Qualche giorno fa ero
in corso Grosseto
e ne ho approfittato per andare a vedere uno degli interventi più
famosi degli ultimi anni, nella periferia torinese, quello realizzato
da G124, grazie allo stipendio da senatore di
Renzo Piano. Si trova
nell'isolato compreso tra corso Grosseto, via Ala di Stura, via
Sospello e via Chiesa della Salute, nella periferia settentrionale
della città, nel quartiere di
Borgo Vittoria, nato sui terreni che
furono insanguinati dall'assedio francese del 1706. E' stato
realizzato qualche anno fa, nell'ambito del progetto dell'architetto
genovese di
rammendo delle periferie urbane.
Secondo Piano,
infatti, la
rinascita sociale ed estetica delle nostre città non può
che partire
dalle periferie. Diventato senatore, ha spiegato tempo fa, ha pensato
"di lavorare
sulla trasformazione della città, sulla sua parte
più fragile che sono le periferie dove vive la stragrande
maggioranza della popolazione urbana. Credo che il grande progetto
del nostro Paese sia quello delle periferie: la città del futuro, la
città che sarà, quella che lasceremo in eredità ai nostri figli.
Sono ricche di umanità, qui si trova l’energia e qui abitano i
giovani carichi di speranze e voglia di cambiare. Ma le periferie
sono sempre abbinate ad aggettivi denigranti. Renderli luoghi felici
e fecondi è il disegno che ho in mente. Questa è la sfida
urbanistica dei prossimi decenni: diventeranno o no parte della
città? Al contrario dei nostri centri storici, già protetti e
salvaguardati, esse rappresentano la bellezza che ancora non c'è".
La bellezza che ancora non c'è, mi piace come definizione delle
periferie,
ricca di ottimismo e di potenzialità. Renzo Piano parla
degli interventi effettuati in periferia come "rammendi urbani",
soluzioni che
sanano le ferite aperte nel tessuto urbano dalle grandi
fabbriche ormai dismesse, dalle ferrovie ormai sotterrate, proposte
che, approfittando degli spazi da reinventare, migliorino la qualità
della vita e
rendano i residenti protagonisti. E' la stessa idea che
ha mosso
il progetto torinese: è stato individuato
uno spazio non
costruito, chiamato 'il parco senza nome', tra i grandi edifici dell'emergenza casa degli anni 70,
una scuola elementare e l'arteria di corso Grosseto, e lo si è voluto
trasformare in una sorta di ideale prosecuzione di via Gandino
(sull'altro lato di corso Grosseto) e di via Fossata, un po' più a sud,
immediatamente dopo l'omonima cascina. Una prosecuzione
pedonale, che potesse così diventare una
sorta di punto di ritrovo per i residenti, un catalizzatore di attività per i ragazzi e per i
bambini delle scuole. Un lungo lavoro di ascolto e di analisi con
le associazioni di
quartiere ha individuato le esigenze intorno alle quali
questo nuovo percorso poteva diventare
un punto di incontro; così ai lati della strada pedonale sono stati costruiti
percorsi
sportivi, grazie a materiale di recupero,
luoghi di socialità,
grandi aiuole.
All'ingresso, su corso Grosseto, c'è
una struttura di
legno, una sorta di porta di accesso, coperta di pannelli, che apre
poi agli altri spazi: gli assi di legno e gli scivoli del percorso
sportivo, le panchine di legno per la socialità, le
grandi vasche di
piante, per le lezioni di botanica. I tre piccoli edifici che portano
al parcheggio sotterraneo sono parte del paesaggio, inseriti in
questa piccola
promenade pedonale senza sembrare un corpo estraneo.
Sarebbe tutto bello e affascinante, a misura d'uomo e di bambino, se non fosse
tutto
abbandonato: le panchine hanno varie assi di legno divelte e sono
inutilizzabili, le grandi aiuole non
conoscono manutenzione da vario tempo, i teli e i pannelli della
struttura lignea
seguono il vento. Secondo i disegni di G124, da
questo spazio riprogettato doveva partire
una sorta di rinascita,
anche con la presenza di
progetti di Arte Contemporanea, che
avrebbero potuto coinvolgere i più giovani. A giudicare dallo stato, sembra che non sia stato dato seguito a quel lavoro di riqualificazione e che il progetto di rammendo urbano sia stato lasciato
a se stesso.
Peccato.
Il
progetto di Renzo Piano per le periferie italiane continua, potete seguirne idee, riflessioni e sviluppi
nel bel sito web a esso dedicato:
renzopianog124.com
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