Il Museo Egizio ha annunciato un
interessante ampliamento del suo percorso espositivo, con
l'inaugurazione delle Gallerie della Cultura Materiale, veri e propri
magazzini visitabili, in cui si troveranno 38 armadi contenenti
oggetti provenienti dall'antico Egitto. E la cosa bella è che questi
armadi saranno continuamente arricchiti da nuovi materiali e nuovi
oggetti. Un'idea di Museo vitale e innovativo, un rapporto con
l'Egitto e i faraoni sempre più stretto e sempre più vivace.
Un'occasione affascinante per riscoprire i profondi legami tra
Torino e l'Egitto, esistenti da prima della fondazione del Museo
Egizio, il più importante del mondo dopo quello de Il Cairo, il
primo del mondo per antichità (questo noi torinesi lo sappiamo, ma è
sempre bene ripeterlo, per chi non lo sa e non ha idea del gioiello
che Torino conserva, con molto orgoglio). Le leggende sulla nascita
di Torino, la città dei Taurini, secondo i Romani, sono molte: c'è
chi lega il nome dei Taurini a un culto ancestrale del toro e chi
sostiene che Taurini ha origine dalla radice indoeruopea taur, che
indica la montagna e, dunque, i Taurini sono le popolazioni delle
montagne.
Più suggestiva di tutte, bisogna ammetterlo, è la
leggenda che vuole che il mitico faraone egizio Iw Ra Danit abbia
lasciato l'Egitto intorno al 1500 a.C. a causa di dissidi con i
sacerdoti del culto di Amon. Dopo un lungo viaggio nel Mediterraneo,
il faraone sbarca in Liguria e arriva, infine, nella Pianura Padana.
Qui, vista la presenza di un grande fiume, indispensabile nella
cultura egizia, fonda una nuova città, che si trova, addirittura,
all'incontro di ben quattro fiumi e torrenti (il Po, la Dora, la
Stura e il Sangone). I Greci rivedono la storia di Iw Ra Danit il cui
nome traslitterato diventa Eridano e assegnano lo stesso nome al
grande fiume; il mito del faraone egizio si arricchisce anche della
storia di Fetonte, il figlio di Apollo, che un giorno riceve
finalmente il permesso dal padre per salire sul suo carro d'oro e
guidare il Sole nel cielo, non tiene la giusta distanza dall'astro e
cade tragicamente nel Po. Il mito di Fetonte potrebbe essere
collegato, ancora una volta, alla leggenda di Iw Ra Danir, la cui
vita finì tragicamente nel Po/Eridano, durante una corsa di bighe
nella sua nuova città.
Sono leggende, sono appassionanti e sono
divertenti, magari si fondano su qualche traccia di verità. Per
esempio, il culto di Iside, la dea della Luna egizia, è storicamente
accertato in città. La Gran Madre si trova su un antico tempio isiaco, così come una lapide con riferimenti alla dea è stata
trovata nel 1577, durante la costruzione della Cittadella. La parte
più interessante delle presunte origini egizie di Torino è legata
però al dio Apis, raffigurato con la forma del toro. Il culto
dell'antico dio fu introdotto da Iw Ra Danit nella sua nuova terra e,
in qualche modo, è questa l'eredità più importante lasciata dal
faraone egizio. Lasciato il politeismo e abbracciato il
Cristianesimo, diventata poi capitale del Ducato di Savoia e poi del
Regno d'Italia, Torino non ha mai abbandonato la simbologia legata al
toro, ancora oggi presente nel suo scudo cittadino e nella sua vita
quotidiana, dai toret fino al toro di piazza San Carlo, i cui
testicoli bisogna pestare per avere fortuna e tornare in città.
........RACCOGLI QUESTI STORIE BELLE E FAI UN LIBRO PER LE FUTURE GENERAZIONI FRANCO
RispondiEliminaUna bella idea, chi lo sa che prima o poi non faccia qualcosa del genere!! ;)
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