Nei giorni scorsi il Comune di
Torino ha presentato il
Masterplan della Cavallerizza Reale, che sarà
trasformata nel
primo distretto culturale italiano.
L'ambizione del piano è far convivere
spazi pubblici e iniziative
private, dare spazio alle
mostre della città e agli spettacoli del
Teatro Stabile, ospitare i collegi universitari e gli uffici di
Turismo Torino. E' un intervento pensato a lungo termine, che
richiederà probabilmente
una ventina d'anni prima del suo
completamento, ma quando la Cavallerizza sarà definitivamente
consegnata alla città, sarà
un polo culturale in cui agiranno
diversi attori, dal
Teatro Stabile, che avrà qui uno dei suoi
teatri, all'
Università degli Studi di Torino, che avrà qui la sua
Aula Magna, dai
Musei Reali, che avranno un nuovo spazio espositivo
su cui contare, a Turismo Torino, che avrà una nuova sede e porterà
i turisti in uno dei complessi più suggestivi della città.
Per
rendere la Cavallerizza il più possibile fruibile al pubblico, il
piano della città prevede
la pedonalizzazione di via Verdi, che
permetterà anche un
rapporto più fluido tra l'Università, il suo
collegio e la sua Aula Magna. Su via Fratelli Vasco, si affacciano a destra, leggermente inclinato nella maglia ortogonale del complesso, il
Maneggio Chiablese, in cui l'Università
manterrà la sua Aula Magna; sull'altro lato, nella manica perpendicolare alla via, c'è la
Cavallerizza Alfieriana, che termina nella Rotonda e che tornerà agli spettacoli del
Teatro Stabile (ci sarà maggiore rispetto per le
sue splendide volte a botte ribassata o continueranno a essere nascoste dalle impalcature di luci e servizi? Speriamo si studi la
situazione al meglio per tutte le esigenze).
Lungo via Verdi, gli
edifici ospiteranno gli uffici di Turismo Torino, con un Punto
Informazione per i turisti e un collegio universitario;
sul lato dei
Giardini Reali, ci saranno un ostello per i turisti, gestito da
privati, quindi, sul lato verso via Rossini, anch'esse inclinate rispetto all'impianto del complesso, le Pagliere ospiteranno
laboratori artigianali di qualità con relativi incubatori, mentre,
sull'altro lato, dove un tempo c'era l'Accademia Militare, ci saranno
uffici e attività terziarie gestite da privati.
Uno degli
elementi qualificanti del progetto è la
galleria espositiva che
verrà aperta nella manica perpendicolare a via Verdi, che arriva
fino ai giardini Reali e ha
come centro la Rotonda, l'edificio
architettonicamente più interessante e caratterizzante dell'intero
complesso. Sarà una galleria di grande fascino, che darà alla città
lo spazio espositivo che le mancava. Lo ha spiegato a
La Stampa
Enrica Pagella, il direttore dei Musei Reali: "Dovrebbe diventare
uno spazio a servizio dei Musei Reali, collegati alla Galleria dai
Giardini di Levante, ma anche uno spazio che dovrà essere gestito in
collaborazione con tutte le istituzioni culturali del Distretto che
nascerà". In questa concezione della nuova Cavallerizza, diventano
centrali i Giardini Reali, elemento
di raccordo e di collegamento tra
i vari spazi dell'ex centro del potere sabaudo; se i Giardini Reali
alti permettono di muoversi
tra Palazzo Reale e Galleria Sabauda e
nei prossimi mesi diventeranno distributori dei percorsi museali, i
Giardini di Levante diventano protagonisti, collegando i
Musei Reali
alla nuova galleria espositiva e avvicinando i turisti al nuovo
distretto culturale che sarà.
Sulla carta il progetto è molto
affascinante e conta
sull'appoggio del Ministero dei Beni Culturali,
che investirà intorno ai 3 milioni di euro per la realizzazione
della Galleria espositiva. Tra pubblico e privato, l'investimento
sarà di
circa 10 milioni di euro e gli spazi rimarranno
sostanzialmente sotto il controllo del pubblico, a parte la manica
riservata all'Ostello e quella in cui saranno presenti attività
terziarie. Tutto bene, dunque?
Non per
Assemblea Cavallerizza
14:45, che da un paio di anni occupa il complesso per evitare che
venga privatizzato e sia oggetto di una speculazione immobiliare. In
un comunicato, gli occupanti fanno sapere di
non apprezzare che non
ci sia stata una votazione del progetto, ma solo un racconto;
sottolineano che il progetto
non preserva "l'unitarietà
architettonica del complesso in quanto è già iniziato lo
smembramento della proprietà (Maneggio Alfierano, Salone delle
Guardie)"; avvertono che la presentazione del masterplan è
avvenuta "
a pochi giorni dallo scioglimento del Consiglio
Comunale".
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