Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam...
Emilio Salgari, l'inventore della letteratura italiana per ragazzi
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Il 25 aprile è
giornata di festa in Italia e in Portogallo: la Liberazione di Milano e la Rivoluzione dei Garofani sono
giornate storiche, contro guerre e dittature. Ma ci sono 25 aprile molto più tristi. Oggi, 105 anni dopo il suo
suicidio, ricordiamo Emilio Salgari, che si tolse la vita nei boschi
della collina torinese, il 25 aprile 1911. Fu (ed è) il più grande
scrittore italiano di avventure per ragazzi. Sandokan, uno dei suoi
personaggi più noti, ha segnato l'immaginario di intere generazioni
di bambini e adolescenti, grazie al leggendario sceneggiato
televisivo degli anni 70. E che rabbia avere genitori che ti
spedivano a letto dopo Carosello e non poter commentare con i
compagni di scuola le avventure dei tigrotti di Mompracem e della
Perla di Labuan, che li entusiasmavano tutte le domeniche. Poi sono
arrivati i manga giapponesi e le eroine argentine e l'immaginario dei
ragazzini è cambiato. Ma se si pensa alla letteratura per ragazzi, nel cielo brilla sempre la stella di Emilio Salgari.
Che non era
torinese, era nato a Verona nel 1862, in una famiglia di piccoli
commercianti. Aveva studiato all'Istituto Nautico, aveva sognato di
diventare capitano, immaginando forse già grandi avventure da vivere
direttamente, era diventato giornalista de La Nuova Arena, quotidiano
di Verona. E proprio nel quotidiano diede le prime prove da
scrittore, pubblicando il racconto a puntate Tay-See. Il suo universo di avventure e personaggi
esotici si stava formando, con una certa inclinazione per il Lontano
Oriente, la Malesia, immaginata come un mondo selvaggio di giungle
inestricabili, orgogliosi pirati, crudeli colonizzatori, lotte e
rivalità con codici di fierezza, nobiltà e onore. Il romanzo
successivo, La tigre della Malesia, fu apprezzatissimo dai lettori,
così come La favorita del Mahdi. Oltre a scrivere come giornalista,
fino a diventare redattore de L'Arena, nel 1885, Salgari scrisse
molti romanzi e racconti con vari pseudonimi, senza però arrivare ad
avere il necessario riconoscimento economico.
Persi i genitori,
il padre si era suicidato nel 1889, dopo la morte della moglie, e
sposata l'attrice Ida Peruzzi, Salgari si trasferì nel Piemonte,
alla ricerca di migliori condizioni economiche. Per qualche tempo
vissero nel Canavese, quindi si trasferirono a Torino, dove lo
scrittore aveva firmato un contratto con l'editore Speirani. Ed è a
Torino che inizia la disperata attività letteraria di Salgari,
arrivato a scrivere una trentina di romanzi tra il 1892 e il 1898.
Una famiglia numerosa da mantenere (Emilio e Ida ebbero Fatima,
Nadir, Romero e Omar) e i debiti accumulati, fecero sì che i romanzi
uscissero in modo frenetico, ben cinque in tre anni. L'instabilità
economica spinse Salgari a firmare un contratto anche con la genovese
Donath e la torinese Bemporad, così da moltiplicare il numero dei
racconti da scrivere. E, dovendo scrivere di più, Salgari si
manteneva sveglio e vivace fumando in modo inaudito.
Ma tanta
attività letteraria non produsse i riconoscimenti economici
conseguenti: i Salgari continuavano a vivere nell'incertezza
economica e la critica continuava a ignorare un autore prolifico, che
faceva sognare i ragazzi del suo tempo, con avventure esotiche e
magnifiche. Salgari ottenne anche il titolo di Cavaliere dell'Ordine
della Corona d'Italia, grazie all'interesse della Regina Margherita,
ma questo prestigioso riconoscimento non cambiò per lui lo stato
delle cose. "La professione dello scrittore dovrebbe essere
piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato
al mio tavolo per molte ore al giorno ed alcune delle notti, e quando
riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto
vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza
aver avuto il tempo di rileggere e correggere" scriveva
all'amico Giuseppe Gamba, il suo primo illustratore, conosciuto
durante un breve soggiorno a Genova.
Il crollo psicologico avvenne
però nel 1911, quando Ida fu ricoverata in manicomio a causa della
sua decadente salute mentale. Se Salgari era riuscito per anni a
trattenere la delusione e il dolore per il successo di vendite
ottenuto e i magri risultati economici, la malattia della moglie lo
stremò. Solo, con quattro ragazzi da educare e da gestire, con un
lavoro che lo occupava e lo ossessionava tutti i giorni,
costringendolo a orari faticosissimi, non riuscì più a reggere il
ritmo. Così, il 25 aprile 1911, mandò i figli a scuola, scrisse tre
lettere che lasciò sul tavolo di casa, e si avviò verso i boschi
della collina, alle spalle di corso Casale, dove si uccise a colpi di
rasoio. Lo ritrovò una lavandaia. Luigia Quirico, in tasca aveva una
delle invettive più famose contro gli editori: "A voi che vi
siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in
una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per
compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi
saluto spezzando la penna".
C'è un bel video su youtube, che usa le atmosfere e le immagini d'epoca, come se fosse un film muto, per ricostruire la storia di quest'uomo dalla grande fantasia, senza il quale il nostro immaginario sarebbe molto più povero. Si intitola L'ultima avventura di Salgari, è della Bamboo Production ed è stato realizzato per il centenario dal suicidio di Salgari, sulle struggenti note di Una furtiva lacrima cantata da Enrico Caruso. Non perdetelo, sono 4 minuti di grande emozione e dolcezza.
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