Ci sono posti delle nostre città che
sappiamo che esistono, custodiamo in un angolo del cuore e
continuiamo ad andare
da altre parti. Poi, i casi della vita vogliono
che all'improvviso troviamo a vederli spesso, spessissimo, e
diventino rassicuranti,
come Superga, "sono quasi arrivato"
e, senza neanche saperlo, suscitano un sorriso e buonumore. Mi
succede con la
Casa Fenoglio-Lafleur, uno dei più
begli edifici del
liberty torinese, in
corso Francia all'angolo con via Principi
d'Acaja. Da qualche tempo, la vedo spesso e non mi passa mai la
voglia di fotografarla, di dirle ciao, di pensare quanto sia bella
Torino,
in tutte le stagioni che la sua storia millenaria ha portato
fino al nostro tempo. Se arrivate dal segmento di via Principi
d'Acaja nel quartiere
Cit Turin, in direzione corso Francia, la Casa
Fenoglio-Lafleur chiude l'orizzonte, tra gli alberi di corso Francia,
dando un'idea di come il
senso della prospettiva si sia impossessato
degli architetti torinesi sin dagli insegnamenti di
Filippo Juvarra.
L'edificio fu costruito dal geniale architetto dell'art nouveau
torinese
Pietro Fenoglio: doveva essere la sua
casa-studio, ma la
abitò per poco tempo, la vendette all'
imprenditore francese Lafleur
e da lì il doppio nome con cui è nota. Casa Fenoglio-Lafleur. Se
non fosse per la decorazione fiorita e rigogliosa, l'edificio
potrebbe sembrare
la tipica costruzione torinese ad angolo, con il
bowindow a sottolineare la posizione angolare (quanti edifici di via
Pietro Micca e dell'eclettismo ottocentesco hanno adottato questa
soluzione?). Ma
Casa Fenoglio colpisce per i suoi
colori chiari, il
rosa, il celeste, il verde pastello, così insoliti a Torino eppure
così armoniosi nella sua architettura. E poi l
'esplosione delle
decorazioni, che non stonano nella città sabauda, e, anzi, le
rendono omaggio. Il bow-window regala vetri coloratissimi, segnati
dalle linee sinuose del ferro battuto, che obbligano a chiedersi
quale magia dev'essere la luce all'interno, filtrata da un tale gioco
di vetrate. Il
ferro battuto è anche protagonista dei leggerissimi
balconcini dell'ultimo piano della costruzione, mentre il bow-window
è sormontato da un balconcino che è un'esaltazione della linea
curva.
Il fregio dell'edificio è di nuovo un omaggio
all'art
nouveau, con fiori, luci e colori, le finestre sono sormontate da
delicate decorazioni
in litocemento; sono linee curve, decorazioni
esuberanti, una sorpresa per lo sguardo, in ogni stagione dell'anno.
L'interno di Casa Fenoglio
non è visitabile: l'edificio è passato
di mano varie volte e adesso ospita
uffici e appartamenti privati. I
libri e gli articoli ad essa dedicati, raccontano come Pietro
Fenoglio abbia progettato
personalmente tutti i dettagli di quella
che sarebbe stata la sua casa, memore della lezione di Filippo
Juvarra: il portone interno ligneo, la scala esagonale che
distribuisce gli spazi, le chiambrane lignee delle porte. Non si
possono ammirare, rimane il fascino irresistibile degli esterni,
così
sorprendenti e così torinesi.
Commenti
Posta un commento