Da corso Vittorio Emanuele a piazza
Baldissera, lungo corso Inghilterra e corso Principe Oddone, il
cantiere del passante ferroviario sta arrivando alla fine e si vedono
già le prime immagini della Torino che sarà lungo le Spine 2 e 3. E
sarà una bella Torino, finalmente dotata di un'arteria che collega il nord e il sud della città, sfiorando il centro; saranno quattro carreggiate di traffico, ognuna con
doppia o tripla corsia, controviali compresi. Tra corso Regina Margherita e la Dora, ci saranno le piste ciclabili e
filari di alberi, che non saranno i pioppi e gli ippocastani dei
grandi viali ottocenteschi, ma speriamo raggiungano altezze
interessanti. Ci sarà il
sottopassaggio di piazza Statuto, che dovrebbe snellire buona parte
del traffico, su una piazza che non ha ancora un'immagine
definitiva.
Se su Spina 3 si guarderanno gli edifici novecenteschi
e le nuove architetture sorte intorno al Parco Dora e si ammirerà il
magnifico panorama delle Alpi, davanti al lungo e ampio rettilineo di
corso Principe Oddone, su Spina 2 si avrà l'immagine della Torino
del XXI secolo. L'uno contro l'altro ci sono, e si fanno ammirare, le
due grandi architetture di questo inizio secolo, il grattacielo di
Intesa San Paolo, l'edificio più controverso della città, e la
Stazione di Porta Susa, la stazione ferroviaria contemporanea più
bella d'Italia. Li hanno chiamati il grattacielo verticale e il
grattacielo orizzontale ed è una definizione azzeccata, entrambi in
vetro e acciaio a caratterizzare il nuovo panorama di corso
Inghilterra. Spina 2 richiama la Spina 1, con i grandi lampioni
bianchi in led, ed è dotata degli alti alberi lasciati in dotazione
dal vecchio disegno di corso Inghilterra; mano a mano che i lavori
procedono, acquistano un senso chiaro anche le aperture di Porta
Susa, in corrispondenza delle vie perpendicolari del corso, quasi a
voler ricostruire i passaggi pedonali perduti e fare di Porta Susa
una vera e propria cerniera del tessuto urbano, oltre che centro di
traffico ferroviario. Cosa non sarà questa stazione, quando (e se)
la benedetta crisi lascerà il passo alla speranza e all'apertura dei
negozi e dei commerci, che si immaginarono al progettare la lunga
galleria di vetro.
Su Spina 3, l'immagine del corso sarà
diversa: i filari di alberi sono appena stati piantati negli
spartitraffico che separeranno le quattro carreggiate e le distanze
tra i vari attraversamenti pedonali sono davvero lunghe. La
costruzione del rapporto dei due quartieri cresciuti ai lati della
ferrovia, in tempi e in modi diversi, non è facilitata da questa
lontananza tra gli attraversamenti: è come un ti vedo, ma chissà se
posso raggiungerti. Ci sono anche i dislivelli inevitabili tra i
controviali e le carreggiate centrali, a causa anche della
conformazione del terreno, che dànno un'immagine peculiare di Spina
3. Funzionerà un viale così lungo, e immaginato con tre soli
attraversamenti tra i due quartieri che si fronteggiano? Lo dirà il
tempo, che è l'unico che può davvero giudicare l'efficacia delle
opere dell'uomo. Quello che sì, si può dire, è che il passante
ferroviario inizia finalmente a prendere forma, che Porta Susa inizia
ad avere finalmente la funzione di cerniera con cui è stata
immaginata, che i quartieri sorti intorno al Parco Dora saranno
finalmente più vicini al centro, che corso Principe Oddone, dopo
un'agonia lunga più di dieci anni può iniziare a progettare il
proprio futuro.
Ma non è ancora finita. La Stazione Dora non è
ancora inserita nel Sistema Ferroviario Metropolitano, perché non è
ancora stata realizzata la sua parte sotterranea (e quanti torinesi,
arrivati in Spina 3 con i nuovi edifici, potrebbero utilizzare il
treno per muoversi in città?), e così, più a Sud, manca la
Stazione Zappata, e, più a nord, l'innesto della Torino-Ceres nella
stazione Rebaudengo (sarebbe bastato mettere ascensori e tapis
roulant alla Stazione Dora, per collegare l'aeroporto di Caselle al
centro cittadino, si è preferito sventrare corso Grosseto e chissà
quanto tempo ci vorrà). Progetti ancora da terminare, ma, al vedere
le nuovissime strisce pedonali lungo la galleria di vetro di Porta
Susa e ammirando il panorama delle Alpi, mentre gli operai lavorano
lungo il sottopassaggio di piazza Statuto, un sorriso scappa.
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