato quelle inglesi. Poi ci sono i miti da spiegare bene, come il limone, adottato in Russia per nascondere il sapore delle foglie rancide, o il latte, aggiunto per abbassare le temperature e impedire la rottura della porcellana. E bisogna imparare a curare la scelta e la temperatura dell'acqua, entrambe capaci di modificare il sapore. Il tè, dico sempre, è come il personaggio di una fiaba di 3000 anni, che viaggia da Oriente a Occidente e incontra principesse, maraja e pirati. Non si smette mai di imparare cose nuove sulla sua coltivazione, le sue tradizioni, il suo uso.

- E come questo bagaglio di conoscenze è diventato un lavoro?
Lavoravo già nell'organizzazione di eventi e stavo cercando un'idea per proposte originali, magari di nicchia, ma in grado di attrarre la curiosità. Le idee si bruciano presto, si viene facilmente copiati, per cui cercavo qualcosa di diverso. Pensare al tè è venuto naturale: a me piace raccontare, mi piace che il servizio sia rispettoso del rituale, per cui mi occupo di tutto il processo, dalla scelta dei tè alle porcellane. Ho iniziato a organizzare corsi e workshop, in cui raccontavo sia le caratteristiche dei vari tè che l'importanza della scelta delle tazze e delle porcellane. Poi sono venuti i pomeriggi tematici, ci sono stati i tè con Jane Austin, con Kate Middleton, con delitto, con Downtown Abbey; alcuni sono stati organizzati con esperti di questi argomenti. Abbiamo ricostruito così pomeriggi di conversazioni piacevoli, veri e propri tè con le amiche. Alcuni pomeriggi, come quelli dedicati a Jane Austen, hanno avuto un successo strepitoso, del tutto inaspettato. Il tè apre anche ad altre realtà, della cui forza non abbiamo idea!


- Torino come accoglie il tè, che, in fondo, non appartiene alle sue tradizioni?
E' vero, il tè non è una tradizione torinese, però sì lo è il salotto. Ho abitato a Milano, per qualche tempo, e lì è tutto fast. Una delle cose che mi affascinano di Torino è che continua a essere a misura d'uomo. Qui ci sono numerosi caffè, in cui ci si ferma, si aspetta e si assapora, sia la cioccolata calda o un buon caffè. Il tè appartiene a questa cultura dell'attesa e del tempo per se stessi, che i torinesi conoscono bene. Torino è una città aperta, ama sperimentare, si incuriosisce e poi si affeziona. Ci sono persone che tornano per dirmi che hanno ritrovato il servizio di porcellana della nonna e hanno iniziato a usarlo...

- Immaginiamo una giornata di solo tè. E' possibile consumarlo durante i pasti?
Ma certo e a ogni piatto si può abbinare un tè specifico. Per esempio, per colazione, per l'english breakfast, è perfetto un mix di tè cinesi e indiani; a pranzo vanno bene i tè verdi o aromatizzati: il tè verde giapponese è perfetto per i pesci, il tè affumicato per gli arrosti. E possiamo sfatare anche un altro mito: si può bere il tè anche prima di andare a dormire. A differenza del caffè, il tè aiuta a concentrarsi, ma senza eccitare il corpo, per cui non disturba il sonno.

- Progetti per il futuro?
Gli ultimi mesi dell'anno li uso per mettere a punto le proposte dell'anno successivo. Torneranno sicuramente i corsi, mi piacerebbe concentrarmi sulle tradizioni inglesi, organizzando pomeriggi tematici e merende su personaggi e realtà dell'Inghilterra, Poi ci saranno ancora i miei studi a Barcellona: mi sento un eterno studente e a Barcellona ho trovato una scuola straordinaria in cui continuare ad approfondire le mie conoscenze.

Victorian tea - Design del gusto ha un sito web, è su Facebook e su Twitter.


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