L'ex Caserma La Marmora, a lungo senza nuova destinazione d'uso,
sarà trasformata in un luogo "per fare sistema tra tutte le
realtà produttive della Città e della Regione, attraverso spazi di
innovazione accessibili ai govani di tutta Europa, analogamente a
quanto fatto in realtà internazionali come Berlino", secondo
quanto spiega il comunicato stampa diffuso dalla Città di Torino.
Il complesso si trova in collina, in via Asti, occupa circa
20mila metri quadrati, è formato da otto corpi di fabbrica, disposti
a formare un ampio cortile interno, ed è chiuso da un muro di cinta
tutt'intorno; una delle caratteristiche più interessanti è che i
vari corpi di fabbrica sono collegati da un elegante portico con
archi a tutto sesto e volte a crociera, tutt'intorno alla corte. E'
stato costruito negli anni '80 del XIX secolo per ospitare un
reggimento di fanteria formato da dodici compagnie. Il suo aspetto
architettonico è interessante, perché racconta l'uso dello stile
eclettico, con elementi gotici, caro al XIX secolo,m declinato, però,
all'uso militare. Così la facciata dell'edificio principale, su via
Asti, è rivestita da bugnato, con fasce orizzontali regolari solo
sulla base e con fasce verticali solo agli angoli, mentre le aperture
sono sottolineate da archi a sesto acuto, che riprendono
l'ispirazione gotica.
La storia della Caserma La Marmora è
fortemente legata alla Resistenza e alla lotta al fascismo: tra l'8
settembre 1943 e il 25 aprile 1945, qui furono imprigionati,
torturati e uccisi numerosi partigiani e antifascisti. Non essendo
chiara la nuova destinazione della Caserma e non volendo che la
memoria della sua storia drammatica andasse perduta, un anno fa la
Caserma è stata occupata da un gruppo di cittadini, che, per qualche
tempo, hanno anche realizzato numerose iniziative di solidarietà e
di accoglienza, oltre che di cultura. Poi ci sono stati lo sgombero
degli occupanti e la decisione di affidare alla Cassa Deposito e
Prestiti Investimenti il progetto di una nuova destinazione d'uso
degli storici spazi. E il progetto è stato presentato nei giorni
scorsi.
Il 60% degli spazi costruiti della Caserma verrà
opportunamente ristrutturato per ospitare nuove residenze, in larga
parte destinate all'affitto: il cortile urbano, "della stessa
larghezza di piazza Vittorio Veneto", diventerà un luogo di
rete e sistema per spazi di innovazione rivolti "ai giovani di
tutta Europa". Ci sarà anche spazio per il nuovo Museo della
Resistenza, affinché la storia della Caserma non vada perduta. Il
progetto è firmato dallo studio Carlo Ratti Associati ed è proprio
Carlo Ratti, docente al MIT di Boston, che spiega il suo filo
conduttore: "Al di là del Museo, ci sembrava importante tornare
ai valori fondanti della Resistenza, come il lavoro e la comunanza.
Soltanto se partiamo da questa consapevolezza possiamo tracciare
insieme la traiettoria verso il futuro, che è fatta di nuovi modi di
lavorare, vivere e produrre insieme: non soltanto il co-working, che
conosciamo già, ma anche co-living e co-making".
Non sono
ancora noti i tempi di realizzazione del nuovo progetto.
La prima immagine, la Caserma La Marmora nell'impianto di Torino, è da Google Earth, la seconda è un rendering della Caserma come sarà, fornito dalla Città di Torino.
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